eHealth. La Sanità si riorganizza con l’ICT

eHealth La Sanità si riorganizza con l’ICTeHealth La Sanità si riorganizza con l’ICTNel perdurare delle iniziative volte a contenere e a ridurre la spesa pubblica, l’ICT si configura come il motore per assicurare un’organizzazione più efficiente e promuovere un utilizzo più produttivo delle risorse, grazie anche ad applicazioni sempre più sofisticate e performanti

di Luca de Piano

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La digitalizzazione è la chiave di volta per la sostenibilità economica del sistema sanitario. Lo ha ribadito, cifre alla mano, anche la ricerca 2013 dell’Osservatorio ICT in Sanità della School of Management del Politecnico di Milano, ma soprattutto lo hanno dimostrato nei loro interventi anche le aziende interpellate da Data Manager per questo servizio. Del resto, il cruscotto delle leve tecnologiche in grado di promuovere innovazione e sviluppo nell’ambito del settore sanitario è piuttosto vasto. Si parla – infatti – di cartella clinica elettronica, fascicolo sanitario unico, assistenza domiciliare, medicina sul territorio, dematerializzazione dei documenti, cloud computing, soluzioni per la gestione informatizzata dei farmaci, servizi digitali al cittadino, business intelligence a supporto della clinical governance, mobile health, unified communication, conservazione delle banche dati sanitarie, e molto altro ancora. Il quadro delle finanze statali – però – non agevola certo l’innovazione, e il ricorso ai tagli alla Sanità per far tornare i conti pubblici sta determinando effetti negativi sull’intero settore. Come ha evidenziato a inizio maggio 2013 l’Osservatorio ICT in Sanità del Politecnico di Milano, a causa dei tagli, in soli tre anni il nostro sistema sanitario è scivolato dal 15esimo al 21esimo posto per qualità, tra i 34 censiti dall’Euro Health Consumer Index 2012. Nel rapporto si legge che “siamo sempre più staccati da Francia, Regno Unito e Olanda (in testa alla graduatoria), ma ci ritroviamo ormai dietro anche ai Paesi dell’est Europa come Repubblica Ceca, Slovenia e Croazia. L’Italia si colloca bene in parametri come i risultati clinici (11esimo posto) e il rispetto dei diritti e l’informazione ai pazienti (11esimo posto), ma è penalizzata dalle basse valutazioni in prevenzione, gamma e accessibilità dei servizi offerti (26esimo posto), accesso ai farmaci (22esimo posto) e tempi di attesa per ricevere i trattamenti (22esimo posto). Questi indici denotano un progressivo deterioramento del sistema destinato a mostrare i propri effetti nei prossimi anni, con gravi ripercussioni in termini di salute, ma anche di costi e quindi di sostenibilità del Sistema”.

  

Spesa in diminuzione

In questi tempi di spending review, per usare l’espressione di moda, anche nel 2012 la spesa ICT per la Sanità è scesa ancora, dopo il calo già fatto registrare nel 2011. Il totale della spesa italiana, indicato nella ricerca del Politecnico di Milano, è stato di 1,23 miliardi di euro, in diminuzione del 5% rispetto all’anno precedente e pari a 21 euro per abitante: oltre la metà del valore di Francia e Gran Bretagna. Ma soprattutto deve far riflettere un ulteriore dato: la spesa in tecnologie informatiche è pari all’1,1% della spesa sanitaria pubblica. «Eliminare gli investimenti in ICT – spiega Paolo Valcher, direttore del Mercato Sanità di Microsoft Italia (www.microsoft.it) – è controproducente, poiché alla lunga ne risente l’intero sistema sanitario, con una riduzione della qualità delle prestazioni e un conseguente aggravio dei costi. Il settore pubblico e quello privato devono collaborare per invertire questa tendenza e accelerare l’adozione di tecnologie in grado di conciliare la riduzione dei budget con la qualità dei servizi: occorre individuare aree di investimento che possano rendere i processi organizzativi più efficienti ed efficaci». Per Roberto Patano, business development manager di NetApp (www.netapp.it) puntare sull’innovazione e investire nell’area della Sanità attraverso il contributo delle tecnologie informatiche significa contenere la spesa e ridurre i costi di gestione. «Pensiamo per esempio – dice Patano – all’esplosione dei dati nel settore sanitario che sta comportando un aumento della complessità nella gestione e protezione di dati sensibili e della spesa a livello dei sistemi informativi. La digitalizzazione di referti clinici, la diagnostica per immagini tende a far aumentare in modo potenziale il volume dei dati da gestire che passerà velocemente dai terabyte ai petabyte, con una richiesta maggiore di storage e una complessità maggiore di gestione da parte dei reparti IT».

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Benefici su tutta la linea

Eppure, come evidenziato nel recentissimo rapporto dell’Osservatorio ICT in Sanità, proprio gli investimenti in innovazione digitale potrebbero unire efficienza e sostenibilità economica a un’offerta di servizi di qualità, apportando nel contempo benefici stimati in circa 15 miliardi di euro all’anno per il Sistema Paese. Secondo l’Osservatorio, “impiegando appieno le soluzioni ICT negli ambiti chiave della sanità italiana, le strutture potrebbero risparmiare circa 6,8 miliardi di euro l’anno, vale a dire 115 euro pro-capite”. Nel dettaglio, si parla di circa tre miliardi grazie alla deospedalizzazione di pazienti cronici resa possibile dalle tecnologie a supporto della medicina sul territorio e dell’assistenza domiciliare; 1,37 miliardi per risparmi di tempo in attività mediche e infermieristiche grazie all’introduzione della cartella clinica elettronica; 860 milioni grazie alla dematerializzazione dei referti e delle immagini; 860 milioni grazie alla riduzione di ricoveri dovuti a errori evitabili attraverso sistemi di gestione informatizzata dei farmaci; 370 milioni di euro si otterrebbero grazie alla consegna dei referti via web; 160 milioni con la prenotazione online delle prestazioni; 150 milioni attraverso la razionalizzazione dei data center presenti sul territorio e al progressivo utilizzo di tecniche di virtualizzazione, e infine altri 20 milioni per la riduzione dei costi di stampa delle cartelle cliniche.

 

Le esigenze delle risorse umane

Anche l’opinione di Furio De Candido, responsabile commerciale pubblica amministrazione di Inaz (www.inaz.it), è netta: «Nel settore della sanità, l’investimento in innovazione rimane inderogabile, ma si accompagna a un sempre più attento controllo della spesa. Ridurre i costi conservando la qualità del servizio diventa oggi una vera sfida. Il contenimento della spesa passa per una corretta gestione interna, e in particolare per una gestione efficiente delle risorse umane: la buona notizia è che oggi, attuare politiche avanzate del personale e valorizzare i talenti è più facile, grazie a strumenti tecnologicamente innovativi come quelli offerti da Inaz. Si possono monitorare le competenze dei dipendenti, pianificarne con cura i turni, tenerne sotto controllo l’aggiornamento formativo, migliorare la comunicazione fra i vari livelli aziendali. Semplificare le procedure, gestendole online e rendendo i lavoratori autonomi in alcune attività con il Portale del Dipendente e Self Web, fa risparmiare carta, tempo e denaro. L’archiviazione documentale digitale centra il medesimo obiettivo, quello di eliminare gli sprechi». Non solo. «Qualsiasi azienda – spiega De Candido – ha bisogno di disporre di risorse qualificate e deve permettere loro di concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, che in un settore come la sanità si riflettono positivamente sul servizio offerto al pubblico. Per attività come payroll e rilevazione presenze, comincia a farsi strada anche nella sanità il ricorso a soluzioni in outsourcing affidate a partner qualificati come Inaz: una scelta che consente di liberare risorse professionali e di risparmiare sui costi diretti, cosa che si traduce anche in risparmio per i cittadini».

Rimanendo in tema di risorse umane, anche Domenico Uggeri, vicepresidente di Zucchetti (www.zucchetti.it), non ha dubbi: «Anche le aziende che operano nella sanità devono conciliare il controllo dei costi con la qualità dei servizi erogati, e ciò è possibile utilizzando soluzioni tecnologiche all’avanguardia che ottimizzano tutti i processi». Un ottimo esempio a questo riguardo è quello di La Meridiana, cooperativa di Monza formata da 85 soci, 65 volontari e 210 fra dipendenti, professionisti e consulenti, che offre un ventaglio completo di servizi socio-sanitari, in particolare per gli anziani, che ha scelto HR Infinity di Zucchetti per incrementare l’efficienza e la produttività nell’ambito della gestione del personale. «La Meridiana – spiega Uggeri – aveva l’esigenza di gestire in modo completo gli aspetti amministrativi e organizzativi delle proprie risorse umane mediante applicazioni integrate che evitassero duplicazioni e ridondanze di dati. L’azienda ha ottenuto notevoli vantaggi anche dall’utilizzo della soluzione “Gestione tempi e attività lavorative”, che grazie a un modulo specifico di timesheet permette al personale di inserire le assegnazioni delle ore lavorate alle varie attività e di effettuare la corretta distribuzione dei costi verso la contabilità analitica. Con questa applicazione è possibile verificare in modo accurato, a livello qualitativo e quantitativo, i costi e i ricavi delle prestazioni erogate. La Meridiana dispone oggi di un sistema avanzato di controllo di gestione che consente un rendiconto giornaliero delle attività svolte per la cura degli anziani, in linea con quanto richiesto dalle più recenti direttive regionali».

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Storage in primo piano

«Vista la progressiva esplosione dei dati elettronici relativi ai pazienti – avverte Roberto Patano di NetApp – gli operatori sanitari sono alla ricerca di una maggiore agilità nello storage, nell’elaborazione e nella gestione e condivisione di queste informazioni». Ma hanno anche bisogno di accedere a questi dati in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo e nel frattempo tenerli al sicuro, favorendo l’accesso a milioni di referti memorizzati e alla ricerca scientifica. «Attraverso la nostra Agile Data Infrastructure – spiega Patano – offriamo soluzioni storage innovative per la gestione dei dati che riducono la complessità in termini di gestione e condivisione, favorendo lo scambio di informazioni e la tempestività degli interventi. Inoltre, attraverso un’infrastruttura scalabile, NetApp permette operazioni di archiviazione, backup e recovery senza interruzioni, che consentono una gestione più sicura ed efficace dei dati della popolazione e quindi delle cure mediche». Ne è un esempio l’infrastruttura realizzata da NetApp, con la consulenza di Sinergy, per il Gruppo Chiesi Farmaceutici, che aveva la necessità di unificare lo storage con un’infrastruttura integrata scalabile e in grado di supportare la crescita continua dei dati, oltre a realizzare un sito moderno e affidabile di disaster recovery. Oggi, Chiesi dispone di un’infrastruttura centralizzata e condivisa, affiancata da soluzioni di back-up tapeless per ottenere una maggiore facilità di gestione e sicurezza dei dati, in grado di assicurare notevoli benefici in termini di scalabilità, flessibilità, semplicità di gestione e aggiornamento.

 

Un nuovo rapporto tra medico e paziente

«Lo sviluppo di Internet e l’ampia disponibilità di informazioni mediche online ha avuto un significativo impatto sul settore sanitario e ha sicuramente cambiato il rapporto medico-paziente» –

spiega Lilia Bounab, European Healthcare sales manager di Datalogic ADC (www.datalogic.com). «Come cittadini e come pazienti, vogliamo capire – però – quello che sta succedendo alla nostra salute. Il 40% delle ricerche in Rete è per informazioni relative alla salute. Le persone sono più informate, o male informate, e vogliono essere maggiormente consapevoli della situazione. Noi, come produttore di hardware – dice Lilia Bounab – stiamo realizzando strumenti in grado di permettere alle aziende che lavorano in ambito sanitario di interagire in maniera sicura e costante con il paziente/cittadino. Si dà loro più tempo per discutere e per informare le persone». Ma non bisogna dimenticare i benefici in termini di riduzione dei costi: «Le innovazioni in ambito sanitario sono fondamentali e garantiscono un ritorno degli investimenti riscontrabile nel miglioramento della qualità della vita». L’ICT è la componente chiave in grado di ridurre i costi derivanti da una cattiva gestione e scarsa efficacia delle operazioni. «Noi offriamo soluzioni molto pratiche, convenienti e facilmente integrabili in ogni tipo di ambiente – prosegue Lilia Bounab – con lo scopo di semplificare e migliorare l’efficienza delle strutture sanitarie. L’ospedalizzazione prolungata di pazienti per motivi legati a errori medici ha notevoli costi e gli strumenti hardware che aiutano lo svolgimento delle attività quotidiane e che contribuiscono a salvaguardare la sicurezza del paziente permettono di ridurre notevolmente le spese dei ricoveri in ospedale che, giusto per dare un dato, incidono dal 30% al 40% sul totale della spesa pubblica».

 

A tutta sicurezza

David Gubiani, technical manager di Check Point Software Technologies Italia (www.checkpoint.com), concentra l’attenzione sulla sicurezza delle informazioni e sulla conformità alle normative, che costituiscono temi di capitale importanza anche per il settore sanitario: «Check Point mette a disposizione una serie di strumenti per garantire la sicurezza, il rispetto della privacy e la protezione dei dati sensibili, mentre una particolare attenzione viene data alla protezione delle informazioni in ambito mobile, residenti su dispositivi aziendali oppure privati, in base al crescente fenomeno del BYOD». Più in dettaglio, «l’architettura Software Blade permette di ottimizzare gli investimenti, allineandoli alle reali necessità aziendali grazie a una flessibilità realmente senza paragoni. Queste peculiarità permettono ai clienti di avere un eccellente ritorno di investimento garantendo al contempo il miglior servizio possibile». Un esempio recente a questo riguardo è rappresentato dall’AUSL di Modena, che ha realizzato un’infrastruttura di sicurezza flessibile e affidabile, in grado di rispondere a specifiche esigenze e consentendo di offrire migliori servizi al cittadino. «Oltre all’adozione di firewall Check Point per la difesa perimetrale e di connessioni VPN per consentire a dipendenti e collaboratori di operare in remoto, è stato creato un nuovo data center presso la struttura per la gestione del servizio di emergenza territoriale, con il servizio 118, protetto allo stesso modo da due firewall Check Point» – sottolinea Gubiani. «Sono state inoltre acquisite diverse software blade, poi distribuite sui vari firewall a seconda delle loro funzioni e necessità: gradualmente, l’intera infrastruttura di sicurezza della AUSL è stata standardizzata su piattaforma Check Point, con risultati positivi sul fronte della riduzione dei costi, della semplicità di gestione e della flessibilità dell’intera infrastruttura».

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Controllare la spesa

Il problema dell’aumento della spesa sanitaria a causa del crescente invecchiamento della popolazione è inquadrato da Paolo Valcher di Microsoft: «L’attuale funzionamento dei sistemi sanitari rischia di essere insostenibile, in quanto assorbe in media il 9% del PIL nazionale dell’Unione Europea, in Italia circa il 7%, un dato destinato ad aumentare con il crescente incremento delle malattie croniche che rappresentano il 75% della spesa e il costante invecchiamento della popolazione (la percentuale di cittadini europei di età superiore ai 65 anni aumenterà dal 16% del 2000 fino al 24% del 2030). In questo scenario, l’eHealth rappresenta una leva strategica in quanto consente di ridurre il costo per paziente, offrendo un’assistenza migliore e un accesso più ampio ai servizi. Microsoft cerca di favorire un cambiamento culturale che valorizzi l’innovazione in sanità, per esempio attraverso un Manifesto Europeo per l’eHealth scritto e costruito insieme all’ecosistema delle aziende locali e ad alcune organizzazioni sanitarie, dove si indicano alcuni scenari e tecnologie abilitanti: il cloud computing, che consente di ridurre i costi e migliorare accessibilità e flessibilità dei servizi sanitari; i sistemi di comunicazione digitale integrata per condividere informazioni e offrire assistenza a distanza, anche multidisciplinare; le soluzioni di patient relationship management che consentono un migliore rapporto con il paziente; la business intelligence per un’efficace gestione, analisi delle informazioni e governance delle prestazioni sanitarie; le interfacce intuitive che semplificano l’interazione e il servizio al cittadino e le applicazioni mobile che facilitano l’accesso alle cure e la raccolta di dati clinici».

Infine, è sulla stessa linea anche Simone Passuti, product manager dell’area servizi sociali e sanitari di Maggioli (www.maggioli.it). «La malattia di Alzheimer rappresenta la causa più frequente di demenza nell’anziano – spiega Passuti – ed è una tra le più importanti malattie degenerative in termini di impatto epidemiologico, sociale e finanziario. Sono 520mila attualmente in Italia i malati di Alzheimer e i nuovi casi sono stimabili in circa 80mila l’anno. Si prevede che nel 2020, i nuovi casi di Alzheimer saliranno a 113mila l’anno». Nel corso del 2012, sono state molte le iniziative che sono riuscite a sensibilizzare l’opinione pubblica, creando una cultura dell’invecchiamento attivo. «Il miglioramento della salute e della qualità di vita di chi assiste, oltre che del malato – dice Passuti – rende questo investimento ancor più conveniente. Diventa quindi fondamentale poter garantire diagnosi precoci e trattamenti terapeutici tempestivi, come è il caso del progetto europeo Sociable, al quale ha partecipato attivamente anche il Gruppo Maggioli, fornendo tra l’altro competenze di tipo IT. Il progetto ha constatato l’efficacia di un innovativo approccio basato sulle moderne tecnologie ICT e il training computerizzato, mirato alla stimolazione delle abilità cognitive e al miglioramento dell’interazione sociale, per prevenire e rallentare la progressione della demenza nei soggetti anziani. La piattaforma Sociable è stata realizzata con l’obiettivo di facilitare l’integrazione degli operatori coinvolti nell’intero processo (diagnosi, trattamento, monitoraggio), di abbattere i costi delle attività di back-office e di rendere disponibili, generalizzabili e confrontabili i dati raccolti».