IBM, il middleware è sempre più mobile


Social e Cloud, ma soprattutto mobile computing: Big Blue punta decisamente verso le nuove frontiere della mobilità, realizzando una nuova piattaforma completa di software e servizi ad hoc, cui fanno da corollario le iniziative dedicate ai nuovi PureSystem. Queste e altre novità hanno tenuto a battesimo l’evento “Impact 2012”, dedicato all’offerta middleware, con WebSphere e Bpm in prima linea

Las Vegas – I quasi 9.000 partecipanti a “Impact 2012”, organizzato da IBM (www.ibm.com) ai primi di maggio nella sempre spiazzante cornice della Venezia ricostruita nel cuore del deserto del Nevada, non sono stati certo delusi. Un ricchissimo menù ha caratterizzato la cinque giorni al Centro Congressi del Venetian, orchestrato sapientemente da Marie Wieck, sacerdotessa del middleware di Big Blue con la carica di general manager IBM Application e Integration Middleware, e da Steve Mills, l’indomito senior vice president dell’intero Software Group. E ci ha pensato proprio quest’ultimo a illustrare i motivi per cui IBM sta puntando decisamente sul mobile: «I dispositivi come smartphone e tablet sono sempre più ricchi di funzioni e capacità, e gli investimenti delle aziende in ambito informatico stanno ormai privilegiando le piattaforme mobili, con opportunità di mercato che già oggi sono nell’ordine dei 22 miliardi di dollari e arriveranno a 36 miliardi nel 2015». Non a caso, in un’indagine condotta da Big Blue, tre quarti dei 700 Cio interpellati a livello mondiale hanno spiegato che adottare una strategia mobile dà la possibilità di svolgere il lavoro in modo flessibile e aumentare del 20% la produttività.

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L’ora di IBM Mobile Foundation

Ecco quindi arrivare il primo piatto forte dell’evento di Las Vegas: IBM Mobile Foundation, una piattaforma completa di software e servizi studiata per aiutare le aziende a gestire le funzioni legate ai dispositivi quali notebook, smartphone e tablet, in modo da cogliere appieno tutti i vantaggi del Cloud anche in mobilità. Nucleo centrale di questa nuova offerta è la recentemente acquisita Worklight (www.worklight.com), che permette a IBM di proporre una piattaforma completa di sviluppo delle applicazioni, integrazione, sicurezza e gestione. Frutto di oltre dieci anni di investimenti di IBM in questo ambito, Mobile Foundation dispone di numerose funzionalità: per esempio, per le richieste di servizi Cloud derivanti dai dispositivi mobili, IBM WebSphere Cast Iron rappresenta l’elemento che permette di collegare facilmente le applicazioni mobili a sistemi Cloud e di back-end, mentre per la realizzazione di applicazioni mobili c’è il nuovo insieme di strumenti di sviluppo e integrazione di IBM Worklight, con cui si possono sviluppare app per tutte le più diffuse piattaforme mobili, come Android, iOS e BlackBerry.

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Lo sviluppo dei PureSystem

L’altro grande tema di “Impact 2012” è stato il continuo sviluppo di iniziative attorno agli IBM PureSystem, i sistemi presentati lo scorso aprile che integrano server, storage e networking in un’unica macchina. Lo scopo è sempre quello di ridurre la complessità dell’IT. Anche perché, come ha ricordato Marie Wieck alla platea di “Impact 2012”, «oggi i due terzi delle spese globali in IT sono impiegati per gestire le infrastrutture esistenti, e nel contesto economico attuale è necessario liberare risorse per continuare a investire in innovazione, vero motore dello sviluppo». Le nuove offerte presentate a Las Vegas hanno proprio l’obiettivo di aiutare partner e aziende a creare quelli che sono stati definiti «pattern of expertise», consistenti in sistemi di sviluppo che facilitano la scrittura di applicazioni dedicate ai PureSystem.

Il contesto italiano

A “Impact 2012” sono anche stati presentati numerosi nuovi “pattern”, basati sulle best practice e sulle competenze acquisite da IBM nel corso della collaborazione con clienti e partner, tra i quali spiccano quelli per la Business Intelligence, la Social Collaboration e il Business Process Management. Proprio a quest’ultimo aspetto ha fatto riferimento l’esperienza del Credito Valtellinese, realtà di circa 550 sportelli sul territorio, che ha da tempo adottato le soluzioni di Business Process Management di IBM, ricavandone numerosi vantaggi. «Agilità e collaborazione sono aumentate notevolmente, con significativi risparmi in termini di tempo e risorse – ha spiegato Mauro Selvetti, vicedirettore generale oltre che Cio del gruppo Credito Valtellinese (www.creval.it) -. Per esempio, nel processo di gestione dell’emissione di nuove carte di credito, il nuovo sistema implementato con IBM richiede oggi solo tre step principali, che sono tutti gestiti via computer, contro i sette richiesti precedentemente: il risultato è 10% di risorse in meno nel back office, 15% di risparmio di tempo e cycle time ridotto dell’80%».

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L’adozione del Bpm nell’ambito delle banche e assicurazioni è uno dei temi più caldi per quanto riguarda il nostro mercato, come ha confermato a Data Manager Luciano Alfò, WebSphere Italy brand leader di IBM Italia, tracciando un rapido quadro del business del middleware per questo 2012. «Il ritorno sull’investimento che può dare un sistema in grado di ridurre le complessità, reingegnerizzando i processi e misurandoli con Kpi, cioè gli indicatori chiave, univoci, è piuttosto rilevante, soprattutto nel contesto economico attuale, e molti dei principali attori italiani nell’ambito finance se ne stanno accorgendo, controbilanciando la scarsità di investimenti da parte di altri comparti come la Pubblica Amministrazione o le telco».