Tech Rain, il coraggio di guardare al futuro


La crisi economica induce a ripensare l’intero settore della consulenza, chiamato a interpretare e guidare i cambiamenti

«La consulenza cambia, perché sta cambiando il mondo delle imprese». Giuseppe Longo, amministratore delegato di Tech Rain (www.techrain.it), sceglie un approccio molto diretto per illustrare la profonda trasformazione che sta investendo l’intero settore della consulenza: «Prima del 2009 eravamo specializzati nel guidare le aziende nella scelta di investimenti ICT in grado di supportare il loro sviluppo futuro. La crisi ha bloccato il livello di spesa, con gravi ripercussioni sulle opportunità per le aziende e anche sulla nostra attività».

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Alla luce di questa situazione, a differenza di altre società che hanno scelto di fermarsi per aspettare l’evolvere della situazione, Tech Rain si è rimessa in gioco partendo da una riflessione incontestabile: «Una crisi deve necessariamente finire. Ma cosa accadrà dopo? Non è possibile che le aziende non investano più nella informazione e nella crescita delle proprie persone. Certo licenziare induce a “risparmiare” soldi, ma porta all’impoverimento progressivo di un’azienda, escludendola così dal mercato».

La lezione vale anche per noi

Una considerazione che Longo ha applicato, in primo luogo, alla propria squadra: «Di fronte a questa situazione ho parlato con le persone di Tech Rain, “i miei ragazzi”, illustrando onestamente gli scenari che si prospettavano e le opportunità che avremmo potuto cogliere. Impegnando il capitale personale, ho scelto di non tagliare nessun posto di lavoro ma, al contrario, di investire sulla crescita delle mie persone soprattutto nei settori che, necessariamente, sono e saranno essenziali per l’economia del sistema Paese. Al team di lavoro, pur garantendo il mantenimento dei compensi, ho chiesto un forte impegno nella propria crescita professionale e, contemporaneamente, di contribuire a ridurre tutte le spese superflue dell’azienda, rinunciando anche ad alcuni benefit».

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Come è nel suo carattere, che nel corso degli anni lo ha portato ad avere anche forti contrasti con altri manager, Longo non ha voluto nascondersi o scegliere la via più comoda, preferendo rimettersi ancora in gioco: «In questo processo mi ha aiutato l’aver costruito, intorno a me, una squadra di persone molto valide, sia dal punto di vista professionale che umano. Le mie persone hanno compreso l’esigenza del momento e, insieme, abbiamo investito per arricchire le competenze già acquisite, specializzandoci nei settori che saranno indispensabili per qualunque azienda: ambiente, energia, comunicazione e trasporti».

Ambiti che, come sottolinea lo stesso Longo, vengono erroneamente trascurati dalla politica e dagli investitori: «Alcuni grossi gruppi stranieri, approfittando del momento di crisi, stanno acquistando le migliori aziende italiane in questi settori. Ciò comporta drastici tagli del personale e, contemporaneamente, un impoverimento nelle strutture strategiche del nostro Paese. Una situazione che, purtroppo, renderà ancor più difficile uscire dalla crisi, con ripercussioni anche sulle famiglie».

 

Come si cambia per non morire

La lunga esperienza professionale di Longo, arricchita da principi etici, lo ha portato a individuare alcuni punti fermi, applicati anche al proprio interno, dai quali nessuna azienda può prescindere: «Non è possibile pensare solo alla riduzione dei costi, ma è necessario studiare le aree di maggiore sviluppo e prepararsi ad affrontarle, anche a costo di sacrifici e di rischi. Per questa ragione, seppur in un momento di crisi, ho assunto alcuni giovani ingegneri specializzati nel settore energetico. Nessuna azienda, infatti, può trascurare l’importanza di ridurre i costi in questo ambito e, in particolare, è oggi chiamata a ripensare i propri data center, investendo in soluzioni che, con Roi di pochi mesi, possono portare a un significativo vantaggio economico. Per individuare le soluzioni ideali, però, è necessaria una notevole competenza. Caratteristica garantita solo da autentici professionisti del settore, che non cercano di vendere un prodotto, ma di trovare una soluzione».

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Per ottenere un simile risultato, però, all’interno delle aziende devono esserci persone caratterizzate da qualità professionali e umane davvero significative: «Ho sempre scelto con estrema cura le persone Tech Rain, valutandone attentamente le capacità. Caratteristiche che sono state confermate nei mesi più difficili e che, ora, ci permettono di raccogliere i frutti del duro lavoro affrontato. A questo risultato ha contribuito anche la mia regola del 40-30-30. In pratica è necessario avere il 40% dei dipendenti caratterizzati da anni di esperienza, che consente loro di leggere il mercato e comprenderne le dinamiche. Il resto delle persone, invece, devono essere giovani, dal punto di vista anagrafico e mentale. Perché le menti fresche sono più pronte ad affrontare i problemi e a investire sulle aree del futuro. Ma è altrettanto fondamentale che il 30% del team sia composto da donne perché, soprattutto nell’ambito della consulenza, possiedono una sensibilità decisamente superiore rispetto a quella degli uomini».

 

Guardare oltre

Queste due caratteristiche sono i presupposti fondamentali per affrontare il punto più delicato della crisi: il decommissioning, ovvero “togliere il superfluo”.

In questo delicato intervento emerge tutta l’esperienza di Longo: «È insensato porsi obiettivi quali “tagliare il 30%”. I tagli non devono essere fatti in modo orizzontale e scriteriato, ma occorre ragionare su ciò che è superfluo o non strategico per un’azienda, poiché è fondamentale saper guardare oltre la crisi. Prima di tagliare bisogna capire, effettivamente, quanto costano una serie di beni e servizi e quanto, effettivamente, sono necessari alla competitività di un’azienda, non alla semplice sopravvivenza per alcuni mesi. Esistono realtà che spendono ingenti cifre per licenze e manutenzione di soluzioni software e hardware ormai vetuste e praticamente inutilizzate. Analizzarle e conoscerle, quindi, rappresenta la condizione necessaria per individuare e tagliare le reali aree di spreco. Al contrario di interventi fatti solo su sensazioni e prive di una reale analisi obiettiva hanno il solo effetto di ridurre la competitività. In particolare tagliare le persone deve essere la conseguenza di un’analisi, non l’obiettivo».

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Per questa ragione Longo è molto chiaro anche sul ruolo del consulente: «Non dobbiamo avallare decisioni prese da altri, magari supportandole con slide e presentazioni molto eleganti. Il nostro ruolo, invece, è quello di capire realmente un’azienda e i suoi punti di debolezza, valorizzando le risorse esistenti e tagliando gli sprechi. Il tutto partendo da competenze molto specifiche e dal coraggio di difendere senza paura le proprie analisi». Una posizione che, negli anni, ha portato Tech Rain a divenire un’azienda di riferimento per quanti cercano una consulenza davvero concreta e professionisti con i quali instaurare un rapporto serrato ed efficace.

Un’ultima battuta, Longo la riserva ancora alle persone e, di conseguenza, al futuro: «Un’azienda che ha fatto crescere le proprie persone, in modo corretto, non le butta fuori. Ma cerca in ogni modo di valorizzarle ulteriormente, portandole ad ampliare le proprie competenze. Perché anche il commerciale deve conoscere quello che sta vendendo. È ovviamente difficile, in questo momento, capire cosa accadrà in futuro, ma il ruolo del consulente è proprio quello di aiutare le aziende e il Paese a indirizzarsi sui settori che offriranno maggiori opportunità».