Lo – GIS – tica

Fare i “conti” con la strategia a partire dall’organizzazione.

Il ruolo della tecnologia per essere più competitivi.

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Le aziende italiane spendono oltre il 10% in più per trasportare le proprie merci rispetto alle concorrenti europee

 

Giovanni Maria Casserà amministratore delegato di GESP - Sistemi Informativi GeograficiVabbe’… lo spelling riportato nel titolo non è propriamente corretto e ammetto che far risalire il termine “logistica” all’acronimo GIS (Geographic Information System) è quantomeno una forzatura. Ma, solo dal punto di vista etimologico, perché in termini meramente funzionali, GIS e Logistica hanno molto a che fare l’uno con l’altra.

Provate infatti a immaginarvi un sistema per la logistica privo di qualsiasi riferimento spaziale e geografico: difficile immaginare la localizzazione dei mezzi adibiti al trasporto senza una base cartografica di riferimento.

In realtà, il termine “logistica” non deriva da GIS ma dal greco logistikos (λογιστικός), letteralmente “ciò che ha senso logico”.

La radice del termine viene da “logos” che in greco può assumere diversi significati: “parola”, “concetto”, ma anche “ordine, sequenza”, come pure “conto, calcolo”.

La logistica come scienza tuttavia non nasce in ambito economico, bensì nell’ambito delle discipline militari e già in tempi antichissimi.

Alessandro Magno prima e Giulio Cesare poi ne furono grandi cultori, avendo avuto entrambi a che fare con il “problemino” di spostare i loro immensi eserciti su e giù per il globo terracqueo a scopo di conquista.

AILOG (Associazione italiana di logistica e supply chain management) fornisce la seguente definizione di logistica: “L’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino alla consegna dei prodotti finiti ai clienti e al servizio post-vendita”.

Strategia e competitività

 Le componenti della logistica sono quindi molteplici, ma se restiamo nel campo della “logistica tradizionale” (ossia quella delle merci), esse si articolano sostanzialmente in tre grandi categorie di attività: il magazzinaggio, il trasporto vero e proprio e i servizi a valore aggiunto, ossia tutti quei servizi a latere come ad esempio il confezionamento, l’imballaggio, la gestione dei resi, ecc.

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Ora – a quanto risulta da numerosi studi e ricerche di settore – la logistica rappresenta una fetta assai rilevante dell’economia europea e in Italia arriva a pesare fino a quasi il 15% del PIL nazionale. Da noi, l’incidenza della spesa per la logistica sul PIL è nettamente superiore a quella della media dei Paesi UE e questo è facilmente spiegabile con una serie di caratteristiche tipiche del nostro Paese: la maggior frammentazione del sistema produttivo innanzitutto, ma – anche e soprattutto – l’endemica carenza di infrastrutture di trasporto adeguate, oltre alle peculiarità geografiche del nostro territorio, caratterizzato da vincoli orografici e fisici che rendono il trasporto più oneroso rispetto ad altri paesi. Va inoltre rilevato che la quota di trasporto stradale in Italia è maggiore rispetto ad altri Paesi europei (circa il 13% in più) che viceversa fanno maggior ricorso al trasporto ferroviario, traendone indiscutibili vantaggi in termini di minori costi (anche ambientali) e di maggior gestibilità.

Insomma: un’azienda italiana spende in media oltre il 10% in più per trasportare le proprie merci rispetto alle sue concorrenti europee e questo – tanto per cambiare – ci rende meno competitivi, con un aggravio di spesa a carico del sistema industriale e manifatturiero stimato in circa 12 miliardi di euro in più (fonte A.T Kearney – dati 2009).

Logico – quindi – che l’industria IT cerchi in qualche modo di ovviare alle carenze del sistema, offrendo prodotti e servizi di informatica orientati alla razionalizzazione della logistica. Sapere esattamente dove si trovano le nostre merci, fra quanto arriveranno a destinazione, quanto ci è costato il trasporto in termini di chilometraggio o di tempo, significa avere una base informativa che potrebbe essere molto utile. Da alcune analisi – però – emerge che più del 70% delle aziende non faccia ancora ricorso ad alcun software di ottimizzazione e molte aziende dichiarano di gestire i propri flussi logistici “sulla base dell’esperienza”. Esperienza peraltro che è – per lo più – detenuta da ditte esterne – grosse e medie aziende di messaggerie o piccoli “padronicni” – verso le quali, nella maggior parte dei casi, le aziende terziarizzano il servizio di trasporto.

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A questo punto l’unica soluzione che resta al responsabile dell’ufficio spedizioni per ridurre i costi è quella di affidarsi a contrattazioni sempre più aggressive con il trasportatore di turno, con risparmi che – però – sono molto risicati e che – alla fine – non possono non incidere sulla qualità complessiva del servizio.

Il sistema di controllo indubbiamente più efficace e che consente maggiori riduzioni di spesa in capo alle aziende utenti è invece quello di affidarsi all’utilizzo di sistemi software di rilevazione satellitare, possibilmente integrati con il software di magazzino o di pianificazione. In questi ultimi anni, la tecnologia ha fatto passi da gigante in questo settore sia grazie all’avvento dei nuovi sistemi di rilevazione satellitare, sia grazie alla sempre maggiore disponibilità di basi cartografiche stradali.

Oggi – infatti – ci sono sul mercato moltissime soluzioni a bassissimo costo (pochi centesimi di euro a mezzo per giorno) e facilmente integrabili nel contesto aziendale.

Basti pensare – per esempio – a sistemi come quelli offerti da TomTom – Tele Atlas, che sono pensati appositamente per il cosiddetto Fleet management.

Si tratta in sostanza della versione “business” del normale navigatore che quasi tutti hanno a bordo della propria auto, integrato con la capacità di comunicare in tempo reale con un server web remoto. L’apparato riceve le tracce GPS delle consegne da effettuare e comunica in continuo, oltre alla propria posizione, una serie di altri dati, come – per esempio – lo stato di funzionamento dei sistemi di bordo o il consumo di carburante e altro ancora. In molti casi non è necessario neanche l’acquisto di un software specifico, ma il servizio può addirittura essere erogato in modalità SaaS.

Tracciare il posizionamento dei propri mezzi sul territorio in tempo reale, magari con la possibilità di interagire con essi, è senz’altro un utile ausilio, ma non esaurisce lo spettro di funzionalità che si possono richiedere a un buon sistema per il controllo della logistica. L’industria del software ha quindi fatto il resto, progettando sistemi sempre più evoluti, capaci di integrare le periferiche GPS all’interno di piattaforme dedicate.

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Pianificare la distribuzione

 Gli elementi costitutivi di un buon sistema per il controllo dei trasporti restano sostanzialmente una cartografia digitale, un grafo stradale e un elenco di clienti da visitare. Grazie all’ausilio di opportuni algoritmi matematici di ottimizzazione delle percorrenze, il sistema sarà in grado di calcolare il piano ottimale dei viaggi che i mezzi dovranno seguire per soddisfare al meglio tutte le esigenze e rispettando i diversi vincoli imposti come, tipicamente, da quale deposito far partire le merci data una certa serie di destinazioni, o ancora quali scali intermedi eseguire in funzione degli orari previsti per la consegna, o che tipologia di mezzi utilizzare in modo da saturare il più possibile la capacità di carico in funzione delle merci da trasportare, minimizzando così le tratte a vuoto…

Il sistema deve poi essere in grado di interfacciarsi con il software di magazzino e di comunicare con la contabilità e con il controllo di gestione in modo da integrare tutte le informazioni che caratterizzano l’intero ciclo di business della logistica.

Le statistiche dicono che è possibile ottenere dei rilevanti risparmi grazie all’utilizzo di questi sistemi, ripagando fin da subito l’investimento iniziale che può essere insospettabilmente contenuto. Già partendo da flotte di pochi mezzi è comunque possibile apprezzare i risparmi che si possono ottenere solo in termini di riduzione del costo del carburante. Una volta di più – insomma – grazie all’IT geospatial il risparmio è “delivered”.

 

Giovanni Maria Casserà amministratore delegato di GESP – Sistemi Informativi Geografici