Il futuro delle banche

L’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane fornisce servizi alle banche con un modello di Bpo. Ci sarà del Cloud nel domani degli istituti di credito

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L’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi – www.icbpi.it) è la capogruppo di un gruppo bancario che opera a supporto della crescita e del consolidamento di banche, istituzioni finanziarie e assicurative, imprese e Pubblica Amministrazione. È una banca di sistema specializzata in servizi e sistemi di pagamento (nazionali e internazionali), nei Securities Services, offerti secondo un modello di Business Process Outsourcing, e nei servizi banca/impresa e PA. Nei servizi di pagamento, attraverso partnership con Equens SE, l’istituto gestisce 1 miliardo di transazioni annue ed è leader europeo con il 15% del mercato. Ne abbiamo parlato con Emanuele Balistreri, responsabile del Competence Center Banca di Icbpi.

 

Data Manager: In quale contesto opera Icbpi?

Balistreri: Siamo una banca di secondo livello, nata nell’alveo delle banche popolari, ma che ormai vende più del 50% dei propri servizi a banche non azioniste; tipicamente non forniamo servizi alla clientela finale, ma alle banche supportandole nella loro offerta di prodotti e servizi. Tra i principali filoni di business dell’istituto i servizi di tramitazione e regolamento dei pagamenti; mediante i quali la banca cliente viene supportata nella gestione sia dei pagamenti che degli incassi, lasciando a Icbpi il compito di interfacciarsi al mondo bancario nazionale e internazionale.

Nel portafoglio dei servizi di rilievo, particolarmente dinamici sono i Securities Services, sia nella declinazione dei servizi di Global Custody, ovvero la gestione della operatività legata ai dossier titoli delle banche, sia nella ancor più dinamica famiglia dei Fund Services, ovvero i servizi di calcolo del valore della quota del fondo (Nav) e di controllo di tale valore rispetto agli asset effettivamente detenuti. Si tratta di servizi forniti a società di gestione del risparmio (Sgr) e di grande visibilità (i valori delle quote sono quelli pubblicati sui quotidiani come Il Sole 24 Ore e costituiscono il prezzo ufficiale per la compravendita delle quote dei fondi).

Questa grande dinamicità è anche legata a un ambizioso piano di crescita per linee esterne/interne con l’obiettivo di diventare il 4° polo domestico e il primo di matrice italiana nei servizi di banca depositaria.

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Parliamo della struttura IT, come siete organizzati?

L’IT di gruppo è organizzato in competence center, seguendo le specializzazioni delle società del gruppo, quello di cui sono responsabile cura i sistemi di Icbpi.

Il competence center è articolato in nuclei che seguono le specializzazioni delle differenti anime del business dell’istituto: Pagamenti, Global Custody e Fund Services, Negoziazione Mobiliare.

Ciascun nucleo assicura ai propri clienti interni sia la continuità dei servizi informatici che le evoluzioni dei sistemi necessarie a coprire le nuove esigenze.

Dal punto di vista organizzativo come siete strutturati?

Il modello di gestione IT adottato dall’istituto privilegia la gestione interna di governo, indirizzo e controllo, delegando ad outsourcer specializzati la gestione operativa delle applicazioni e delle infrastrutture.

Da un punto di vista informatico la crescita per linee esterne, evento frequente nella storia dell’istituto, comporta complesse operazioni di integrazione di dati e sistemi informativi del ramo di azienda che viene acquisito. Immaginando il tutto distribuito su una molteplicità di outsourcer appare evidente come governo, indirizzo e controllo siano i fattori critici di successo.

Tra gli outsourcer che supportano i filoni di business dell’istituto, Equens fornisce i sistemi informatici a supporto del mondo dei pagamenti; Bankadati fornisce sia servizi di banca standard (e.g. Conti Correnti, dossier Titoli) sia le infrastrutture sulle quali girano le applicazioni personalizzate per l’erogazione dei servizi di finanza (Global Custody e Banca Depositaria); Unione Fiduciaria fornisce i sistemi informatici a supporto dei Fund Services; Kedrios e List forniscono i sistemi a supporto dell’intermediazione mobiliare.

Che tipo di tecnologie utilizzate?

Principalmente procedure Cobol su mainframe, con il contorno di componenti ancillari per consentire l’accesso Web alle applicazioni mainframe, sviluppate su piattaforme più flessibili e meno costose (Java su Windows).

Si tratta di una tecnica decisamente diffusa nel mondo dei sistemi informatici bancari. La presentazione, sicurezza e profilazione sono gestite da uno strato Web, tipico dei portali, mentre i dati e le funzioni elementari sono erogati dalle consolidate procedure Cobol.

Voi avete un Ced dedicato o utilizzate soluzioni Cloud?

A oggi tutte le nostre applicazioni risiedono sui Ced dedicati, siano essi quelli di proprietà oppure quelli dei nostri outsourcer. In complesso parliamo di 11 differenti siti collegati e armonizzati per consentire alle applicazioni di colloquiare tra loro e verso l’esterno, mantenendo una omogeneità nei livelli e protocolli di sicurezza, disponibilità e prestazioni. Non utilizziamo, a oggi, soluzioni Cloud.

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Progetti futuri?

Tra i progetti futuri citerei: la migrazione di Arca e il Payment Hub.

Il primo progetto, relativo al mondo Securities Services, prevede la presa in carico delle attività di Banca Depositaria di Arca SgR. Dal punto di vista informatico questo implica far evolvere il nostro sistema di banca per recepire le nuove personalizzazioni legate ai prodotti e servizi erogati da Arca e mettere in campo una migrazione simultanea dalle attuali 4 differenti banche depositarie sui sistemi dell’istituto.

Una migrazione “big-bang” sfidante dal punto di vista del controllo e pianificazione per un progetto che coinvolge sistemi interni e numerosi outsourcer.

Il secondo progetto è legato al mondo dei pagamenti ed è collegato alle evoluzioni europee nel settore dei pagamenti note come Sepa (Single Euro Payments Area). La spinta all’adozione di nuovi servizi europei, abbandonando quelli nazionali (in Italia: bonifici, rid, riba, …), richiede il completo rinnovamento dei sistemi informatici sottostanti.

Dopo anni e anni di stratificazione informatica, la profondità cui bisogna arrivare per sradicare le vecchie procedure e innestare le nuove rende critico e oneroso ogni progetto di evoluzione. Per agevolare questo processo, minimizzando i rischi e le complessità, l’istituto sta proponendo soluzioni che prevedono scenari con crescente livello di integrazione con i sistemi della banca e che consente a quest’ultima di demandare Icbpi nel compito di trasformare gli ordini interni in bonifici e incassi Sepa.

Dal punto di vista informatico questo significa mettere a punto un motore per la gestione di pagamenti Sepa che possa colloquiare potenzialmente con ogni sistema informativo di banca e creare, per ogni banca che aderisce al servizio, il collegamento con i suoi sistemi interni (le procedure di sportello, gli applicativi per l’Internet banking ecc.). Questo approccio consente alla banca cliente l’adozione dei nuovi standard Sepa riducendo gli sviluppi informatici ai soli collegamenti verso l’Hub.

Su quale trend tecnologico del futuro scommetterebbe?

Tra i molti trend in atto ve ne sono alcuni cui guardiamo con attenzione, cito per esempio i servizi Cloud.

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Credo che la velocità con la quale si muovono alcuni settori di business (penso per esempio al mondo della finanza) richiedano soluzioni e capacità elaborativa con flessibilità spesso maggiore a quella che soluzioni di Ced tradizionale offrono. Devo purtroppo testimoniare che a oggi esiste poca o nulla offerta in logica Cloud legata al mondo informatico tradizionale bancario, sono però sicuro che qualcosa di nuovo emergerà, anche dalle esperienze che alcuni grandi vendor stanno facendo con altre banche all’estero.

Quale ruolo per il Cio in azienda?

Il ruolo di un Cio in banca è sempre più, in questo scenario di grande pressione sui costi, quello di riuscire ad assecondare le esigenze del business adottando soluzioni di minimo impatto; all’approccio dell’innovatore “lancia in resta”, ruolo naturale per un professionista che deve far evolvere il sistema informatico in sintonia con i suoi colleghi del business, si sostituisce spesso quello dello “spietato” cost cutter che persegue soluzioni tattiche ”bretellando”, rimandando a un futuro un po’ più roseo la reingegnerizzazione e ottimizzazione dei sistemi che negli anni si stratificano.

Ogni tanto, magari approfittando di periodi meno duri di quello che tutti stiamo attraversando, si coglie l’occasione per lanciare più ampi progetti di revisione e ottimizzazione, consentendo spesso alle strutture operative (penso per esempio ai back office) di recuperare in efficienza laddove magari la soluzione tattica aveva apportato solo l’efficacia.

 

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Emanuele Balistreri story

Emanuele Balistreri, responsabile Competence Center Banche – Istituto Centrale delle Banche Popolari, ha una pluriennale esperienza nella ristrutturazione di direzioni/dipartimenti IT di aziende complesse; approccio focalizzato a coniugare risultati di breve termine (task force) con l’elaborazione di strategie di change di medio periodo e loro implementazione. Profonda conoscenza delle architetture tecnologiche e collaudata esperienza nelle attività di razionalizzazione e semplificazione. In precedenza è stato direttore ICT di CartaSi, riportando all’amministratore delegato, con l’incarico di garantire l’adeguatezza del sistema informativo di gruppo agli obiettivi di sviluppo del business. Laureato in Ingegneria delle Telecomunicazioni ha svolto un Dottorato di ricerca in Ingegneria dell’Informazione all’Università di Pisa.