Innovare: un dovere per le aziende


Innovazione e competitività: due parole forse abusate ma fondamentali per sostenere il rilancio del nostro Sistema Paese. È infatti solo attraverso la continua innovazione e l’adozione di nuovi modelli di business che è possibile oggi competere sul mercato e affermarsi nel proprio settore. Innovazione che, quando è accompagnata da un effettivo cambio culturale, in azienda così come nel mercato consumer, ha una maggiore facilità di affermazione.

Affinché queste condizioni si verifichino, è necessario lavorare per trasmettere in modo concreto e diretto il valore della tecnologia innovativa che si sta proponendo e i benefici della sua adozione; nel caso, ad esempio, del cloud computing è importante trasferire alle aziende che l’introduzione di questo nuovo modello non riguarda solo ed esclusivamente l’area tecnologica, ma ha un impatto diretto anche sul business: si tratta infatti di pensare gli investimenti in tecnologia non come l’acquisto di beni velocemente deprezzabili e poco versatili, ma come un impiego delle risorse finanziarie definito nella quantità e nel tempo. Il tutto con una velocità di approvvigionamento sino a ieri impensabile e soprattutto con la possibilità di convertire velocemente la spesa in un’altra direzione qualora la situazione di mercato lo richiedesse. Un modello dunque che genera una serie di benefici in termini di riduzione dei costi e dei consumi energetici, sposta l’attenzione e le risorse verso una gestione efficiente dei bisogni e dei servizi che inevitabilmente innesca un processo più rapido ed efficace del cambiamento e dell’innovazione, strategico per lo sviluppo delle imprese e quindi dell’economia.

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Di fatto il cloud computing ancor prima di essere un fenomeno di trasformazione di processi e tecnologie è un percorso di cambiamento culturale della società e delle persone. La trasformazione sta nel passaggio da una logica di “proprietà” a una logica di “disponibilità a servizio”.

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L’opportunità legata allo sviluppo del cloud computing però non riguarda solo le aziende; anche i system integrator dovranno riflettere sul loro ruolo e decidere se promuovere l’adozione di questo paradigma in quanto leva competitiva per le imprese. Ciò significa investire per primi in innovazione, conoscere le tecnologie, testare sulla propria pelle i risultati di certe scelte, padroneggiare le tematiche della sicurezza, vera barriera all’ingresso del cloud computing.

Il cloud si espande anche all’Internet degli Oggetti, un’area fondamentale che porta questo paradigma dalla centralità delle server farm alla quotidianità e alla disseminazione capillare. È sotto gli occhi di tutti che se fino a qualche tempo fa Internet era “solo” una rete di computer, oggi si è venuta a creare una nuova forma ibrida di Web dove gli elementi – telefoni cellulare, Tv, sensori, elettrodomestici, tag – sono integrati in tempo reale e interagiscono con noi in modo sempre più trasparente.

È chiaro dunque che la spinta all’innovazione non segue più la classica direttrice top-down, ma arriva anche dall’utente finale, la nuova generazione di consumatore che richiede servizi e prodotti “always on” per costruire nuovi modelli di relazione e di processo. Solo accettando questa sfida e mettendosi in gioco le aziende potranno competere nella nuova arena che si sta delineando.

Marco Cusinato, executive partner di Reply