MOBILITÀ SU MISURA


Perché passiamo tanto tempo a parlare di riforma fiscale? Forse sarebbe più facile eliminare gli ingorghi stradali? Mentre ogni piano per ridurre le tasse si dimostra essere una coperta troppo corta, la riforma del traffico sarebbe un affare sicuro da 40 milioni di dollari. A fare i conti è Paul Krugman, economista, Premio Nobel nel 2008. Si calcola che l’anno scorso gli americani abbiano perso più di otto miliardi di ore a causa di ritardi dovuti al traffico, con un costo economico complessivo di oltre 80 miliardi di dollari, sotto forma di tempo perso, consumi extra di carburante, usura delle vetture. In Italia, dove il costo del carburante è tre volte quello dei cugini americani, c’è un’auto ogni due persone. Non solo. Nelle città, perché il traffico sia fluido, almeno un quarto dell’area urbana dovrebbe essere riservata alle strade. Invece, la maggior parte dei veicoli, parcheggiata a bordo strada, riduce la superficie disponibile al traffico: la densità di auto è alta e la velocità è bassissima: la media in città è 16 km/h. Riducendo al 10% il numero delle auto, sparirebbe la congestione e si viaggerebbe in città a 50 km/h. Maggiore velocità, migliore manutenzione e diminuzione del numero di auto migliorano la qualità dell’aria. La soluzione si chiama car sharing. Per Roberto Vacca, pratico di scenari globali e previsioni tecnologiche, il 90% delle auto private andrebbe sostituito con una flotta in affitto pari al 10% dell’attuale parco urbano. «Diminuire drasticamente il numero di auto sembrerà un disastro per l’industria automobilistica, ma i parchi auto si saturano ovunque. Dovremo inventare nuovi obiettivi, risorse e mode. I mille chili della nostra auto non ci rendono mobili. Per viaggiare veloci a basso costo non servono 35 milioni di auto private, ma tre milioni di auto condivise».

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