Agcom: 2013 annus horribilis per media e telecomunicazioni

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L’Agcom ha presentato i dati sul settori delle telecomunicazioni e dei media per il 2013. L’intero mercato è in calo del 9% rispetto al 2012 e si registrano perdite in tutti settori

Il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, ha presentato oggi la sua relazione relativa all’anno appena trascorso. Per il mercato media il 2013 non è stato certo un anno facile per tutti i settori. Il fatturato stimato è di 56,1 miliardi in perdita di 5,4 miliardi rispetto a quello registrato nel 2012 (-9%). Il fatturato lordo della comunicazione è inoltre sceso sotto il 4% del Pil. Questa è un’ulteriore conferma che l’Italia deve spingere fortemente verso una piena attuazione dell’Agenda Digitale.

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Lo stato di salute di telecomunicazioni e media nel 2013

A sentire maggiormente l’andamento negativo è il settore delle telecomunicazioni, che perde il 10,8% segnando un fatturato di 34,4 miliardi di euro. A destare particolarmente scalpore è la perdita del 50% delle quote di mercato di Telecom Italia, che da fine luglio farà pagare l’avviso di chiamata, nella banda larga fissa. Nel 2013 si conferma anche il calo generale dei prezzi.

Per quanto riguarda i media tutti i settori (editoria, radio e TV) registrano perdite. L’intero settore ha perso il 6,9% rispetto al 2012 registrando un fatturato per il 2013 di 14,7 miliardi di euro. Nel settore televisivo Sky rimane prima nella classifica per ricavi mentre sorprendentemente la RAI (-1,6%) supera Mediaset (-8%) per fatturato anche se per pochi milioni di euro. L’online è il settore più in salute e che registra perdite minori.

Cardani è intervenuto anche sul tema sull’ingresso dei cosiddetti “Over The Top”, ovvero quei grandi provider tanto criticati da Fedele Confalonieri di Mediaset e Carlo De Benedetti del Gruppo l’Espresso. “Potrebbe servire un cambiamento dell’approccio regolamentare – ha spiegato il presidente dell’Agcom – perché per cogliere l’effettiva portata dell’ingresso degli Over The Top sui mercati delle Tlc non aiuta analizzare i singoli mercati rilevanti, ma occorrerebbe un’analisi per l’intera industria”.

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