Google: le app freemium fuori dalla categoria “gratuite”

Google app freemium e acquisti in-app

Google ha scelto di eliminare dalla sezione “app gratuite” le app freemium e ha posto una password agli acquisti in-app. Apple invece latita

Le app freemium sono le più scaricate dagli app store. Questi particolari tipi di app sono disponibili gratuitamente ma contengono al loro interno la possibilità di acquistare contenuti a pagamento. In diverse occasioni questa loro peculiarità ha scatenato le polemiche dei consumatori in quanto spesso, per avere un’esperienza davvero soddisfacente, gli utenti sono costretti ad acquistare contenuti. Inoltre c’è il problema dei minori. In più occasioni le grandi aziende del mondo mobile, in particolare Apple, sono state costrette a risarcire i genitori di bambini che avevano speso involontariamente cifre enormi giocando con lo smartphone o il tablet.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il problema legato agli acquisti in-app ha attirato l’attenzione delle autorità europee e ora Google, che proprio grazie a questa modalità ha visto crescere i ricavi di Google Play, ha deciso di rendere sempre più trasparente il suo rapporto con le app freemium.

App freemium: differenze fra Google e Apple

[blockquote style=”4″]”Gli acquisti in-app sono un modello di business legittimo, ma è essenziale per chi crea l’app di comprendere e rispettare il diritto comunitario, mentre si sviluppano questi nuovi modelli di business”, ha scritto in una nota la Commissione europea.[/blockquote]

L’autorità continentale quindi chiede agli sviluppatori delle app freemium di non creare giochi che invitino i bambini ad acquistare contenuti, di essere più trasparenti nelle transazione e di fornire un servizio di assistenza specifica anche tramite e-mail.

Google, che ha portato lo streaming di Infinity su Chromecast, sembra sia la prima azienda a prendere seriamente le indicazione della Commissione. Big G non porrà più le app freemium nella sezione “app gratuite” di Google Play e ha messo una password di sicurezza agli acquisiti in-app che impedisce ai minori di fare acquisti senza conoscerla. Apple invece è ancora indietro e ha promesso nel prossimo futuro di prendere provvedimenti per non venir meno alle richieste della Commissione. Al momento l’unico dispositivo di sicurezza per gli acquisti in-app realizzato dalla Mela è la funzione “Ask to buy” all’interno di iOS 8, che invia una notifica ai genitori quando i loro figli vogliono comprare qualcosa su App Store.

Leggi anche:  Crédit Agricole Italia e BlockInvest insieme per la “tokenizzazione” dei bond