IB&II e RDS, 12 borse di studio a ricercatori eccellenti per prevenire la fuga dei cervelli

Workshop promosso da RDS e da Italian Business & Investment Initiative con l’Ambasciata Usa in Italia, la Commissione Fulbright e Invitalia. Premiati 12 giovani laureati e ricercatori con una borsa di studio BEST Program: otto mesi in Silicon Valley per imparare dai migliori, lavorare con loro, preparare il proprio piano industriale e tornare in Italia per lanciare la propria start up

Continuare a fare leva sui punti di forza dell’Italia creando un volano di crescita nel settore delle tecnologie innovative, coinvolgendo giovani di talento, grandi aziende e istituzioni, e cambiare il Paese anche grazie al business. All’Italia certo non mancano gli strumenti: leadership in comparti tecnologici strategici, capacità imprenditoriali, aziende all’avanguardia, università di eccellenza, accesso alle risorse. E’ questo il mix con cui il nostro Paese realizza la crescita interna, con e negli Stati Uniti.

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Start up, crescita, innovazione, exit strategy, strumenti e casi di successo, ruolo di istituzioni e grandi aziende sono infatti i temi al centro di “Italy for growth in the USA: the BEST scholarship case & USA opportunities”, il workshop organizzato in serata da Radio Dimensione Suono (RDS) e da Italian Business & Investment Initiative (IB&II), un’organizzazione indipendente con sede a New York che in tre anni ha presentato agli investitori americani 215 start up e realizzato 40 eventi con finanziatori, studenti delle maggiori università USA e opinion maker per spiegare perché investire in Italia, nonché il lancio del summit annuale a New York dedicato al nostro Paese con leader del mondo politico ed economico di Europa e Stati Uniti.

Il meeting, introdotto dall’Ambasciatore USA in Italia e San Marino, John Phillips, e dal presidente di RDS,    Eduardo Montefusco, viene moderato dal direttore del settimanale “Panorama” Giorgio Mulè e riunisce in due tavole rotonde nomi eccellenti dell’imprenditoria e della finanza italiana: Marco Agostini, chairman Cogisen; Domenico Arcuri, ceo Invitalia; Luigi Capello, founder Luiss Enlabs; Yves Confalonieri, director interactive media Mediaset; Donato Iacovone, ceo Ernst & Young Italia; Maximo Ibarra, ceo Wind; Claudio Giuliano, managing partner Innogest sgr; Eduardo Montefusco, presidente RDS; Fernando Napolitano, ceo IB&II e chairman BEST Steering Committe; Gino Nicolais, presidente CNR; Francesco Starace, ceo Enel.

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Al termine del dibattito su come favorire lo sviluppo delle imprese italiane e delle start up all’estero, in particolare negli USA, saranno premiati i 12 vincitori del BEST Program 2014-2015 (Business Exchange and Student Training), la borsa di studio per giovani ricercatori con idee innovative nel campo di Ict, biotecnologie, strumenti e macchinari, energia e ambiente, arte, moda e design promossa dalla Steering Committee e da Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, in cooperazione con la Commissione Fulbright per gli scambi accademici e culturali tra l’Italia e gli Stati Uniti e con l’Ambasciata USA in Italia.

Anche grazie alla campagna mediatica di RDS, hanno mandato la loro candidatura quest’anno ben 200 giovani. Dodici i borsisti selezionati, con progetti ad alto potenziale in settori che vanno dall’ICT all’architettura e urbanistica, dalle scienze ambientali all’ingegneria industriale e biomedica, dalla biotecnologia all’economia, dalla fisica alla biologia: Riccardo Petelin di Trieste, Antonio Andrea Gentile di Maglie (Lecce), Alberto Arrigoni di Zelo Buon Persico (Lodi), Michele Claudio Laddaga di Bari, Alessandra Pacilli di Roma, Maria Grazia Esposito di Cardito (Napoli), Teresa Maria Carusone di Capua (Caserta), Franz Tschimben di Bolzano, Pierluigi Santoro di  Grottaglie (Taranto), Lucia Rampanti (Verona) e Alessandro Zambon  di Vicenza. Senza dimenticare Vincenzo De Laurentis, da Terlizzi (Bari), che si è aggiudicato la borsa di studio messa in palio da RDS Startup Lab, 35.000 euro per la propria startup high-tech legata al mondo della musica, dell’intrattenimento del video e social engagement. Al rientro in Italia dopo la formazione negli Usa verrà affiancato per altri sei mesi da RDS nel percorso che lo porterà allo sviluppo della sua “Join me there“.

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A questi talenti vanno circa 41.000 dollari ciascuno e la possibilità di frequentare corsi di imprenditoria alla Santa Clara University e di svolgere un tirocinio in una start up americana, oltre che di incontrare la comunità dei venture capitalist e angel investor in Italia e negli USA. Esclusi gli ultimi 12 vincitori, dal 2006 hanno ottenuto borse di studio oltre 60 giovani italiani che dopo aver appreso come creare un’impresa a Silicon Valley e aver lavorato per una di esse, hanno creato 26 start up innovative, grazie al contributo di aziende (CNR, Enel Green Power, Imast, MIUR) e Regioni (Campania, Emilia Romagna, Toscana, Veneto,  Provincia autonoma di Bolzano) che finanziano il progetto con le risorse del Fondo sociale europeo.

“Il nostro obiettivo è convincere tutti i governatori italiani a sfruttare il Fondo sociale europeo per l’imprenditoria, in modo da sponsorizzare almeno 10 borse in ogni regione d’Italia – spiega Fernando Napolitano, presidente della Steering Committee di BEST Program e fondatore di Italian Business & Investment Initiative -. Grazie anche al supporto del Consolato Generale d’Italia a San Francisco, questi giovani avranno l’opportunità di incontrare imprenditori di successo e venture capitalist e di frequentare seminari presso Stanford e Berkely. Al rientro in Italia, obbligatorio perché ricevono un visto provvisorio destinato a programmi di scambio culturale, saranno inoltre seguiti per sei mesi per accelerare il lancio della loro start up”.

“Sono uno dei 4.000 precursori delle radio libere in Italia – dichiara Eduardo Montefusco, presidente di RDS – una sorta di pioniere di un’esperienza che ha molto in comune con il modello delle start up. Le radio libere furono una svolta epocale che consentì al nostro Paese di uscire dai canoni classici del “fare radio” e che formò generazioni di conduttori, alcuni dei quali hanno saputo anche reggere il confronto con la platea televisiva. Ma soprattutto – continua Montefusco – le radio libere furono una “palestra” per giovani imprenditori di allora che hanno saputo far crescere e rivitalizzare il mezzo radiofonico anche alla luce della concorrenza spietata con la televisione. Quell’esperienza e la capacità di adattare il mezzo alle evoluzioni della tecnologia ci hanno portato a saper interpretare, ai giorni nostri, le opportunità generate dal passaggio dall’ascolto all’interazione e la possibilità attraverso la crossmedialità di decodificare un nuovo ecosistema generato dai moderni device attraverso un accurato utilizzo delle potenzialità espresse dal mondo dei social”.

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