Città intelligenti – Prove di futuro

Bergamo 2035” è stato presentato all’i.lab, il centro di ricerca e innovazione di Italcementi

Grazie all’ICT, si possono utilizzare meglio le risorse delle città per ridurre i consumi e far lavorare meglio le persone. Si può progettare la mobilità sulla base dei dati e rendere gli edifici più smart.
Alla malta e ai mattoni si sostituisce un impasto di fibre ottiche, capacità di calcolo, sensori e big data. Da due anni, l’Università di Harvard collabora con quella di Bergamo, con il supporto della fondazione Italcementi, al progetto di concepire la città del futuro. Bergamo è diventata oggetto di studio in quanto «prototipo urbano», ma il progetto nasce per costruire una visione articolata e di lungo termine dello sviluppo delle città e dei territori. «Bisogna avere la capacità di guardare avanti» – ha detto Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi, tracciando l’orizzonte di Bergamo 2035.

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Stefano Andreani, giovane ricercatore italiano in forza alla Scuola di design di Harvard, ha spiegato che tutto nasce dalla volontà di «indagare il rapporto tra cittadino e ambiente urbano. Nella smart city, tecnologie e soluzioni innovative si sviluppano insieme al servizio di nuovi modelli sociali di responsabilità e di inclusività».

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