I Garanti della privacy chiedono trasparenza per le app

I Garanti della privacy chiedono trasparenza ai produttori di app

Il Global Privacy Enforcement Network ha chiesto ai produttori di app di rendere disponibile una informativa sulla privacy prima del download dell’app

La gestione dei dati personali da parte dei produttori di app è diventata la prima preoccupazione dei Garanti della privacy mondiali. Il Global Privacy Enforcement Network (Gpen), associazione che raccoglie la maggior parte delle autorità addette alla protezione dei personal data, ritiene che sia necessario che le aziende informino correttamente e preventivamente gli utenti su quali informazioni devono fornire per utilizzare il servizio e come questi dati saranno gestiti. La Gpen ha quindi inviato una lettera a Apple, Google, Samsung, Microsoft, Nokia, BlackBerry e Amazon, che non potendo utilizzare i droni ha ripiegato sulle biciclette, in cui le informano di questa necessità.

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Il Garante della privacy: “Gli utenti devono essere informati prima dell’installazione dell’app”

La proposta della Gpen nasce da un’indagine effettuata nei mesi scorsi. Su 1.200 app monitorate in tutto il mondo, solo il 15% informa gli utenti su come sarà gestita la loro privacy prima del download. Nel 59% dei casi, invece, non è stato possibile trovare le policy riguardanti l’utilizzo dei dati personali. Il Garante italiano della privacy Antonello Soro, che in passato aveva denunciato il troppo potere in mano ai colossi del web, ha sottolineato come le app ci semplificano la vita ma queste spesso richiedono senza un motivo preciso dati personali anche molto importanti (rubrica, foto, posizione geografica, informazioni sanitarie).

[blockquote style=”4″]”Il rischio – ha spiegato Soro – è un monitoraggio digitale permanente al quale ci stiamo via via assuefacendo. Mettere a disposizione degli utenti una informativa prima del download è fondamentale per la tutela dei diritti perché consente alle persone di decidere liberamente e consapevolmente, prima dell’installazione, se permettere l’uso dei propri dati o meno. Senza questa informazione, gli utenti sono esposti ad una raccolta massiccia a loro insaputa”.[/blockquote]

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Recentemente anche il Garante europeo della protezione dei dati (GEPD), Giovanni Buttarelli, ha sottolineato come i colossi del web statunitensi debbano adeguarsi alle normative europee sulla privacy.