Sinfo One. La ricetta è nel software

paola pomi_sinfo one

Dopo aver messo a segno un altro anno di crescita, lo sviluppatore parmense va alla conquista di nuovi clienti in Europa, a sostegno dell’innovazione dell’industria alimentare

La forte specializzazione nelle soluzioni rivolte alle aziende del comparto alimentare e del food processing – unita alla capacità di andare oltre gli ormai tradizionali schemi della gestione per rispondere alla crescente domanda di strumenti di pianificazione e business intelligence – mette il vento in poppa alla agile imbarcazione di Sinfo One, la realtà informatica parmense che ha costruito il suo successo proprio in uno dei distretti più orientati al cibo dell’economia italiana. E oggi, questo vento permette alla società guidata da Paola Pomi, non solo di continuare a crescere anche in una congiuntura non facile, ma anche di coltivare ambiziosi progetti di ulteriore espansione fuori dai confini nazionali, affrontando mercati tutt’altro che periferici in Europa, come il Regno Unito e la Germania.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

«La prima buona notizia – conferma Paola Pomi – è che Sinfo One ha chiuso il 2014 con il 7% in più rispetto all’anno precedente». Ancora migliori sono le previsioni per il 2015: «Puntiamo a una crescita del 9%, un traguardo che confido di poter raggiungere. Le sfide ambiziose ci piacciono, quelle impossibili no». L’altro aspetto positivo dell’anno che si è appena concluso, riguarda gli investimenti in persone e tecnologie. «Oltre il 12% del fatturato – prosegue Paola Pomi – si è tradotto in innovazione di prodotto e l’impegno viene riconfermato per il 2015. Anzi, è probabile che percentualmente investiremo qualche punto in più, perché le dinamiche di mercato esigono flessibilità e verticalizzazione». L’investimento che oggi Sinfo One è chiamata a governare ha riguardato anche l’organico. «Con una decina di nuove assunzioni, quattro delle quali specializzate sulle soluzioni offerte, Sinfo One ha raggiunto un headcount di 125 persone» – rivela Paola Pomi. «Un maggior numero di assunzioni avrebbe comportato qualche problema di compattamento della squadra, ma le nuove risorse sono e continueranno a essere necessarie per rispondere alle esigenze dei clienti».

Il menu dell’offerta

L’argomento internazionalizzazione è molto più articolato e testimonia il grado di maturazione di uno specialista che può vantare un ricco portafoglio di soluzioni di proprietà – prima tra tutte la piattaforma Si Fides – e servizi di integrazione e consulenza indirizzati alla personalizzazione di piattaforme standard di mercato, come Oracle JD Edwards. Un arsenale di soluzioni che comincia ad attrarre molto interesse da parte delle realtà internazionali. «Se fino a qualche anno fa – spiega Paola Pomi – la clientela estera di Sinfo One era costituita in pratica da filiali di imprese italiane raggiunte attraverso la nostra rete commerciale e i contatti interni, da almeno tre anni a questa parte, stiamo portando avanti una vera e propria espansione su scala europea, in particolare in Germania, Regno Unito e Francia, con un occhio di riguardo rivolto anche a Spagna e Belgio. Realtà complesse dal punto di vista del mercato, ma dal peso specifico rilevante».

In questo scenario, l’industria alimentare resta un naturale punto di forza. Due sono i riferimenti per l’offerta di Sinfo One. Da un lato c’è Si Fides, un prodotto su cui Sinfo One ha investito molto anche in termini di localizzazioni e adattamenti alle normative internazionali. Dall’altro c’è la piattaforma Oracle JD Edwards e le sue numerose verticalizzazioni. L’offerta, come si è detto, travalica i confini geografici ma anche quelli applicativi, con soluzioni che vanno ben oltre il classico gestionale. «In particolare – dice Paola Pomi – penso agli strumenti BI da agganciare alle piattaforme ERP, strumenti su cui abbiamo investito moltissimo e sono già pronti per l’uso perché integrano già un migliaio e più di indicatori specifici per il settore alimentare».
Gli esperti di business intelligence sanno che le differenze tra questi indicatori possono essere minime, ma hanno un impatto enorme sulle possibilità analitiche e conferiscono al software di pianificazione una quantità di sfaccettature importanti quando si deve rispondere alle esigenze di clienti che appartengono sì a uno stesso settore, ma fanno della personalizzazione una fondamentale leva competitiva. «L’azienda che sceglie Sinfo One – conferma Paola Pomi – si trova con il software che fornisce già tutte le spiegazioni e con gli ingredienti, è il caso di dire, per confezionare su misura la propria torta».

Gli ingredienti del successo

Un altro aspetto non marginale, a salvaguardia degli investimenti già sostenuti dal cliente, è la possibilità di integrarsi anche in ambienti non Oracle. Paola Pomi cita per esempio le varie implementazioni in ambienti ERP/BI di marca diversa: un’apertura e una flessibilità che oltretutto consentono di realizzare soluzioni personalizzate di BI in tempi molto ristretti. «Sinfo One – aggiunge Paola Pomi – ha impostato e automatizzato la fase di estrazione e raffinamento dei dati, cosa che permette di alimentare correttamente i data warehouse». Con tutte le piattaforme ERP predominanti, spesso sono sufficienti poche settimane di lavoro per implementare una soluzione stabile, sfruttando al meglio quelle che sono le recenti evoluzioni a livello di dispositivi e mobilità. «La business intelligence di Sinfo One – però – interpreta l’uso di tablet e smartphone non semplicemente riportando sull’interfaccia mobile le peculiarità dei suoi tool analitici, ma reinventandole proprio in funzione delle nuove interfacce».

Sinfo One vuole presentarsi alle aziende food europee e non, con tutte le soluzioni rilevanti per il settore della produzione di beni alimentari, con una sensibilità particolare nei confronti della business intelligence e del product lifecycle management (PLM), che Paola Pomi identifica in tutto l’ambito applicativo pensato per stimolare l’innovazione, comprendendo sia la sicurezza sia la compliance normativa di un prodotto destinato all’alimentazione. «Di PLM si parla molto in ambito manifatturiero, meno per tutti i parametri che è necessario gestire quando si vuole fare innovazione in campo alimentare. Noi sosteniamo da tempo che questo settore ha bisogno di ingegneria, proprio a cominciare dai processi per la creazione di nuovi prodotti. Alla luce degli impegni di spesa più ridotti rispetto al passato, gli investimenti devono essere molto più mirati, bisogna studiare e prepararsi prima».

Il “food specialist” oltre l’ERP

Gli strumenti di pianificazione Sinfo One agevolano questo tipo di approccio, che nel food comporta una quantità di dimensioni complesse da gestire e una partecipazione molto più corale in azienda. «Nella nascita di un nuovo alimento, anche una semplice merendina, sono coinvolti il marketing, la ricerca e sviluppo e la produzione, il controllo qualità, persino chi deve curare il packging e la logistica» – spiega Paola Pomi. Il PLM deve analizzare un’idea e approntare un sistema di filtri in grado di limitare i potenziali insuccessi anche attraverso opportuni strumenti di sincronia e collaborazione tra le varie procedure. «Disporre di troppe fonti di informazione rischia di equivalere a non averne nessuna, le informazioni devono essere quelle giuste. In un ambiente ERP tradizionale non si parla per esempio di valori nutrizionali, di fattori come le intolleranze alimentari o le regole dietetiche, religiose e no. Tutte queste sfaccettature devono essere coperte, rese algoritmiche e fino a oggi c’erano pochissimi software in grado di garantirle». Paola Pomi cita al proposito una gara vinta recentemente nel Regno Unito con KP Snacks, una delle aziende di snack più importanti d’Europa. «Hanno ammesso di aver fatto parecchio scouting in giro, ma la nostra soluzione è risultata in assoluto la più convincente» – racconta Paola Pomi senza nascondere la soddisfazione.

Attraversare i confini

Attraversare i confini significa anche poter sfruttare meglio aspetti della cultura di processo ancora immaturi in Italia. «In nazioni come la Germania o il Regno Unito, i processi tendono a essere più complessi sul piano organizzativo, e per un provider tecnologico è una bellissima sfida. Esistono procedure, come il demand planning, con cui non abbiamo ancora tutta questa familiarità in Italia. Noi siamo in grado di offrire uno strumento di pianificazione della domanda implementato su Oracle Hyperion, che può aprirci opportunità molto interessanti». L’entusiasmo è insomma alle stelle. E Sinfo One si appresta a vivere un altro anno di successi, aiutata dalle sue tecnologie e da collaboratori giovani e molto dinamici, capaci di sostenere una strategia di marketing e supporto delle soluzioni ancora centralizzata e basata sulla capacità di far confluire rapidamente, nella sede del cliente, tutte le competenze che servono. Gli ingredienti della torta ci sono tutti. E il segreto della buona lievitazione, sapientemente mescolato nel software di “maison” Sinfo One.

Leggi anche:  Manutenzione predittiva per impianti galvanici, Dradura Italia lancia il progetto di ricerca GD4.0