Anche gli alieni usano la crittografia

Lo dice Edward Snowden che dall’esilio russo espone i suoi perché circa la difficoltà di parlare con altri mondi

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A Mosca non ci sono ancora le temute temperature invernali ma Edward Snowden, esiliato di lusso, potrebbe cominciare ad avvertire i primi sintomi dell’allontanamento forzato dalla propria terra. Durante il podcast StarTalk, condotto da Neil deGrasse Tyson, il ragazzo si è lasciato andare a dichiarazioni bizzarre sulla vita extraterrestre, anzi sul tipo di comunicazione che gli alieni potrebbero intrattenere tra di loro e nei confronti degli abitanti di altri pianeti.

Radiazioni cosmiche

“Mettiamo che esista una civiltà aliena intenta ad ascoltare altri esseri viventi, oppure che la nostra voglia spiare loro; nella storia dello sviluppo tecnologico di ognuna ci sarà stato solo un piccolo periodo in cui tutte le comunicazioni si svolgevano su canali primitivi, aperti e non protetti; e in ogni caso, qualunque cosa passi per quei canali sarebbe indistinguibile alle nostre orecchie a causa delle radiazioni di fondo cosmiche”. Insomma per l’ex gola profonda del Datagate, anche gli alieni farebbero uso della crittografia, non solo per rendere impossibile la traduzione di quello che dicono agli esseri umani, ma probabilmente anche per proteggere i discorsi dai loro simili; magari da una NSA plutonica.

Nuova tecnologia

Le possibilità di intercettare reali comunicazioni spaziali sono davvero esigue e non solo per via delle procedure di sicurezza messe in atto dagli E.T. ma anche per le onde cosmiche che rendono indistinguibile ogni parvenza di suono esterno all’orbita terrestre. Sarebbe perciò inutile continuare a cercare segnali nello Spazio, almeno nella maniera in cui lo abbiamo fatto sinora. Se risposta c’è stata è probabile che si sia persa in mezzo al rumore di fondo; solo tecnologie e tecniche più avanzate permetteranno allora di distinguere indizi concreti da fasulli schiamazzi orbitanti.

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