GIS, vivere in un mondo senza confini

Governi, imprese, utility, ambiente, sanità, trasporti, immigrazione. Quali sono le frontiere dell’intelligenza geospaziale? Le soluzioni GIS come strumenti di ingegneria sociale ed economica cambiano il modo di leggere il mondo e il business

Reinventare il GIS significa mettere i servizi di geolocalizzazione al centro dei processi non solo per visualizzare l’invisibile, incrementare il business per le aziende e il valore per il cliente, ma anche per prendere decisioni strategiche su solide basi, come mette in evidenza Roberta Bigliani, head EMEA di IDC Energy Insights. Ma a beneficiare della rivoluzione geospatial non sono solo le utility con la creazione di “catasti” condivisi in cui far confluire i dati relativi alle infrastrutture. Nei diversi ambiti applicativi – dalla gestione della mobilità cittadina al transito delle navi nei porti, dal monitoraggio dell’inquinamento e delle epidemie alla mappa del rischio sismico, passando per il geomarketing – i nuovi trend dell’IT geospatial sono molteplici e tutti legati alla rivoluzione mobile e alla disponibilità di connettività ad alta velocità. La geolocalizzazione è un mercato che vale 10,6 miliardi di dollari per il 2015, secondo i dati emersi durante la Conferenza Esri Italia 2015. La richiesta di soluzioni WebGIS e di analisi spaziale è trasversale a tutti i campi. Come nel passato, la geografia del mondo diventa un elemento chiave e strategico. Government, business, utility, ambiente, sanità, trasporti, soccorso stradale, immigrazione. Si tratta di visualizzare, analizzare e interpretare i dati spaziali per capire le “relazioni nascoste”, le tendenze in atto di un fenomeno, valutandone rischi e potenzialità. Un sistema di informazione geografica permette di portare benefici alle organizzazioni di tutte le dimensioni e rappresenta la risposta più semplice per esigenze diversificate. L’approccio geospaziale sta cambiando la nostra vita di tutti i giorni, ma anche il modo di concepire l’organizzazione, di leggere il mondo di dati in espansione, calandoli in un sistema di riferimento, e gli eventi a livello planetario. Il GIS è ormai da tempo una tecnologia strettamente funzionale al core business delle aziende ed è già in atto una fase più avanzata che mira all’integrazione del GIS con gli altri sistemi all’interno dell’azienda (CRM, CMS, BI…).

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In altri settori, come banche, assicurazioni, retail, il GIS è utilizzato da poco tempo, ma è già molto chiaro il valore aggiunto derivante dall’uso di mappe interattive e dell’analisi spaziale. Il geomarketing, per esempio, rappresenta ormai un sistema di supporto alle decisioni in molti settori di business, in grado di orientare le scelte operative delle aziende in funzione del contesto territoriale nel quale operano le singole realtà produttive e distributive, fornendo informazioni sulla domanda attuale e potenziale del mercato, sul posizionamento rispetto alla concorrenza, sul grado di copertura della rete commerciale. Inoltre, l’offerta di servizi online (WebGIS) fornisce alle aziende strumenti di analisi e condivisione di informazioni su mappa, che costituiscono un valido supporto alle decisioni strategiche e per lo sviluppo del business che può trarre molti vantaggi dall’introduzione della rappresentazione georeferenziata. Non bisogna dimenticare un’altra applicazione delle tecnologie GIS, in un ambito fondamentale per la società odierna: le emergenze. Le moderne piattaforme di comunicazione, che integrano servizi di mappatura, permettono di fronteggiare le calamità naturali, redigere piani di emergenza legati al rischio ambientale, rispondere in maniera proattiva a situazioni critiche e impreviste.

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Le applicazioni GIS con il più elevato potenziale di diffusione sono quelle vicine alla produzione e all’utilizzo della cartografia digitale, come il monitoraggio e la mappatura territoriale, la pianificazione e la gestione urbanistica, dell’ambiente e del patrimonio culturale. I dati geografici “liberati” dalla PA, infatti, sono al centro dello sviluppo dei territori in una prospettiva di smart city a vantaggio della mobilità sostenibile, la sicurezza e i servizi ai cittadini e alle imprese.

Applicazioni GIS per una sanità più efficiente

L’analisi georeferenziata in ambito sanitario può aprire nuovi scenari nella ricerca dei fattori di rischio per la salute collettiva e individuale e il monitoraggio delle epidemie. In campo sanitario, circa l’80% delle informazioni possono essere ricondotte a una posizione geografica e per questo i sistemi di informazione geografica possono essere considerati come una delle migliori tecnologie per facilitare i processi decisionali in campo sanitario. Da sempre, l’epidemiologia trae grandi vantaggi dalle conoscenze geografiche e la tecnologia GIS rappresenta il collegamento tra questi due ambiti, permettendo di visualizzare e analizzare la distribuzione geografica delle malattie nel tempo e di rilevare tendenze spazio-temporali, modelli e relazioni che sarebbero più difficili da scoprire tramite formati tabellari tradizionali. La gestione dell’emergenza sanitaria sulla vita di una città ha un impatto dirompente. Le soluzioni analitiche possono diventare uno strumento di pianificazione urbanistica per migliorare il livello di servizio nelle metropoli. Per esempio, il sistema di emergenza e urgenza in Lombardia costa 180 milioni di euro l’anno, su una popolazione di dodici milioni di abitanti. E nei prossimi anni, la spesa è destinata ad aumentare. Anche in vista di Milano Expo 2015, sono state adottate soluzioni GIS per gestire l’impatto del flusso dei 20 milioni di turisti sul sistema di emergenza e urgenza di Milano e Lombardia. L’analisi geolocalizzata dell’intervento di soccorso ha permesso di spostare in maniera fisica lo stazionamento di alcuni mezzi e di allocarli in modo più efficiente per arrivare sul luogo dell’emergenza con un limite di otto minuti in area metropolitana e di venti minuti in area rurale.

I dati che raccontano il mondo che ci circonda

 

Dalla soffitta, il concetto di “mappa” torna a essere di attualità grazie al GIS, che sta registrando grande sviluppo come strumento di “mapping” e come supporto alla business intelligence e ai processi decisionali. Tutto ciò è reso possibile da una profilazione dettagliata del territorio, che può essere costruita basandosi su una rilevante quantità di informazioni disponibili, e dai database dei singoli clienti di servizi esistenti che, con la possibilità di intervenire direttamente sul dataset di mappe, permettono di “raffinare” la trasposizione dei dati territoriali a livello digitale.

Il mercato della cartografia digitale è diventato di importanza strategica e molto profittevole. Nokia e Google sono stati tra i primi a capirlo e a muoversi di conseguenza. In un mondo senza confini e sempre più complesso, le mappe permettono di ridare concretezza a tutto quello che ci sembra invisibile o sfuggire alla immediata comprensione. Nel corso della storia, le carte geografiche hanno dato vita alla visione del mondo e anche al posto che occupiamo nel mondo. Le mappe interattive non sono solo “oggetti” tecnologici a vari livelli di dettaglio, ma sono delle rappresentazioni sincroniche del potere, dell’economia, della storia e dello stato di salute del nostro Pianeta. Un sistema GIS progettato per operare con dati relativi allo spazio geografico è in pratica un modello concettuale della realtà che simula, in modo sintetico, il mondo reale. Rispetto al passato, un sistema di informazione geografica ci permette di visualizzare, domandare, analizzare e interpretare i dati per capire rapporti, modelli e tendenze.

Tracciare, capire, condividere

I sistemi informativi geografici pubblicati su web permettono di estendere e condividere queste informazioni con altri utenti. Gli esempi più noti di WebGIS sono gli applicativi web per la localizzazione cartografica, da Google Earth ai sistemi informativi territoriali (SIT) delle Regioni e di diversi Comuni, che rappresentano la nuova bussola per orientarsi nella conoscenza e nel governo del territorio in ottica smart city.

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Le componenti principali di un WebGIS sono la parte hardware, quella software, le procedure applicative, le  banche dati e le persone. Il software è il vero motore del WebGIS. Il software per la gestione dei dati geografici è la componente che distingue un WebGIS da un sistema informativo generico. Il WebGIS non è una semplice estensione di un programma GIS-Desktop. Diffondere informazioni geografiche attraverso siti web significa quindi non solo dare la possibilità di inserire, elaborare e analizzare dati georeferenziati in qualsiasi punto della terra tramite una connessione, ma anche raggiungere una vasta platea di utenti, anche non specializzati. Ognuno, infatti, ha una storia da raccontare e ciascuno può sfruttare la potenza delle mappe tecnologiche per raccontare la propria. Non a caso, si chiama proprio “Mappe d’Italia”, il progetto promosso dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, attualmente in fase sperimentale nell’area emiliano-romagnola, ma che potrebbe poi essere esteso a tutto il territorio nazionale. Il progetto punta alla valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico del nostro Paese.

Intelligenza geospaziale al servizio dei governi

 

Vivere in un mondo senza confini significa governare i cambiamenti e i fenomeni di portata planetaria dalla gestione delle catastrofi ai flussi migratori. I servizi WebGIS e le soluzioni di analisi spaziale non sono solo una cassetta degli attrezzi, ma un modo per fare le scelte giuste. Le mappe nel corso della storia si sono sviluppate come conseguenza diretta dei movimenti di persone e merci. I sistemi GIS possono diventare strumenti di ingegneria non solo economica ma anche sociale per governare fenomeni complessi come l’immigrazione, le catastrofi, i conflitti. Ogni anno in Australia, il Dipartimento dell’Immigrazione passa al setaccio trenta milioni di viaggiatori irregolari e distribuisce sei milioni di visti, utilizzando big data analytics in tempo reale e integrando informazioni biometriche e georeferenziate.

La Croce Rossa Americana, utilizzando i dati del Geological Survey EarthExplore ha predisposto una mappa di intervento per gestire l’emergenza del terremoto che ha colpito il Nepal il 25 aprile 2015, causando più di ottomila morti e gravissimi danni. Sul fronte della guerra in Afghanistan, i contingenti militari si muovono per gestire gli attacchi in un generale clima di confusione, amplificato dalle lotte intestine tra le diverse fazioni in lotta. E accanto alle informazioni geografiche sul territorio, chi opera in quelle zone ha imparato a integrare altri tipi di dati per riuscire a rimanere vivo. L’intelligenza geospaziale permette di stare in prima linea con l’obiettivo di prevedere ciò che può accadere e – forse – impedire che accada. La National Geospatial Intelligence Agency, infatti, sta lavorando insieme ad altre agenzie europee a un sistema Geospatial intelligence che permetterà per la prima volta la raccolta di informazioni, analisi e processo di diffusione attraverso la raccolta automatica di terabyte di dati da una vasta gamma di fonti, come i documenti dei censimenti della popolazione, i rapporti delle ONG e persino gli annunci su Twitter, in un unico database che rivoluzionerà l’operatività degli interventi militari nelle aree critiche, collegando i dati riguardanti le persone, i luoghi, gli eventi con il paesaggio fisico e quindi identificando tutte le possibili relazioni tra tutte le diverse variabili. Questo tipo di applicazioni avrà un impatto anche sui sistemi tradizionali di valutazione del rischio, anche in ottica di business continuity e disaster recovery e – in un futuro non troppo lontano – anche di prevenzione del crimine.

GIS e immigrazione

Per chi scappa da una guerra, la fortuna più grande è riuscire a raggiungere un campo rifugiati UNHCR, anziché vagare attraverso pericolosi territori di scontri senza nessuna protezione, senza cibo o acqua, in balia dei combattenti armati di ogni fazione. Avere accesso alle mappe del territorio in circostanze come queste, può fare veramente la differenza tra la vita e la morte. Già nel 2004, l’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite aveva iniziato ad avvalersi dei dati satellitari allo scopo di individuare risorse idriche e località ottimali per i campi profughi destinati ai rifugiati. Oggi, ha integrato quei dati per la creazione di un sistema di informazioni geografiche che anche gli agricoltori locali possono utilizzare.

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L’attuale flusso di rifugiati e migranti economici che transitano attraverso il Mediterraneo è in costante crescita e minaccia di mettere a dura prova le politiche di accoglienza dei singoli stati. Intanto da settimane, è tornato a rafforzarsi un altro flusso in ingresso che segue la rotta balcanica. L’Unione europea, passando di vertice in vertice, rimane lontana dall’elaborazione di politiche comuni ed efficaci per gestire l’emergenza. Mappare i flussi migratori attraverso i sistemi geospaziali potrebbe offrire un valido supporto ai governi per decidere non solo quali scelte adottare nel breve periodo, ma anche per decidere la migliore politica sull’immigrazione. Aprire o chiudere le frontiere non è una scelta tra generosità o egoismo e non può essere lasciata all’emotività del momento. Una corretta politica dell’immigrazione ha bisogno di dati statistici, di dati economici e di dati geospaziali. La tecnologia ci viene in aiuto per districare una materia complessa. Conosciamo la strada, e abbiamo gli strumenti. Che cosa ci impedisce di cambiare veramente la vita delle persone in un mondo senza più confini?