L’ufficio senza carta? Ancora non esiste. Parola di Epson

Epson, un passo avanti nella difesa dell’ambiente

In un recente studio realizzato da FTI Consulting per conto di Epson, la maggioranza degli intervistati ha dichiarato che le stampanti sono indispensabili per la produttività degli uffici

Il concetto risale agli anni ‘70, quando molte aziende attive nel settore IT cominciarono a tracciare un futuro in cui le informazioni sarebbero state scambiate esclusivamente per via elettronica. Un addio alla carta negli uffici – dunque – che venne identificato con la famosa locuzione “paperless office”, ufficio senza carta. A oltre 40 anni di distanza da quelle prime sperimentazioni, dove siamo oggi? Lo abbiamo chiesto a Riccardo Scalambra, business manager dei prodotti per ufficio di Epson Italia, azienda che ha di recente commissionato a FTI Consulting un sondaggio su tremila e 600 dipendenti in Europa. «Oggi, dopo vari decenni che se ne parla, la carta non solo è presente nei nostri uffici, ma è percepita dalla maggior parte degli intervistati come uno strumento utile e fondamentale per lavorare con più produttività». Infatti, è del 77 per cento la quota di intervistati che ha sottolineato l’importanza delle stampanti nel lavoro d’ufficio, mentre ben l’83% ha affermato che l’ufficio senza carta non è uno scenario realistico. «L’88 per cento ha dichiarato di produrre in media 21 lavori di stampa al giorno – ha proseguito Scalambra – con una prevalenza di report, seguiti da email e allegati». Uno dei paesi che contribuiscono di più alla produzione di stampe, tra l’altro, secondo lo studio, è proprio l’Italia.

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Soddisfare le nuove esigenze

Una delle esigenze emerse dallo studio è quella di razionalizzare i costi di stampa. Che non consistono esclusivamente nel costo della pagina stampata, ma sono molto più complessi. «Va considerato che le persone, quando ritirano le proprie stampe, percorrono circa 500 metri ogni giorno: distanza che, su un intero anno lavorativo, supera i 100 chilometri», con le conseguenti perdite di tempo e di efficienza. Per ovviare al problema, migliorando anche da un punto di vista ecologico l’approccio alla stampa, Epson ha proposto diverse nuove tecnologie basate sulla stampa a getto d’inchiostro. «Per portare le stampanti più vicine a chi lavora, abbiamo sviluppato per esempio la linea di prodotti WorkForce Pro RIPS, dove RIPS sta per Replaceable ink pack system». Con queste stampanti, una ricarica di inchiostro, contenuta in apposite sacche, ha una durata che raggiunge le 75mila pagine, «il che riduce enormemente la frequenza di rifornimento d’inchiostro, che alla fine diventa un’operazione di manutenzione ordinaria, spesso affidata al rivenditore e compresa all’interno di un contratto di noleggio».

Sostenibilità e controllo dei costi

Un cliente che ha adottato la filosofia Epson di attenzione all’ambiente e controllo dei costi attraverso la stampa distribuita è, per esempio, Eldor. «Si tratta di una multinazionale italiana, con sede nel comasco, leader europea nella produzione di bobine di accensione, sistemi di controllo motore e veicolo e sistemi elettrico-ibridi per il settore automotive». Di recente, Eldor si è dotata di stampanti Epson WorkForce Pro RIPS, dichiarando soddisfazione nell’utilizzo dei prodotti, che rientrano nella politica aziendale di attenzione all’ambiente e risparmio energetico. «Le stampanti inkjet consentono di raggiungere obiettivi di risparmio energetico vicini al 95% rispetto agli analoghi prodotti a tecnologia laser».

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Del resto, tutto questo rientra nella strategia di Epson, come spiega, in conclusione, lo stesso Scalambra: «Seiko Epson Corporation è impegnata nell’adozione di politiche “green” per il presente e per il futuro, anche per dare la possibilità ai propri clienti di raggiungere obiettivi di salvaguardia dell’ambiente, attraverso l’utilizzo delle proprie tecnologie».