Garante della Privacy chiede a Facebook maggiore trasparenza

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Il Garante della Privacy impone a Facebook di comunicare tutti i dati dell’utente presenti nella piattaforma, compresi quelli su falsi profili

Il Garante della Privacy torna a chiedere a Facebook maggiore trasparenza in merito ai dati degli utenti. L’autorità ritiene di poter intervenire direttamente negli affari del social network in Italia sulla base di due diverse sentenze emesse dalla Corte di Giustizia Ue e chiede che vengano comunicati agli iscritti tutti i dati che lo riguardano. In particolare, l’utente deve essere a conoscenza di quelle informazioni utilizzate dai falsi profili come dati anagrafici, foto e post. Facebook, che ha raggiunto risultati finanziari straordinari nel primo trimestre fiscale del 2016, dovrà inoltre bloccare i fake profile per permettere eventuali indagini della magistratura. Il Garante della Privacy afferma nella sua newsletter che Facebook dovrà fornire “in modo chiaro e comprensibile, informazioni anche sulle finalità, le modalità e la logica del trattamento dei dati, i soggetti cui sono stati comunicati o che possano venirne a conoscenza”.

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La questione è nata quando un iscritto al social network ha lamentato “minacce, tentativi di estorsione, sostituzione di persona da parte di un altro utente”. Quest’ultimo avrebbe inizialmente intrattenuto con lui una corrispondenza confidenziale dopo averne ottenuto l’amicizia ma poi ha iniziato a seguire un comportamento illecito, sfociato nella creazione di un falso profilo con “fotomontaggi di fotografie e video gravemente lesivi dell’onore e del decoro oltre che della sua immagine pubblica e privata”. L’utente ha quindi chiesto a Facebook la cancellazione del fake profile e di conoscere tutti i dati che lo riguardavano. Non avendo ottenuto una risposta soddisfacente si è quindi rivolto al Garante.

“L’Autorità non ha invece ritenuto opportuno ordinare alla società la cancellazione delle informazioni,  – si legge ancora nella nota – poiché esse potrebbero essere valutabili in sede di accertamento di possibili reati. Ha di conseguenza imposto all’azienda di Menlo Park di non effettuare alcun ulteriore trattamento dei dati del ricorrente e di conservare quelli finora trattati ai fini della eventuale acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria”.

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