Tecnologie di spionaggio: le frontiere del tracking via IMSI

Nel Regno Unito almeno sette agenzie di polizia hanno usato il codice univoco dei cellulari per tracciare gli utenti. Una palese violazione della privacy

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L’International Mobile Subscriber Identity è un numero univoco che viene associato a tutti gli utenti di telefonia mobile, per effettuare diverse verifiche sul terminale. Il suo utilizzo, negli anni, è stato spesso criticato, se non altro per la possibilità che il segnale, nel tragitto dal telefonino alla torre cellulare, venga intercettato. Per questo, al suo posto viene spesso usato un codice temporaneo, chiamato TMSI, Temporary Mobile Subscriber Identiy, che cambia periodicamente. Un numero che alle agenzie di polizia del Regno Unito sembra stare stretto, tanto che avevano imparato a monitorare proprio l’IMSI, di soggetti “interessanti”.

Cosa accade

Ad affermarlo è il Guardian, che spiega come sette organi di controllo del paese avessero adottato un hardware molto particolare per le loro operazioni, conosciuto come IMSI catcher. Si tratta di uno strumento che può riconoscere e analizzare le stringhe composte da 15 cifre in un’area che può arrivare anche a diversi chilometri, grazie a un ingegnoso camuffamento. Gli agenti, usando il tracker, si travestivano da torri telefoniche, così da intercettare in automatico il segnale inviato dagli smartphone. Alcuni documenti ottenuti dal Bristol Cable, una cooperative di giornalismo cittadino, indicano l’acquisto da parte delle forze di polizia del CCDC, il catcher in questione, dal nome esteso “covert communications data capture). I controllori, dal canto loro, si difendono, spiegando come le nuove tecniche servano a proteggere meglio i cittadini. NSA docet.

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