Aruba, il cloud ibrido per l’evoluzione dell’IT

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Solo un’infrastruttura IT agile e dinamica è in grado di accompagnare al meglio le aziende nel percorso verso la digital transformation

Il Kilometro Rosso, parco scientifico-tecnologico che si estende appunto per mille metri alle porte di Bergamo, è stato la sede a fine giugno dell’ultima delle tre tappe di un roadshow dedicato alle infrastrutture IT. L’evento, dal titolo “IT Evolution: verso un’infrastruttura ibrida e sicura”, è stato organizzato congiuntamente da IDC e Aruba, la società numero uno in Italia per i servizi di data center, web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini, che gestisce oltre 2,1 milioni di domini, più di 7,4 milioni di caselle e-mail, circa 5 milioni di caselle PEC, un totale di 4,7 milioni di clienti e più di 100.000 server gestiti tra fisici e virtuali, come ha sottolineato Simone Braccagni, Direttore Commerciale di Aruba. Che ha anche illustrato le caratteristiche del nuovo data center della società, il terzo in Italia, situato alle porte di Milano e già in pre-esercizio, in vista dell’inaugurazione ufficiale fissata per il prossimo 5 ottobre. Situato in un’area di 200.000 metri quadrati, 90.000 dei quali coperti, e che dispone anche di una centrale per la generazione di energia elettrica che contribuisce a renderlo completamente “green”, il nuovo data center ospita al momento 18.000 rack e offre tutti i servizi più importanti quali per esempio la co-location, il cloud pubblico e quello privato, rivolti sia alle aziende sia alla Pubblica Amministrazione.

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Scenario in trasformazione

Lo scenario odierno, tracciato da Sergio Patano, Research and Consulting Manager di IDC Italia, vede le aziende “spostare sempre più rapidamente le proprie strategie evolutive verso un approccio cloud-first, alla ricerca di flessibilità, semplificazione e riduzione dei costi. Non sono infatti poche le aziende che stanno riconsiderando le proprie decisioni di investimento verso modelli di cloud ibrido e multicloud, che assicurino una governance sicura dei dati e skill IT aggiornati”. È perciò essenziale implementare soluzioni che rendano il data center agile e veloce nel rispondere alle richieste del business, in modo da non lasciare alle Line of Business il controllo completo dell’innovazione. In questo quadro, la domanda non è più se il cloud può supportare le aziende nella trasformazione digitale ma come il cloud deve supportare tale trasformazione, e soprattutto con “quale” cloud, visto che come è noto le soluzioni possono essere molteplici. Per ottenere effettivi vantaggi dall’implementazione del cloud, le aziende più innovative si stanno oggi orientando verso soluzioni di cloud ibrido, integrando cloud pubblico e privato a livello applicativo, di dati e infrastrutturale. Secondo IDC, entro pochi anni oltre il 50% degli asset IT e la maggior parte dei dati risiederanno proprio al di fuori dal data center aziendale. Non solo: tra le scelte tecnologiche più ricorrenti, spicca in particolare il cloud: dai dati IDC, entro il 2020 il 50 per cento della spesa IT sarà interamente basata sul cloud, e i cloud ibridi o multicloud costituiranno la regola, mentre per quanto riguarda il cloud ibrido, l’85 per cento dei rispondenti all’indagine IDC ha dichiarato di aver implementato una soluzione di cloud ibrido, mentre dai calcoli della società di ricerca risulta che il 15 per cento dei rispondenti ha adottato realmente una soluzione “hybrid cloud”.

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L’esperienza di TeamSystem

Ed è proprio l’hybrid cloud la proposta vincente di Aruba, il cui obiettivo è sempre quello di “erogare un ecosistema di soluzioni eterogenee come un unico servizio, pensato con e per il cliente”, come ha sintetizzato Lorenzo Giuntini, head of engineering di Aruba, sottolineando la validità di un modello di IT ibrido che fa leva su tutta la potenza e la flessibilità del cloud, ma che al contempo è in grado di convivere con le architetture fisiche delle aziende. Un esempio delle possibilità offerte dalle soluzioni di cloud ibrido è quello raccontato da TeamSystem, software house con più di trent’anni di esperienza nel software gestionale, che oggi ha circa 220.000 clienti, 1.900 persone, 800 software partner e un fatturato superiore ai 260 milioni di euro, che ha illustrato come grazie alla collaborazione con Aruba e alla sua IaaS, si siano potute realizzare soluzioni di cloud privato e di disaster recovery davvero performanti.

Videointervista a Stefano Sordi, Chief Marketing Officer di Aruba