Auto elettriche: le nuove batteria durano fino a 1.000 chilometri

Gli ingegneri di Dresda stanno sviluppando Embatt, un nuovo tipo di batteria che promette di aumentare l’autonomia dei veicoli ecologici

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Si sa, il più grande problema delle auto elettriche è l’autonomia. A nessuno fa piacere restare a piedi in autostrada o magari sul percorso verso casa dopo il lavoro. Per questo il mercato offre veicoli ibridi, in grado di chiamare in causa un motore classico quando non c’è più sufficiente energia nel sistema di propulsione elettrica. Stiamo vivendo una fase di passaggio determinante verso l’adozione di macchine del tutto amiche dell’ambiente, sperando che la tecnologia arrivi presto a realizzare mezzi con capacità di percorrenza superiori, quasi quanto quelle possibili con un pieno di benzina. Il futuro non è dietro l’angolo ma grazie al Fraunhofer Institute for Ceramic Technologies and Systems IKTS di Dresda è più vicino.

Nuovi moduli

Tramite una partnership con il ThyssenKrupp System Engineering e l’IAV Automotive Engineering, i ragazzi tedeschi sono riusciti a sviluppare un primo esemplare di Embatt, un nuovo tipo di batteria che, almeno sulla carta, dovrebbe consentire a un’auto di camminare per ben 1.000 chilometri con un pieno di ricarica. Ci riesce adottando uno stratagemma davvero funzionale: oltre al modulo normale da cui prelevare l’energia, Embatt ha accesso a un’altra sezione di riserva, composta da celle a combustione. Queste lavorano combinando ossigeno e gas, come idrogeno e metano, intorno a una membrana speciale, per generare elettricità. All’interno una piastra bipolare veicola l’energia prodotta su due canali opposti: da un lato della membrana si formano gli anodi e dall’altra i catodi, entrambi scaturiti dall’unione dei due elementi. A quel punto Embatt diventa una vera e propria batteria tradizionale, come quella integrata in uno smartphone, capace di restituire potenza a un sistema connesso, come un’automobile. Il bello è che il progetto è racchiuso in uno spazio più piccolo di quanto si pensi, perfettamente integrabile in un moderno mezzo di trasporto. Finora Embatt è rimasta confinata nei laboratori tedeschi ma si sono già fatti avanti alcuni partner per studiare soluzioni di scalabilità da qui al 2020.

Leggi anche:  Anche Facebook ha il suo Twitter, si chiama Thread