Linux, un OS da supercomputer

Il sistema operativo open source ora è su tutte le prime macchine più potenti al mondo stando alla classifica TOP500 Supercomputer

Ci sono voluti 19 anni ma alla fine il pinguino ce l’ha fatta. Secondo la lista TOP500 Supercomputer, Linux è il sistema operativo presente su tutti i 500 computer più potenti al mondo, un primato che è più di un record. Si tratta di una novità assoluta per una piattaforma che comunque deteneva la stragrande maggioranza dei terminali presenti, essendosi fermata a 498 solo lo scorso giugno. In questi mesi, anche le ultime due macchine hanno svoltato su Linux, donando all’OS open source una soddisfazione non da poco. Si tratta di una coppia di IBM Power presenti in Cina, che montavano in precedenza AIX e che adesso ospitano una distribuzione ad-hoc. Sempre la TOP500 spiega come sia proprio la Cina il paese che guida la sezione delle nazioni con più supercomputer con 202 esemplari totali, qualcuno in più della seconda piazza occupata dagli Stati Uniti che vanta 144 dispositivi.

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Anni di aggiornamenti

La nascita della classifica TOP500 risale al 1993, quando Linux era solo una piccola parte di quello che è oggi, una piattaforma primaria anche a livello industriale e non solo per sviluppatori e smanettoni. Non è un caso se la prima comparsa dell’OS nel ranking è avvenuta a cinque anni dalla nascita, nel 1998, con un consolidamento molto veloce che, nel 2004, ha portato il progetto a prendersi la leadership come software principale tra quelli montati sui computer inseriti nella lista. Fino a quel momento, a farla da padrone era stato Unix, che evidentemente con Linux condivide un po’ di storia, almeno dal punto di vista tecnico. Una delle novità più notevoli del sistema operativo, in ambito super-macchine è la possibilità di usare l’Heterogeneous Memory Management (HMM), che permette alla GPU e alla CPU di accedere a spazio aggiuntivo di processo, un tipo di accelerazione che sposta più in là i limiti odierni delle tecnologie più potenti al mondo.