Apple si arrende alla Cina, condividerà i dati di iCloud

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Apple pur di lavorare in Cina fornirà al governo i dati degli utenti locali salvati su iCloud

La Cina è un mercato troppo ghiotto per le aziende del web visto l’enorme bacino di utenti potenziali. Il problema è che Internet nel paese è sottoposto a un rigido controllo da parte del Governo, che tramite strumenti altamente avanzati di censura come la cosiddetta “Grande Muraglia di fuoco” cerca di contenere il dissenso. Diversi colossi statunitensi come Microsoft e Google, che nonostante sia ancora bloccato in Cina potrebbe tornarci grazie al sostegno di realtà locali, hanno deciso di chinare il capo di fronte alle richieste di Pechino fornendo servizi in linea con le direttive del Partito. Apple in questi anni ha cercato di trovare una mediazione con la Cina ma alla fine non ha potuto fare a meno di seguire l’esempio dei suoi colleghi.

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La Mela negli scorsi mesi ha reso inutilizzabili diverse app che offrivano connessioni a reti VPN, sistema molto diffuso per aggirare la censura governativa, e oggi arrivano conferme che l’azienda si sia detta disponibile a fornire alle autorità tutti i dati degli utenti cinesi che utilizzano la piattaforma iCloud. Questo significa che il governo avrà libero accesso a foto, messaggi, e-mail e contenuti privati. Questo passo si è reso necessario per operare nel Paese e omologarsi alla legge sulla cybersicurezza che impone alle aziende straniere di conservare i dati degli utenti locali su server posti in Cina. Un provvedimento simile è stato approvato anche in Russia negli anni passati. La paura è che il Governo possa utilizzare i dati di iCloud per trovare i dissidenti politici e arrestarli. Proprio due settimane fa l’organizzazione no profit Reporters Sans Frontièrs ha consigliato a blogger e giornalisti che lavorano in Cina di non utilizzare la piattaforma di Apple, che pare si sia già messa al lavoro per costruire nuovi datacenter nella provincia di Guizhou.

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