Facebook ha raccolto dati su telefonate ed SMS tramite Messenger

facebook messenger

Facebook ha ammesso di aver raccolto dati su telefonate ed SMS gestiti tramite Messenger su smartphone Android. Il social network è accusato di essere stato non del tutto trasparente

Sembra proprio che più passi il tempo e maggiormente si aggravi la posizione di Facebook nei confronti della protezione della privacy. Nel pieno dello scandalo di Cambridge Analytica, società vicina a Donald Trump che ha sfruttato illecitamente i dati degli utenti al fine di propaganda elettorale, si scopre che il social network ha immagazzinato le informazioni relative a telefonate ed SMS tramite Messenger in modo non del tutto trasparente. Questa operazione è stata scoperta da quegli utenti Android che hanno deciso di utilizzare l’opzione “Scarica una copia dei tuoi dati Facebook” prima di chiudere il proprio account. Il problema non riguarda invece iPhone e gli altri dispositivi iOS.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

All’interno del file di backup fornito da Facebook sono stati trovati nomi, numeri di telefono e durata delle conversazioni. Altri utenti hanno segnalato che il social network ha registrato le informazioni associate alle conversazioni con i contatti più stretti come i familiari. Tutto ciò è stato possibile grazie all’opzione di Messenger che consente di impostarlo come gestore unico degli SMS. Android fino al 2016 permetteva la raccolta di dati su telefonate e messaggi ma molti sottolineano come Facebook non fosse comunque del tutto trasparente con i propri clienti, che hanno ricevuto avvisi a cadenza regolare in cui li si invitava a condividere informazioni sui contatti. Questa domenica il social network, che potrebbe decidere di rinunciare a introdurre il riconoscimento facciale anche in Europa , ha spiegato in un post come l’operazione non si attivi in automatico ma sia necessario il consenso degli utenti. L’azienda di Menlo Park non ha però chiarito come ha utilizzato questi dati. Il giornalista Sean Gallagher di Ars Technica sottolinea però come fino a 4 anni fa gli utenti davano il proprio consenso a questa operazione al momento dell’installazione di Messenger e questo potrebbe averli indotti ad accettare la raccolta di dati con l’inganno.

Leggi anche:  Cybersecurity 2024: il futuro secondo HWG Sababa