Gli USA avvertono l’Australia: “Non fidatevi del 5G di Huawei”

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All’asta per le frequenze 5G Iliad segna il primo punto

Nelle recenti indagini di cybersecurity, Washington invita il paese amico a diffidare delle infrastrutture di rete della compagnia cinese

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Ora la questione si fa pesante. Dopo aver gentilmente invitato le telco americane a non inserire il Mate 10 Pro nei rispettivi cataloghi, gli USA gettano nuovi dubbi su Huawei. Questa volta a cadere nelle analisi iper-protettive di Washington è la rete 5G che la multinazionale con sede in Cina vorrebbe realizzare in Australia. Il paese fa parte della coalizione dei Five Eyes, ovvero delle nazioni che, con gli USA, condividono indagini e strumenti di monitoraggio a scopo di sicurezza. Stando a un recente report dei federali, l’infrastruttura 5G di Huawei potrebbe rappresentare un pericolo per tutti i cittadini australiani, quando si connetteranno al nuovo standard con telefonini, tablet e computer.

Cosa succede

Il report conferma quanto spifferato da FBI e CIA le scorse settimane: per gli USA, Huawei è un braccio operativo di Pechino, che installa attrezzature di spionaggio in tutto il mondo, come fatto durante la costruzione della sede del quartier generale dell’Unione africana in Etiopia, realizzato con fondi cinesi e costantemente connesso a server in Oriente, da scoperta del 2017. Lasciare che Huawei piazzi i suoi strumenti in giro per l’Australia vorrebbe dire regalare al nemico una serie di dati e informazioni fondamentali per eventuali operazioni di cyber-sabotaggio. Eppure proprio Huawei è leader nella fornitura di network e canali di comunicazione, in quanto partner di compagnie attive un po’ ovunque, con interessi di business che vanno al di là delle probabili mire politiche di Pechino.

C’è da dire che l’Australia non ha un buon rapporto con la multinazionale di Shenzen. Nel 2012 aveva vietato all’azienda di costruire la rete nazionale a banda larga, convinta dalle indagini congiunte degli 007. Nonostante ciò, Huawei ha continuato a fare pressione per un ruolo nel mercato australiano e ha recentemente stipulato accordi con gli operatori Optus e Vodafone proprio per la diffusione della prima connessione 5G, entro il 2019.

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