Modello lombardo 4.0: il miglioramento della sanità passa per l’innovazione tecnologica

Motore Sanità e Lombardia Informatica delineano le strategie che guidano la riforma sanitaria, con l’obiettivo di seguire meglio il paziente cronico

La riforma della sanità, non solo in Lombardia passa per l’innovazione. Soprattutto nel merito del paziente cronico, mettere in campo una rete di qualità è quanto mai necessario e determinante per migliorare i percorsi di cura e assistenza. Il convegno Modello lombardo 4.0, ospitato presso la sede di Lombardia Informatica, si è posto proprio l’obiettivo di tracciare le linee guida di un’integrazione territoriale funzionale. Del resto se tutti i principali ambiti della vita quotidiana sono oramai in un certo senso connessi non si capisce perché non debbano esserlo alcune pratiche che riguardano prettamente il flusso di informazioni e servizi sanitari.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Non vogliamo dire che oggi non vi siano centri e strutture che forniscono soluzioni che vanno incontro all’utente digitale ma si sente sicuramente la mancanza di uno standard condiviso, che miri a realizzare un contesto di riferimento più in linea con le attuali esigenze. Ed è questo il mantra che da sempre guida l’operato di Lombardia Informatica, non solo nel settore della salute. Lo ha spiegato bene Giorgio Caielli, presidente dell’azienda: “Oggi chiunque ha uno smartphone. Da una porta di accesso del genere passano centinaia di informazioni che impattano sul modo di accedere ai contenuti, di fruire di certi servizi e, in generale, di lavorare. La mobilità e lo smart working appartengono a tutti, operatori e utenti, che hanno necessità diverse, in grado di essere soddisfatte con pochi click”.

Prosegue Caielli: “Per tale motivo Lombardia Informatica lavora con partner d’eccezione per avvicinare le piattaforme digitali alle persone. In particolare con la Regione Lombardia abbiamo creato quei fascicoli informatizzati (circa 6 milioni) che attualmente coprono una storicità di 20 anni per un totale di 10 milioni di cittadini interessati. Non si tratta solo di creare modelli in bit più semplici da controllare e trasparenti ma consentire a tutto ciò che gravita intorno al sistema sanità di compiere un passo importante verso il futuro. Ad esempio, grazie alla digitalizzazione si possono creare modelli di analisi più avanzati, che aumentano il valore della ricerca e dunque della cura”.

Il tema dell’incontro Modello lombardo 4.0 è il paziente cronico. “Affrontiamo i loro bisogni secondo due strategie, una centrale e una territoriale – afferma Giorgio Caielli – partendo da un connettore che fa da hub semplifichiamo l’accesso dei soggetti preposti alle informazioni di cui hanno più urgenza, così da ottimizzare e mettere a sistema le risorse a disposizione; ovviamente tutto nel rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati, la cui adozione è dietro l’angolo. Ciò che preme sottolineare è che le scelte strategiche che promuoviamo vanno oltre il contesto sanitario. Perseguiamo best practices che migliorino tanti aspetti della quotidianità. Per giungere tale scopo serve però un’infrastruttura di base che spesso oggi è assente. Vada dunque per le applicazioni e le piattaforme innovative ma bisogna investire nello sviluppo delle reti, senza le quali il contorno rischia di essere inutile”.

Leggi anche:  Il valore delle relazioni digitali

Al di là degli interventi focalizzati sugli aspetti burocratici della riforma sanitaria, da Dario Beretta, presidente di AIOP Lombardia a Davide Lauri, presidente della Cooperativa Medici Milano Centro, Stefano Carugo dell’Unità coronarica ASST Santi Paolo e Carlo e Luigi Zocchi, presidente di Federfarma Varese, risulta chiaro il ruolo assunto dalla tecnologia nella cura del paziente. “L’età media avanza e grazie all’innovazione tecnologica le malattie si cronicizzano – ammette Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia – aumentano i bisogni sanitari e le richiese. Queste potrebbero essere affrontate e gestite in maniera diversa, con costi notevolmente inferiori. Purtroppo in Italia da alcuni anni si è deciso di contenere la spesa pubblica sulla sanità, investendo di meno. Non si può sempre dire che c’è il problema delle liste d’attesa se non arrivano i fondi necessari per ampliare strutture e specialisti. La sola legge 23 non può risolvere i problemi ma mira a creare collaborazione tra territorio e ospedali grazie alla tecnologia e al fascicolo sanitario elettronico, creando, al contempo, un network assistenziale che va oltre la logica del servizio offerto solo dentro le mura ospedaliere”.