G DATA, la delocalizzazione vincente dell’AI

G DATA, la delocalizzazione vincente dell’AI
G DATA a smau 2018

Giulio Vada rilancia le strategie della compagnia, sempre impegnata a portare alle PMI tecnologie di protezione di ultima generazione

Se il mercato dell’ICT vive spesso di luci e ombre, il segmento della sicurezza digitale gode invece di un periodo di forte adozione, anche da parte delle piccole e medie imprese. Lo sa bene G DATA che nelle PMI ha il suo pubblico di riferimento principale. Stando a quanto ci ha raccontato a Smau 2018 Giulio Vada, Country Manager di G DATA Italia, uno dei temi che ha permesso di accrescere la sensibilità verso la difesa delle reti è quello del Gdpr, spauracchio di multe e sanzioni e, per questo, vettore di quella necessaria strategia di cybersec che organizzazioni di qualsiasi dimensione avrebbero dovuto adottare da anni.

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“Quello che vediamo è un gran parlare di protezione dei dati – afferma Vada – che però non sempre va di pari passo con una loro effettiva implementazione sistemica. Il 2018 è stato un anno di sicuro interesse dal punto di vista del General Data Protection Regulation ma riteniamo che sarà il 2019 quello di reale integrazione a livello globale”. Il motivo? Secondo il Country Manager c’è un certo sentimento di attesa su quello che potrà succedere nel panorama della regolamentazione, tale da ritardare la corsa verso la compliance.

“Abbiamo abbracciato il concetto di delocalizzazione basato su tecnologie di nuova generazione, come AI e machine learning. La prossima generazione di prodotti guarda alla cosiddetta cybersecurity intelligente, quella capace cioè di estendere la protezione dell’informazione laddove si trova, tramite una visione olistica della piattaforma. Delegando gran parte delle operazioni al web application firewall, ovunque esso giri, alleggeriamo i device e automatizziamo gli interventi. Si lascia che sia il software a decidere il da farsi, riducendo l’interazione tra l’uomo e la macchina e aumentando la proattività”.

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