Effetto Brexit, Sony si sposta da Londra ad Amsterdam

Effetto Brexit, Sony si sposta da Londra ad Amsterdam

Il quartier generale europeo della multinazionale fa le valige per paura di ciò che succederà dopo l’uscita del Regno Unito dalla UE

Prima Panasonic, poi Sony. La compagnia giapponese è solo l’ennesima ad abbandonare il Regno Unito, per effetto di quello che potrà succedere dopo la Brexit. La sede europea del colosso nipponico passerà dunque da Londra ad Amsterdam, seppur la mossa non sia stata ancora ufficializzata (ma assolutamente ufficiosa). Per quanto ne sappiamo, il trasferimento porterà il business continentale da oltre 3 miliardi di euro dal quartiere di Weybridge nel Surrey ad una location probabilmente già decisa e organizzata in Olanda.

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Secondo i documenti ottenuti dal Telegraph, il passaggio dovrebbe completarsi entro marzo, senza il rischio di licenziamenti di sorta. Certo è che gli inglesi attualmente impiegati in patria affronteranno delle problematiche logistiche ma a quel punto Sony dovrà muoversi di conseguenza.

Cosa succede

Come anticipato, il trasferimento vede Sony seguire le orme della compatriota Panasonic, che ha annunciato nel 2018 la volontà di concentrare lo sforzo europea ad Amsterdam. In quel caso, l’azienda aveva dichiarato di voler “perseguire con maggiore efficienza e competitività dei costi, i mercati all’interno dell’Europa”, lanciando un chiaro monito a cosa avrebbe voluto dire restare in un paese fuori dalla UE. L’amministratore delegato di Panasonic, Laurent Abadie, si era già mostrato preoccupato per i possibili cambiamenti di tasse e tariffe a causa della Brexit e delle conseguenze sulle fabbriche nel Regno Unito e nel Galles.

“Il grande rischio per le aziende giapponesi sono le industrie che importano ed esportano prodotti” – il suo pensiero – ne abbiamo una a Cardiff che produce elettrodomestici, con grandi lotti di import. Potrebbe essere un problema, quindi lo stiamo valutando”. In realtà, come per Sony, il dubbio è che una volta uscita dall’Unione Europea, il governo giapponese possa considerare il Regno Unito come una sorta di paradiso fiscale e colpire la società con sedi interne con tasse imponenti.

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