Android 9 Pie è ora sul 10,4% dei dispositivi

Android 9 Pie è ora sul 10,4% dei dispositivi

Google ha aggiornato la dashboard che integra tutte le varie distro di Android, dimostrando ancora una volta l’estrema frammentazione del sistema

Android 9 ha raggiunto il 10,4% di smartphone attivi al mondo. La statistica aggiornata è stata fornita da Google, che ha aggiornato la dashboard delle varie distro, a sei mesi di distanza dalla precedente. E ancora una volta, siamo qui a commentare dei numero che, se presi così possono sembrare irrisori, in realtà nascondono cifre importanti. Considerando che tutti gli smartphone Android attivi al mondo sono oltre 2,5 miliardi averne il 10% con Pie è qualcosa di grosso, davvero. Il problema è il restante quasi 90% che monta qualcosa di più vecchio, andato e presto obsoleto. Siamo alle solite, poco da dire, e quanto pare Big G proprio non riesce a porre rimedio al problema di frammentarietà che l’affligge da sempre (o quasi).

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I grandi numeri

Per confronto, basti pensare che iOS 12, l’ultimo sistema operativo per iPhone e iPad, ha qualcosa come l’80% di copertura. Certo, Cupertino vanta aggiornamenti per un numero molto più piccolo di telefoni e non deve occuparsi di vari brand e fornitori che montano il software ma la forbice di differenza è davvero pazzesca. Android Pie è arrivato a poco più del 10% in nove mesi, che è comunque meglio di Android 8 Oreo, che è riuscito a raggiungere solo il 4% di copertura nello stesso periodo. Lecito pensare che Pie aumenti di più nei prossimi mesi, man mano che verranno rilasciati altri dispositivi col sistema nativo, come i Pixel 3a e 3a XL , versioni economiche dei Pixel 3. Google si sta comunque impegnando ad accelerare la diffusione degli aggiornamenti Android, con il suo programma Android One che fornisce ai produttori di telefoni una modalità di update quasi immediato alla distribuzione dei nuovi pacchetti.

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Un passo importante è stato il lancio di Project Treble, introdotto con Oreo per creare delle sorte di container di Android in moduli, così  da rendere più facile agli OEM l’aggiornamento dei loro dispositivi, ma i suoi risultati ancora non si vedono e c’è il dubbio che il contesto cambi davvero nel giro di poco; un prezzo da pagare se vuoi la fetta più grande della torta, da dividere però con tutti i robottini ancora in vita.