Donne e cybersecurity: la percentuale femminile è ancora bassa

Donne e tecnologia, oltre il 70 per cento sottolinea la fatica ad avere un riconoscimento economico

Nella sicurezza informatica le donne sono ancora poco presenti in circa la metà delle grandi imprese coinvolte dall’indagine condotta da 451 Research per conto di Kaspersky

La presenza di una forza lavoro diversificata può contribuire a portare talento e nuova linfa vitale all’interno di un’organizzazione e a migliorarne le prestazioni aziendali. Le imprese con un’alta percentuale di diversity al loro interno registrano, a livello globale, un +19% di entrate derivanti dall’innovazione. Questo dato è un buon indicatore del fatto che la parità di genere non sia solo una questione etica, ma anche un fattore importante per l’efficienza aziendale. Per aiutare le donne ad avere successo nelle imprese e a fare passi avanti nella loro carriera, esistono molte iniziative in diversi campi, anche in quello della tecnologia o in quello imprenditoriale in generale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nonostante alcune iniziative orientate proprio al sostegno della diversity, le donne costituiscono ancora solo il 39% della forza lavoro nelle aziende in generale; la percentuale relativa alle posizioni dirigenziali a livello mondiale, invece, è pari al 25%. Il settore della cybersecurity, così come il mondo dell’informatica in generale, può essere considerata una realtà prevalentemente maschile. Questa percezione potrebbe rivelarsi anche un ostacolo vero e proprio all’ingresso delle donne nel settore. Secondo l’indagine commissionata da Kaspersky e condotta da 451 Research dal titolo “Cybersecurity through the CISO’s eyes. Perspectives on a role report”, il 45% dei CISO (Chief information security officer) coinvolti avrebbe dichiarato che le donne sono in effetti poco rappresentate all’interno dei loro dipartimenti.

Nonostante questo dato, solo il 37% delle organizzazioni interpellate adottano, o stanno per implementare, una procedura ufficiale volta a favorire una maggiore partecipazione delle donne all’interno dei loro dipartimenti di sicurezza informatica. L’approccio più diffuso riguarda la formazione di chi ha già un background informatico (80%). Quasi la metà delle realtà coinvolte dal sondaggio ha dichiarato di fornire, o di voler fornire, programmi di stage rivolti a studentesse (42%) o di essere pronta a formare candidate con pochi titoli o nessun titolo (40%). Solo il 22% degli intervistati dichiara di assumere delle candidate provenienti da altri dipartimenti all’interno delle proprie organizzazioni.

Leggi anche:  Donne e tecnologia, oltre il 70 per cento sottolinea la fatica ad avere un riconoscimento economico

La parte restate (il 63%) ha dichiarato di essere alla ricerca di specialisti pienamente qualificati, senza alcuna preferenza in termini di genere. Tuttavia, poiché il 70% dei CISO afferma di avere delle difficoltà nel trovare specialisti qualificati in materia di sicurezza informatica, in diversi settori, si richiede proprio a loro di cercare altri modi per colmare il divario di talenti esistente.

Dalla ricerca è emerso anche che gli uomini che ricoprono ruoli di leadership nell’ambito della sicurezza informatica sono più numerosi rispetto alle donne. Solo un quinto (23%) degli intervistati, tra coloro i quali hanno fornito informazioni circa il genere, ha dichiarato di appartenere all’universo femminile. Nonostante questo dato, la quantità degli incarichi assegnati per ruoli di questo tipo suggerisce una crescita che riguarda proprio il numero di donne che ricoprono posizioni di rilievo nella cybersecurity: il 20% delle intervistate ha dichiarato di essere approdata ad un ruolo di leadership nell’ambito della sicurezza informatica negli ultimi due anni, il doppio rispetto al dato relativo agli uomini (10%) per lo stesso tipo di ruolo e nello stesso periodo di tempo.

“I risultati di questa indagine mostrano che la situazione nel settore sta cambiando, ma che è ancora lontana dall’aver raggiunto l’ideale prefissato. Nella cybersecurity, infatti, manca ancora una forte rappresentanza dell’universo femminile. Non si tratta solo di trovare un equilibrio a livello di genere. Nelle interviste approfondite fatte con i CISO, molti dichiarano di non ricevere abbastanza candidature femminili in fase di elaborazione. Per affrontare il divario di genere nella sicurezza informatica, quindi, è necessario incoraggiare le donne a scegliere questo tipo di percorso professionale”, ha commentato Evgeniya Naumova, Managing Director per l’Europa di Kaspersky.

Leggi anche:  Lectra nomina Antonella Capelli Presidente della regione EMEA

Kaspersky si impegna a incoraggiare l’ingresso delle donne nel settore della sicurezza informatica e ad affrontare i pregiudizi legati al genere. Tra le varie iniziative, l’azienda ha creato una comunità online, Women in Cybersecurity, volta a sostenere la crescita professionale delle donne che entrano nel settore della sicurezza informatica o di quelle che già lavorano nel settore. Kaspersky collabora anche con Girls in Tech per sostenere AMPLIFY, una competition tra start-up che hanno delle donne tra i fondatori per finanziarne l’avviamento.  L’azienda, inoltre, organizza in modo regolare gli eventi “CyberStarts” negli Stati Uniti e in Europa, per dare sostegno alla prossima generazione di professionisti della sicurezza informatica. Tra i temi chiave dell’evento ci sono proprio le azioni per ridurre il “gender gap” nel settore della sicurezza informatica.