Ympronta: così uomo e automazione possono coesistere

Giovanna Iannuzzi, CEO di Ympronta

A Smau Milano, la compagnia attiva nel settore del pharma (e non solo) delinea i vantaggi della digitalizzazione dei processi per assicurare integrità del dato e governance

Nei suoi pur pochi anni di attività, la mission di Ympronta è rimasta la stessa: guidare i clienti verso i percorsi di innovazione impregnati di automazione, per far evolvere i sistemi. Tutto ciò, con il chiaro riferimento al poter superare, in maniera agile, gli ostacoli che spesso la tecnologia pone, perché rappresentano switch ulteriori verso nuove modalità di business. Abbiamo incontrato all’edizione milanese di Smau 2019 Giovanna Iannuzzi, CEO della compagnia, che ci ha raccontato i vantaggi che i clienti hanno già ottenuto adottando le soluzioni proposte, con uno sguardo anche all’immediato futuro.

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«Il mondo di Ympronta è basato sullo sviluppo di tecnologie open, per le quali abbiamo creato pacchetti versatili e scalabili, utilizzati principalmente dal settore manifatturiero farmaceutico. L’obiettivo? Far sì che la catena di produzione diventi il fulcro dell’operatività aziendale, ottimizzandone i processi. Ciò attraverso la raccolta del dato, quello che deriva dalla quotidianità, dal campo, ad esempio tramite sensori che inviano informazioni in tempo reale e sempre aggiornate. Dall’informazione grezza si passa a quella raffinata, data poi in pasto agli analytics. Siamo convinti che prima di digitalizzare i processi vadano digitalizzate le persone, ed è proprio qui che facciamo incontrare risorse umane e automazione».

Ympronta offre soluzioni con modalità differenti rispetto alla concorrenza. Le piattaforme IT sono modulabili in ambito MES, SCADA, Industry 4.0 e di facile installazione e, in più, rappresentano una convalida nella copertura di quei flussi aziendali critici, che poi si rivelano di maggiore impatto tecnologico.

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«Pensiamo a SerYal, un pacchetto per la serializzazione e la tracciatura dei prodotti farmaceutici. Ideato per l’industry di riferimento, dove le normative di anti contraffazione impongono la tracciabilità di ogni singola unità di vendita, il software si posiziona come sistema centralizzato nella gestione del dato, che arriva da più impianti e organi di produzione, distributori, per trasmettere i suoi movimenti in maniera sicura e affidabile. Ma anche Y-Lab, un laboratory execution system, che mira a digitalizzare i processi eliminando la carta e registrando in tempo reale i dati sulle analisi svolte in laboratorio. Un sistema del genere è anche una misura valida per integrare strumentazione povera e obsoleta, senza sostituire l’attrezzatura corrente. Conforme alle GMP, garantisce data governance e integrity, ponendosi come uno strumento solido e di valore analitico».

Ma qual è l’attuale panorama italiano in quanto ad adozione di simili piattaforme di digitalizzazione, non solo nel pharma? «Il mercato è eterogeneo e per nulla standardizzato. Qualche volta ci imbattiamo in gradi di maturità evidenti, in altri casi bisogna accompagnare il cliente verso un cambiamento prima culturale e poi tecnico. Una spinta può arrivare dall’aggiornamento normativo, soprattutto in materia di protezione del dato, che richiede un adattamento veloce e continuativo alle regole». Di recente, Ympronta si è aggiudicata uno dei premi della kermesse ICC 2019, che si è svolta dal 17 al 19 settembre a Folsom in California. Un riconoscimento che ha anche aperto spiragli di internazionalizzazione, semplificati dal sempre crescente interesse in ambito IoT.