Le città di domani, oggi: raccogliere, archiviare e analizzare i dati per rendere più smart la vita cittadina

Costruire per il domani: l'ecosistema dell’edilizia connessa

Le smart city sfruttano la tecnologia digitale per essere più efficienti, sostenibili e attraenti per residenti, lavoratori e visitatori. Funzionano meglio quando i cittadini sono direttamente coinvolti nei processi e nello sviluppo della città: i Comuni possono far crescere questo coinvolgimento grazie agli open data

A cura di Roberto Celin, IoT & Analytics Sales Expert di Orange Business Services

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I servizi di smart city potrebbero rivoluzionare la vita personale e lavorativa degli abitanti, ma nella realtà diventano utili solo se vengono utilizzati. Non basta implementare tecnologie digitali per rendere smart una città.

Dati, dati ovunque

Le città intelligenti sono piene di sensori Internet of Things (IoT) che raccolgono dati da ogni genere di fonte: lampioni, semafori, edifici, automobili e altri veicoli – persino lampadine. Il risultato di tutta questa connettività è che oggi generiamo cinque quintilioni di byte di dati ogni giorno, solo da dispositivi IoT.

Coinvolgere le persone

Gartner ha parlato della necessità di coinvolgere sin dall’inizio i cittadini nei progetti di smart city, in un rapporto che evidenzia i vantaggi di un approccio bottom-up guidato dalla comunità, con residenti e cittadini coinvolti nella progettazione e nello sviluppo della loro smart city fin dal principio, in opposizione a un modello dove il governo elabora programmi e politiche che si concentrano troppo sulle tecnologie che vengono poi semplicemente “scaricati” sui residenti, senza alcuna analisi delle necessità effettive.

Con tutti questi dati da utilizzare, il successo di un progetto di smart city dipende in gran parte dal livello di coinvolgimento che la città ottiene dai suoi cittadini. Un modo per iniziare con il piede giusto è parlare con residenti e cittadini dei servizi che trovano più utili. Per ottenere il massimo da un progetto di smart city, la pianificazione urbana progressiva dovrebbe concentrarsi sulle cause dei problemi piuttosto che sui sintomi, in modo da progettare un ambiente urbano che ispiri e motivi le persone.

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Coinvolgere i cittadini significa rendere la città attraente per loro, e così migliorare la qualità della vita per tutti, partendo ad esempio da questioni come la congestione del traffico, le emissioni di CO2, l’integrazione di energia e dati, l’efficienza dei trasporti pubblici e così via. Secondo una ricerca di Juniper, le smart city hanno il potenziale di “restituire” 125 ore all’anno ai residenti sotto forma di ore risparmiate sul tragitto casa-lavoro e sugli spostamenti in generale, nonché sui benefici per la salute. Raccogliere dati sui servizi della città e analizzarli con gli strumenti di analisi più innovativi può mettere in connessione le comunità, migliorare i servizi e avere un profondo impatto complessivo sulla qualità della vita dei cittadini.

Come gestire tutto?

Un master system integrator (MSI) può aiutare a mettere insieme dati e sistemi e consigliare come implementarli e integrarli al meglio. Gli MSI hanno le competenze per analizzare i dati e trasformarli in preziose informazioni operative e quindi per garantire che i sistemi di smart city comunichino correttamente tra loro e con i vari stakeholder, in modo da ottenere il massimo da dati e insight. Gli MSI possono fare in modo di lavorare in armonia con altri fornitori e produttori di tecnologia, oltre ai fornitori di energia, le società di ingegneria civile e le società immobiliari competenti all’interno dell’ecosistema della smart city.

Con tutti questi dati in campo, una scelta sensata per le smart city è nominare un Chief Data Officer (CDO) per sovrintendere ai dati e al loro impiego. Il ruolo del CDO si è evoluto rapidamente negli ultimi anni e, secondo Gartner, entro il 2021 i CDO svolgeranno un ruolo integrale – allo stesso livello di IT, operazioni commerciali, Risorse Umane e finanza – nel 75% delle grandi imprese.

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Ulteriori ricerche di KPMG hanno sottolineato l’importanza del CDO in una grande organizzazione: le aziende con CDO dedicati hanno il doppio delle probabilità di avere strategie digitali chiare, un aspetto cruciale per il successo di una smart city. I CDO sono centrali nelle iniziative di trasformazione digitale, per garantire ROI e per ricercare nuove opportunità di business: nel caso di una smart city, il lavoro dei CDO dovrebbe concentrarsi sull’impegno dei cittadini, così che tutte le parti interessate assumano un ruolo attivo. L’obiettivo è creare una relazione reciprocamente vantaggiosa tra la città e i suoi abitanti, a beneficio di tutti.

Questa figura sta diventando sempre più popolare: oltre 20 smart city negli Stati Uniti hanno nominato un CDO, tra cui metropoli come New Orleans, Philadelphia e San Francisco; mentre 100 smart city in India hanno assunto un CDO per aiutarli a ottenere il massimo dai loro dati.

Quale approccio scegliere?

Le smart city impiegano ogni genere di tecniche e applicazioni digitali nella loro trasformazione, ma per la raccolta e l’analisi dei dati alcune soluzioni sono migliori di altre. Sensori abilitati all’IoT in tutta la città raccoglieranno i dati, mentre gli strumenti di analisi vengono utilizzati per ottenere informazioni dettagliate.

Ma tutti quei dati hanno bisogno di expertise per essere sfruttati al meglio, ed è per questo che le smart city hanno bisogno di data scientist e altri specialisti in questo campo. Gli strumenti digitali offrono nuove possibilità, ma per derivare valore dai dati servono competenze e know-how: Orange ha le capacità di estrapolare valore dai dati e creare relazioni di successo tra management della smart city, CDO, responsabili dei servizi e residenti, lavoratori e cittadini.

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Privacy e fiducia sono fattori da tenere presente

La privacy è ovviamente un fattore da considerare quando si parla di smart city, poiché qualsiasi progetto che prevede la raccolta di dati su questa scala porta con sé delle preoccupazioni: le minacce informatiche sono in costante aumento e diventano sempre più sofisticate. È inevitabile presumere che queste sfide aumenteranno nel tempo, man mano che la quantità di dati raccolti grazie agli strumenti IoT continua a crescere.

È probabile che i residenti delle smart city vorranno sapere quali dati vengono raccolti, da chi e per quale scopo: questa è un’altra area in cui il ruolo del CDO diventa fondamentale. Ci saranno molte domande a cui il CDO risponderà per dissipare i timori legati alla privacy nelle smart city, ma – come abbiamo già detto – condividere i dati con i cittadini e consentire loro di contribuire allo sviluppo della città in modo aperto, controllato e sostenibile può essere la via da percorrere. Secondo Gartner, coinvolgere i cittadini e migliorare i servizi sarà “fondamentale” per il successo delle smart city.