Veeam: la democratizzazione del workplace attraverso l’edge computing

Scegliere un mindset “Zero Trust” che punta alla resilienza dei dati significa porre il backup in primo piano

A cura di Rick Vanover, senior director of product strategy di Veeam

È passato più di un anno da quando siamo venuti a conoscenza di Covid-19, ma la pressione sulle aziende per accelerare i loro sforzi per la digital transformation (DX) non è diminuita. L’ascesa del modello di lavoro ibrido è di particolare importanza. Ci sono due aspetti che la pandemia ha portato alla luce quando si parla del nuovo modo di lavorare: il primo è che la digital transformation in azienda è imprescindibile, il secondo che la tecnologia è qualcosa di essenziale di fronte a questo cambiamento.

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Questa tecnologia è l’edge computing, ovvero la capacità di ottimizzare ed estendere il cloud computing portando il calcolo e l’archiviazione dei dati più vicino ai dispositivi dove vengono raccolti. È un concetto che esiste da diversi anni ma a causa della pandemia, ha portato alla luce un tema molto importante nell’edge computing: il lavoro da remoto.

La pandemia ha colpito i mercati di tutto il mondo in modo diverso, ma c’è un denominatore comune: i dati nascono, si creano e si modificano sempre di più in luoghi diversi e mentre il futuro del lavoro è già qui, le aziende fanno ancora fatica a seguire il cambiamento. Qual è il modo migliore per raccogliere, gestire e proteggere i dati? L’edge computing soddisfa le esigenze di privacy e sicurezza? Queste sono solo alcune delle domande che i decisori aziendali si stanno ponendo in questo periodo.

C’è stato un cambiamento significativo nell’approccio al lavoro da remoto, grazie all’edge computing le aziende possono gestire al meglio i loro remote worker, garantire la continuità del business e rendere il nuovo ambiente di lavoro a prova di futuro.

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Non lasciare che sia l’implementazione a dettare il risultato

Secondo Juniper Research, l’edge computing crescerà, in meno di cinque anni, fino a raggiungere una spesa di 8,3 miliardi di dollari a livello globale. Un trend senza dubbio causato dalla crescita esponenziale dei dispositivi Internet of Things (IoT), una tendenza che dovrebbe raggiungere una spesa totale di 398,6 miliardi di dollari entro il 2023.

I nuovi posti di lavoro sono costituiti da più device che generano una grande quantità di dati sul bordo esterno delle reti informatiche e implementare una corretta strategia per gestirli è spesso troppo difficile. Tuttavia, la chiave del successo dell’edge computing sta nel concentrarsi sul risultato, prima di guardare all’implementazione.

Ogni azienda desidera analizzare e gestire i propri dati velocemente, ma la potenza dell’edge computing non significa che tutti i dati debbano essere analizzati e attivati. L’edge computing aiuta le aziende a verificare in quali punti di aggregazione è meglio consumare i dati, conservarli, fare deduzioni e dove l’analisi viene applicata e la conoscenza viene raccolta. Per alcune aziende può significare semplicemente dover installare server locali che siano in grado di fare analisi in tempo reale, per altre invece potrebbe essere l’installazione di sensori IoT per aiutare a trasmettere i dati dalle telecamere di sicurezza.

Come qualsiasi soluzione tecnologica, un’implementazione solo perché deve essere fatta non porterà benefici ad alcuna azienda. Tuttavia, l’edge è rilevante per tutte quelle aziende che hanno trasformato digitalmente i propri processi, specialmente negli ultimi 12 mesi. L’edge computing permette alle aziende di concentrarsi su come ottenere il massimo dai loro dati più importanti e a tenere il passo con il ritmo della trasformazione del posto di lavoro.

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Proteggere l’edge

Una strategia edge non significa che gli sforzi per la protezione dei dati, la sicurezza e la conformità debbano essere più complicati. Tradizionalmente, il backup degli endpoint è stato una delle tecnologie più sottovalutate ma, man mano che i benefici dell’edge computing diventano chiari, il suo utilizzo assume una dimensione completamente nuova.

La buona notizia è che non c’è nulla di nuovo sotto il sole: l’edge non è propriamente una novità ma è un’estensione di ciò che già conosciamo. Questa tecnologia è un vero e proprio acceleratore della digital transformation in grado di superare gli ostacoli imposti dal data center e di spingere le capacità del cloud verso l’esterno. Le aziende devono ricordare che l’edge deve essere trattato come parte dell’architettura cloud ibrida, le cui tecnologie sono già utilizzate dai dipendenti per fornire un’esperienza IT sicura e senza interruzioni.

L’edge computing è fondamentale per garantire una transizione senza interruzioni dall’ambiente di lavoro tradizionale a quello futuro, che è ibrido. Per realizzare il pieno potenziale dell’edge, le aziende devono concentrarsi sul risultato piuttosto che sull’implementazione della tecnologia.