Meta svela il guanto che ci farà “toccare” il metaverso

Meta svela il guanto che ci farà “toccare” il metaverso

Un prototipo da usare in VR, rivestito di piccoli cuscinetti gonfiabili, chiamati “attuatori”

Meta (ex Facebook) ha svelato un prototipo di guanto tattile che consente agli utenti di sentire gli oggetti nella realtà virtuale. Il guanto, prodotto dai Meta Reality Labs, è foderato con una serie di piccole sacche d’aria chiamate “attuatori” lungo i palmi e le dita, che si gonfiano per creare un senso del tatto. La commercializzazione fa parte dell’ambizione di Meta di concretizzare il metaverso, uno spazio collettivo virtuale condiviso con avatar di persone reali.

Il lavoro sul guanto è ancora in una fase primordiale di sviluppo ma, una volta messo a punto e rilasciato, consentirebbe ai consumatori di distinguere i materiali diversi presenti nel metaverso, come una penna di plastica o una palla di gomma. Un portavoce di Meta ha ha comunque riferito che, al momento, non è prevista una data di uscita.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il guanto sarà probabilmente uno dei numerosi prodotti fisici che Facebook venderà negli anni per consentire ai consumatori di entrare nel metaverso. Delineando il progetto in un post sul blog aziendale, Meta Reality Labs ha affermato che crea l’illusione di poter sentire il legno di un pezzo di puzzle o la plastica della tastiera di un computer mentre si digita. “Puoi sentire il clic di ogni sequenza di tasti, così come i bordi dei pulsanti sulla punta delle dita”, rendendolo più verosimili alcune azioni da svolgere in digitale che riprendono quelle nel mondo fisico.

Ma le vibrazioni da sole non sono sufficienti per distinguere tra un’enorme varietà di oggetti con cui un consumatore potrebbe entrare in contatto nel metaverso. “Per offrire un senso del tatto realistico, un guanto ha bisogno di centinaia di attuatori (piccoli motori) su tutta la mano, che si muovono di concerto in modo da far sentire chi lo indossa come se stesse toccando un oggetto virtuale” afferma Meta.

Leggi anche:  HPC6 per ENI: da HPE uno dei supercomputer più potenti al mondo per applicazioni industriali