Canone richiesto quasi raddoppiato in otto anni
Se ne parlava da un po’ e adesso c’è la certezza: Netflix ha aumentato il costo dell’abbonamento per gli utenti negli Stati Uniti e in Canada, e probabilmente farà lo stesso in Europa. Il piano base (480p, 1 dispositivo alla volta) passa da 8,99 a 9,99 dollari, quello standard (1080P, 2 dispositivi) da 13,99 a 15,49 dollari, il premium (4K, 4 dispositivi) va da 17,99 a 19,99 dollari. In Canada la cifra sale ulteriormente, con i piani standard e premium che passano, rispettivamente, a 16,49 e 20,99 dollari, con il base che subisce lo stesso rialzo degli Usa, a 9,99 dollari. Si tratta del sesto aumento del canone per Netflix dal 2014. In otto anni, l’abbonamento è quasi raddoppiato. I prezzi sono in vigore immediatamente per i nuovi abbonati, mentre per quelli esistenti verrà distribuito gradualmente man mano che inizieranno i nuovi cicli di fatturazione.
Cosa succederà da noi?
Secondo i detrattori, il rialzo messo in piedi dalla piattaforma di streaming è reso da possibile dalla posizione dominante nel mercato. Il fatto è che nel 2014 non solo Netflix era molto più economico, ma era anche l’unico servizio di streaming sulla piazza, almeno per quantità e qualità dei contenuti. Confrontalo con il mercato odierno, deve vedersela con Prime Video, Disney+, Apple TV+, Dazn e molti altri. Non è colpa di Netflix ma aumentando i prezzi, aumenta anche l’esborso che un singolo utente deve tener presente se abbonato a più di un servizio.
Inoltre, l’aumento della concorrenza non sempre deve dar seguito ad un incremento del canone richiesto, se la tecnologia di visione resta la stessa, così come la tipologia dei contenuti (poche esclusive, molti film e serie duplicate). In Italia i prezzi di Netflix sono aumentati nel 2021, e andando a ritroso si trovano aumenti nel 2019 e nel 2017. Ogni 2 anni insomma, esattamente come succede negli Stati Uniti. Lecito attendersi un rincaro anche da noi, almeno tra qualche mese.