Oracle Technology Summit, innovazione e sostenibilità per ripartire con successo

Oracle Technology Summit, innovazione e sostenibilità per ripartire con successo

Il nuovo appuntamento va di scena il 29 marzo, finalmente in presenza, con un doppio filone dedicato a responsabili IT e sviluppatori

In un momento di estrema criticità a livello globale, dal punto di vista economico, politico e sociale, ottimizzare le scelte di business diviene fondamentale. La ripresa post pandemica richiede ai manager di integrare nuovi metodi di fare impresa nel proprio operato, per cogliere il meglio che lo scenario tecnologico oggi può offrire. Pensiamo al cloud ma anche alla possibilità di sfruttare meglio i dati di cui un’azienda dispone, per renderli il vero motore di agilità con cui abbracciare scelte flessibili, trasformative e pronte alle sfide del futuro. Su questi concetti da sempre cari ad Oracle si struttura la nuova edizione di Oracle Technology Summit, in scena il 29 marzo a Milano. Una giornata divisa in due filoni paralleli, dedicati a responsabili IT e agli sviluppatori, che potranno scoprire quali sono i driver tecnologici in grado di trasformare il business e il loro modo di lavorare, unendo innovazione, sicurezza e crescita. Un nodo centrale sarà la comprensione di come le piattaforme multi cloud e ibride di prossima generazione si imporranno sempre di più quali vettori di successo ma anche di sostenibilità nella prosecuzione del business, un elemento da cui non si può più prescindere.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

«Con questo incontro vogliamo ritrovare i nostri clienti dopo due anni di chiusure e limitazioni dei lockdown» ci dice Michele Porcu, Vice President Business Value Services & Strategy EMEA di Oracle, che terrà il keynote di apertura per i responsabili IT. «Ne faremo un momento utile anche per declinare la nostra strategia cloud all’interno delle nuove necessità delle imprese. Tornare con una presenza fisica, inoltre, sarà per noi l’occasione di presentare loro in modo dedicato la cloud region italiana con base a Milano».

Leggi anche:  Le tre leve per migliorare i Digital Workplace di Banche e Assicurazioni secondo Minsait

Ma saranno anche altri i temi toccati da Oracle il 29 marzo, sempre con la volontà di calarsi nella quotidianità dei clienti. Pensiamo alle difficoltà incontrate dalla supply chain, alla necessità di governare da remoto i processi e cogliere i vantaggi di flussi data driven. «Il messaggio che vogliamo far passare è la centralità che oggi l’IT può avere, con le giuste soluzioni, per estrarre valore dai dati per supportare i processi operativi e, quindi, il business. I concetti fondamentali sono agilità, resilienza e sicurezza, che abbiamo visto emergere negli ultimi mesi con l’adozione di sistemi in cloud, al fianco di paradigmi già esistenti ma divenuti molto forti: la gestione in real time, con l’opportunità di abilitare la comunicazione rompendo i silos informativi, l’introduzione di nuove tecnologie, event based e modellate dai dati, la commistione tra temi operazionali e analitici, due mondi sempre più convergenti. Il tutto inserito in un panorama in cui l’automazione e la sicurezza devono farla da padrone» continua Porcu.

Orchestrare l’innovazione

I clienti di Oracle, come ci spiega il manager, hanno già indirizzato il proprio operato verso molti dei filoni esplicati ma è evidente che, al fianco dell’integrazione, debba essere considerato un percorso di consolidamento dei servizi digitali e un innalzamento degli stessi. Ad esempio, con la crescita dei livelli di servizio verso l’enterprise, con la capitalizzazione degli investimenti fatti in passato e con il beneficio di infrastrutture che garantiscano la consistenza del risultato, così come permettono le tecnologie Oracle. «Finora, gli usi più standard del cloud hanno riguardato lo sviluppo di piccole applicazioni e servizi, la gestione dell’intranet e poco altro. Ancora non sono stati spostati verso la nuvola i grandi sistemi di back end, che reggono le filiere funzionali e i grandi processi di business» sottolinea Porcu. «Il motivo? L’assenza di un cloud che potesse sostenere dinamiche così elevate e la necessità di interoperare tra piani differenti della tecnologia, per un’orchestrazione fattiva».

Leggi anche:  Qlik e Talend migliorano soluzioni Best-In-Class che ampliano l'utilizzo e il valore dei dati nella piattaforma Databricks Lakehouse

Oracle ha creato il suo cloud di seconda generazione proprio per rispondere a tali esigenze. «Oggi si parla sempre di più di multicloud perché è lo scenario che, considerando colocation, partnership strategiche e offerte di networking che migliorano la connettività tra i cloud vendor, consente di scaricare a terra quelle strategie che permettono ai clienti di portare sulla nuvola i loro sistemi core, rimasti ancora on-premise».

Il piano pubblico

Un ultimo elemento da considerare sullo sfondo dei temi che Oracle toccherà in occasione del Technology Summit è l’accelerazione dei processi di innovazione digitale nel settore pubblico. Quando si parla di adozione cloud spesso ci si riferisce al settore privato ma siamo in un periodo storico in cui le opportunità di innovazione interessano in maniera fattiva anche la pubblica amministrazione. Non a caso, Oracle è attore protagonista del PNRR, nel quale, assieme a partner partecipati e non dallo Stato, lavora per erogare servizi cloud alla PA centrale e locale, partecipando all’iniziativa di data strategy con cui consolidare e uniformare i dati all’interno della stessa PA. Oracle si approccia a queste esigenze in vari modi, supportando con soluzioni tecnologiche anche la mappatura delle competenze dei dipendenti pubblici, in ottica di evoluzione delle skill.