Russia, adesso in bilico è l’intera internet

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Cogent interrompe il traffico con i clienti russi e rischia di mandare in tilt la congestione della rete

Cogent Communications, un provider Internet che instrada i dati attraverso le connessioni intercontinentali, ha interrotto i legami con i clienti russi per l’invasione dell’Ucraina, come riportato per la prima volta dal Washington Post. La società con sede negli Stati Uniti è uno dei più grandi fornitori di backbone del mondo e serve clienti in 50 paesi, tra cui un certo numero di società russe di alto profilo. In una lettera ai clienti russi ottenuta dal Washington Post, Cogent ha citato le “sanzioni economiche” e “la situazione della sicurezza sempre più incerta” come i motivi alla base della sua chiusura totale nel Paese. Allo stesso modo Cogent ha detto a The Verge di aver “risolto i suoi contratti” con i clienti russi in conformità con la mossa dell’Unione Europea di vietare i media russi sostenuti dallo stato.

Come sottolinea Doug Madory, un analista della società di monitoraggio Kentik, alcuni dei clienti russi più importanti dell’azienda includono il gigante delle telecomunicazioni Rostelecom, il motore di ricerca russo Yandex e due dei più grandi operatori di telefonia mobile della Russia: MegaFon e VEON. Scollegare la Russia dalla rete globale di Cogent comporterà probabilmente una connettività più lenta, ma non disconnetterà completamente i russi da internet, osserva Madory. Il traffico ricadrà invece su altri fornitori di backbone nel paese, con conseguente potenziale congestione della rete. Al momento, non vi è alcuna indicazione su altre possibili interruzioni di servizio da parte di compagnie come Cogent. Ad ogni modo, gli attivisti per i diritti digitali hanno criticato la decisione di Cogent di disconnettere la Russia, sostenendo che questo potrebbe impedire ai civili di accedere a informazioni sull’invasione. “Tagliare i russi dall’accesso a internet li esclude dalle fonti di notizie indipendenti e dalla capacità di organizzare proteste contro la guerra” ha affermato su Twitter Eva Galperin, direttrice della sicurezza informatica presso il gruppo per i diritti digitali Electronic Frontier Foundation.

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