ChatGPT, il giornalista verrà rimpiazzato dall’intelligenza artificiale?

OpenAI e Microsoft devono rispondere ad altre accuse contro ChatGPTcollabora con Common Sense Media per le linee guida sull’IA

Tutti parlano di ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale (AI) realizzato da Open AI e lanciato a novembre, con più di 100 milioni di utenti registrati in soli due mesi. Mentre Google e altri ancora devono assorbire il colpo di quello che è a tutti gli effetti un “missile” che nessuno ha visto arrivare, il dibattito sulla creatura di Sam Altman, CEO di OpenAI è in pieno fermento, registrando reazioni di segno opposto.

ChatGPT è uno strumento di “Generative AI”, che utilizza LLM (Large Language Models) e NLP (Natural Language Processing), per produrre contenuti, testi, audio, codice, immagini, video, musica e simulazioni. Questi servono anche per scrivere articoli su tutti i temi dello scibile umano. I mass media, in particolare, dipingono i nuovi tool come strabiliante panacea per tutti gli usi. Particolare attenzione viene posta agli impieghi in campo giornalistico, perché pare che gli editori stiano già pensando di sostituire i giornalisti con strumenti digitali. Ho personalmente messo alla prova il sistema ChatGPT ed ho potuto constatare che, in effetti, scrive i testi con un ottimo stile, spiega i concetti in modo logico, consistente e consequenziale, come molti giornalisti non potrebbero fare meglio. Ho chiesto di spiegare la “trasformazione digitale nella finanza” e, poi, di “analizzare e inquadrare il problema della disinformazione”. Il risultato è stato sorprendente. Per fugare ogni dubbio ho, allora, fatto altre prove, inserendo parametri nuovi ed ho scoperto che quando gli argomenti sono legati, per esempio, al concetto di “tempo”, si scopre che il risultato potrebbe essere migliorato.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Infatti, OpenAI ha già annunciato che l’ultima versione GPT-4 ha caratteristiche migliorative rispetto a GPT-3.5. Nel campo della comunicazione e informazione, comunque, vi è sempre la sfida dell’affidabilità, della trasparenza e della responsabilità dei contenuti. Non a caso Eric Anthony Mitchell ha già realizzato il software GPT Detect che svela se un testo è prodotto dalla AI. Questo è particolarmente utile perché il lettore deve sapere come è stato realizzato il servizio informativo. Non a caso, il CEO di Microsoft Satya Nadella, in occasione del lancio di ChatGPT, ha affermato che i giornalisti «non cominceranno più a lavorare da un foglio bianco, ma partiranno sempre da una bozza creata dall’AI».

Leggi anche:  CIA-Agricoltori Italiani abbatte i costi telefonici del 50% con Zoom

La ricerca delle fonti e la verifica dei fatti rimangono prerogativa del giornalista. Altro aspetto è il problema del sovraccarico di informazioni, che può essere parzialmente risolto proprio da sistemi come ChatGPT. In ultima analisi, quando si parla di AI, in tutte le sue accezioni, l’atteggiamento deve essere quello di considerare il sistema digitale come uno strumento di supporto all’uomo e non un sostituto.

Inoltre, l’AI deve essere spiegabile e comprensibile all’umano che resta, comunque, l’unico responsabile dei benefici e degli eventuali danni. Si sta affermando, infatti, la cosiddetta XAI (eXplainable AI) o Human Understandable AI. A questo proposito vale la pena ricordare il “Progetto di orientamenti etici per una AI affidabile” della Commissione europea in cui si delineano gli elementi per la creazione della “Trustworthy AI” con i principi, i requisiti e i metodi per creare sistemi fidati e valutarne l’attendibilità. Tale approccio si basa su due componenti: il rispetto dei diritti fondamentali, delle normative, dei principi e dei valori di base, garantendo la “finalità etica”; e la robustezza, la sicurezza ed affidabilità tecnica.

Anche l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha recentemente messo in guardia sui rischi dell’AI ed ha invocato efficaci misure di salvaguardia. L’AI, quindi, aiuterà enormemente ad accelerare il lavoro, presentando bozze e pre-lavorati, ma non potrà pubblicare sui mass media senza la supervisione umana: come afferma la legge istitutiva dell’ordinamento della professione giornalistica: “la missione del giornalista è la ricerca disinteressata della verità sostanziale dei fatti”, garantendone l’affidabilità.