Irion, sopra una Mole di dati

Irion, sopra una Mole di dati

Per le sfide del business data-intensive cresce a Torino l’innovativa piattaforma che rivoluziona l’approccio tradizionale all’Enterprise Data & Analytics Management: una suite che valorizza il patrimonio informativo delle aziende con tutte le funzionalità necessarie per l’integrazione, la qualità e il governo dei dati. Grazie anche all’investimento in un inedito programma di partnership

A Torino Irion cambia l’approccio alla gestione dei dati con una piattaforma innovativa, come in passato la Mole Antonelliana – simbolo della città – rivoluzionava i modelli tradizionali di architettura, propri della seconda metà dell’Ottocento. In questo senso, Irion rivoluziona il mercato perché si pone l’obiettivo di aiutare le aziende a valorizzare il proprio patrimonio informativo, permettendo non solo ai tecnici – bensì a tutte le diverse competenze aziendali – di entrare nel processo di gestione dei dati ed essere più autonomi nell’accesso alle informazioni. Nel complesso universo delle soluzioni software che ruotano intorno al trattamento e alla gestione di grandi volumi di informazioni digitali, dove si muovono tanti Golia (circondati da qualche manciata di competitor di medie dimensioni), quasi tutti americani, si sta affermando un Davide tutto italiano. Anzi sabaudo, come sottolineano, non senza un sano pizzico di autoironia, i fondatori di Irion. Lo spirito di questa azienda tecnologica, che con i suoi quasi vent’anni di esperienza ha smesso da un bel pezzo di essere una startup, è pervaso di quella cultura ingegneristica e manageriale tutta piemontese che Giovanni e Alberto Scavino, rispettivamente chairman of the Board e chief executive officer di Irion, hanno saputo infondere nella loro impresa, insieme all’amico e socio Mauro Sturaro, chief technology officer.

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La fionda tecnologica di Irion ha un doppio vantaggio. In primis è un’unica piattaforma, integrata e flessibile, non un collage di tanti diversi prodotti che non comunicano tra loro: Irion EDM include tutti gli strumenti necessari per costruire soluzioni di data management end-to-end (che copre l’intero processo di gestione del dato), spiega Renato Valera, head of Consulting & Solutions, quarto componente del management team di Irion, è un punto essenziale per chi ha il compito di costruire una architettura dati moderna, riducendo tempi e costi di integrazione. L’altro plus è il supporto della piattaforma interamente gestito in Italia, servizio sempre più apprezzato dai clienti.

Per i rapporti con il mercato collabora con il Board un team di professionisti di esperienza: il responsabile del canale Irion è Antongiulio Donà, manager di lungo corso e grande esperienza nel mercato della data integration, che ha l’obiettivo di creare e consolidare la rete di partner con un programma gratuito molto accattivante, uno dei pilastri della strategia di sviluppo di Irion. Il primo marzo 2023, Mario Vellella ha fatto il suo ingresso nella compagine guidata da Alberto Scavino. «Mario ha lavorato a lungo come domain expert proprio nell’ambito della data quality e governance e sarà responsabile del team di Business & Domain Advisory per i clienti e i partner». A completare la squadra, oltre ovviamente ai client account, ci sono Giuseppe Tufano, business development – Partner Program, che collabora all’implementazione del programma di sviluppo delle partnership in Italia e all’estero, Mauro Tuvo, principal advisor, che, nel team di Mario Vellella, presidia le tematiche di Enterprise Data Management con un focus su data quality, data governance e compliance ed Egle Romagnolli che guida il team marketing. A breve, inoltre, si aggiungerà alla squadra un nuovo manager di lunga esperienza come responsabile del pre-sales.

Un gruppo esperto e una miscela di idee brillanti e innovative, ma al tempo stesso percorribili con tanto pragmatismo e prudenza che, associate a una buona dose di ardimento, fanno camminare le idee, andando avanti senza strafare. Una strategia chiara e capace di adattarsi al mercato, di fungere da precursore e di sostenerlo nell’innovazione ma mai, come si dice, un passo più lungo della gamba. I pilastri di questa strategia manageriale, volta a supportare al meglio i clienti, sono diversi e puntano a rafforzare il ruolo di un vendor con spiccate capacità di sviluppo, una piattaforma articolata e in continua evoluzione e di un team di professionisti specializzati.

Giuseppe Tufano business development – Partner Program di Irion e Antongiulio Donà responsabile del canale di Irion

WELFARE AVANZATO

La base di tutto – come osserva il CEO Alberto Scavino – è il capitale umano con 180 dipendenti “coccolati” e una politica di welfare aziendale che sembra ispirata alla visione di Adriano Olivetti. «Creare qui a Torino e negli uffici di Milano un ambiente lavorativo sostenibile, stimolante capace di favorire un buon bilanciamento tra vita professionale e vita privata per tutti i nostri collaboratori e le loro famiglie è fondamentale» – afferma Alberto Scavino. «Per questo motivo, non ci limitiamo a investire in programmi di formazione continua e a promuovere la carriera dei singoli collaboratori con bonus e altri incentivi. Vogliamo dare un sostegno concreto ai nuclei che compongono la famiglia allargata di Irion, riconoscendo un premio di 11.000€ per i primi sei anni di età (3.000€ il primo anno, 2.500€ il secondo e il terzo e quindi 1.000€), per continuare successivamente con un bonus annuale (prima 700€ e poi 500€) fino al termine dell’università, includendo ovviamente nel programma anche i figli già nati prima dell’ingresso in Irion!». Attirare e trattenere “cervelli” e competenze è una delle sfide fondamentali dell’imprenditoria oggi più che in passato e Irion ha solidi motivi per essere soddisfatta dei propri risultati in questo ambito.

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IL CANALE, LA CHIAVE DELLA STRATEGIA DI CRESCITA

Se l’azienda torinese in passato lavorava quasi in totale autonomia, oggi – come spiega Alberto Scavino – «fa leva sulla relazione con il mondo dei partner abilitati allo sviluppo di nuove soluzioni data-driven per i clienti del futuro. E per raggiungere l’obiettivo, abbiamo attuato un programma di partnership molto battagliero, e definitivamente rivoluzionario con precise politiche di onboarding, formazione, condivisione dei risultati che riscuote un indubbio successo sul mercato. In questo momento, abbiamo avviato le fasi di training per 70 specialist di una quarantina di società».

IL TRANSPARENT COST OF OWNERSHIP

Confrontandoci con gli analisti Gartner e in base alla nostra esperienza di mercato abbiamo voluto riconfigurare il nostro prodotto, creando tre “edizioni” di Irion EDM, più semplici e facili da capire» – continua Alberto Scavino, sottolineando come persino il modello di pricing è stato rivisto con l’introduzione di una formula abbastanza inedita nel campo del data management. L’obiettivo è offrire trasparenza e certezza dei costi finali. «Accanto al tradizionale listino valutato in base alla potenza di calcolo impegnata, diamo la possibilità di acquistare Irion in funzione del numero di programmatori che lavorano allo sviluppo delle soluzioni. Il cliente può scegliere di allocare le risorse di un progetto focalizzandosi inizialmente sulle persone per passare in seguito a una spesa basata sul numero di core utilizzati in produzione». Questa flessibilità è piaciuta molto, anche perché impatta sulla trasparenza del total cost of ownership di una soluzione che grazie all’ottimizzazione molto spinta, può ridurre in modo significativo i requisiti di potenza di un’applicazione finale. «Otteniamo performance notevoli nel number crunching» – rileva Alberto Scavino. «Solo per dare l’idea, un’applicazione bancaria per gestire le segnalazioni di vigilanza macina due milioni e mezzo di controlli al minuto su un normale server a 12 core. Una grandissima produttività che si traduce in un eccellente rapporto costo/prestazione».

Nel momento in cui il driver di mercato passa dal rispetto delle prescrizioni del regolatore al valore del dato, l’aspetto dei costi di un’applicazione pensata per l’integrazione o per la data quality diventa un’arma in più nelle mani dei nuovi professionisti del data management. «È anche un tema di natura organizzativa – spiega Alberto Scavino. Ma come si giustifica il lavoro del chief data officer e del data manager? Quale valore porta questo nuovo mestiere a un’azienda non iper-regolata? «Sicuramente un approccio che preveda la creazione di data product può essere di aiuto, con una strategia chiara, sostenibile e, perché no, monetizzabile» – risponde il CEO di Irion. «Possiamo dare un grande contributo alla creazione di veri e propri data marketplace in seno alle aziende».

Mario Vellella Domain Advisory leader di Irion e Mauro Tuvo principal advisor di Irion

L’ORCHESTRA DEI DATI

Un ruolo chiave nella realizzazione di soluzioni “armoniche” per i clienti è svolto da Renato Valera. «Uno dei compiti della struttura di consulting & advisory è accompagnare clienti e partner, che scelgono Irion EDM come tassello fondamentale per l’implementazione della loro strategia dati, aiutandoli a trarre il massimo beneficio dalla piattaforma e valorizzare le informazioni interne ed esterne necessarie al business. Irion EDM permette di creare soluzioni “data centriche”, data app che rispondono a specifiche esigenze di business seguendo un approccio “domain driven”, «solo nel mercato Banking & Insurance ne abbiamo realizzate più di 300, ognuna con le proprie specificità».

E al tempo stesso, la piattaforma è modulare, aperta e basata su un modello a servizi, in grado di consumare ed esporre API, così da adattarsi e inserirsi in ecosistemi complessi che prevedono la convivenza di diversi strumenti e applicazioni. «Gli strumenti di questa grande orchestra – prosegue Valera – si prestano non solo alle esigenze dei più svariati settori, ma nella stessa organizzazione possono abilitare l’adozione di moderni paradigmi e framework di data management: Data Fabric, DataOps, Data Mesh. Nessuno di questi modelli va adottato tout court e senza un’attenta valutazione di ciò che meglio risponde alla strategia aziendale. Certamente però un’architettura dati meno monolitica e più organizzata per domini di business, capaci di gestire i dati come prodotti (data product), è più efficace e capace di adattarsi velocemente al cambiamento. Ciascun dominio produce dati e può pubblicare la sua vetrina di prodotti a coloro che dovranno utilizzarli nei processi di business – spiega Valera – è questo il concetto moderno di data marketplace che il data mesh suggerisce e che Irion può abilitare».

LA RUOTA DELLA DATA GOVERNANCE

Irion EDM è una piattaforma che indirizza, in senso ampio, i requisiti delle discipline descritte nella “DAMA wheel”, il modello proposto da DAMA International, associazione di professionisti e tecnici del data management che vede Irion membro molto attivo nel capitolo italiano. «Al centro della ruota c’è la data governance: il perno della data strategy per indirizzare e sovraintendere alla gestione dei dati e valorizzarli come un asset» – spiega Renato Valera. «Parliamo di processi, ruoli, standard e metodologie che permettono al dato di viaggiare in modo corretto attraverso l’organizzazione e gli strumenti, fino ad arrivare nei tempi e nei modi attesi e con il giusto livello di affidabilità ai giusti stakeholder per produrre valore. Con Irion EDM è possibile sviluppare soluzioni potenti e personalizzate per l’integrazione, il controllo, l’arricchimento e il governo dei dati».

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L’arma segreta di Irion è il paradigma dichiarativo alla base della realizzazione di questi strumenti. «Ci sono due grandi famiglie di linguaggi di programmazione» – spiega Giovanni Scavino. «Una è di tipo prescrittivo, imperativo. Questa tipologia di linguaggi descrive nei minimi dettagli tutti i passi da compiere per ottenere un determinato risultato. Nel mondo della gestione dei dati questo approccio è esposto al rischio di pericolosi disallineamenti, anche quando viene implementato attraverso moderne interfacce di programmazione visuale. La nostra tecnologia, basata su SQL, il linguaggio universale per interrogare i database, è dichiarativa» – sottolinea. «Invece di descrivere ogni singolo passo, si concentra sul risultato da raggiungere, delegando in parte la gestione della complessità ai motori relazionali dei database, che sono fatti per garantire la massima coerenza interna». Per spiegare meglio il salto qualitativo reso possibile da questo approccio, Giovanni Scavino ricorre alla metafora del cuoco: «Quando andiamo al ristorante non chiediamo al cameriere di prendere un etto di spaghetti, far bollire l’acqua, cuocere a parte la passata di pomodoro, aggiungendo guanciale tagliato a listarelle, lentamente soffritto in olio d’oliva con mezzo peperoncino, e spargendo alla fine un cucchiaio di pecorino romano. Molto più semplicemente – sintetizza il chairman – ordiniamo un’amatriciana, perché ci fidiamo della competenza e della maestria dello chef. Il quale oltretutto è portato anche ad affinare costantemente le proprie ricette».

ONORE AL METADATO

L’altro aspetto che rende questa tecnologia più potente nel controllo della qualità del dato è l’attenzione ai metadati, intesi non in quanto semplice attributo descrittivo dei dati (ad esempio, il formato di una colonna o la struttura di una tabella) ma come “agenti attivi”. E proprio grazie agli Active Metadata che lo scorso anno gli analisti di Gartner hanno riconosciuto Irion ‘representative vendor’ nella relativa Market Guide. «I metadati – torna a sottolineare Valera – servono a pilotare i processi verso un data management “aumentato”. I metadati non si limitano a documentare l’acquisizione, trasformazione, controllo e produzione dei dati, ma suggeriscono controlli, propongono alternative e indirizzano i percorsi che il dato può prendere, mentre il business cambia costantemente. La nostra piattaforma, grazie anche all’utilizzo intelligente dei metadati e al potenziamento con tecniche di artificial intelligence e machine learning aiuta i clienti nel processo di trasformazione verso una data driven company».

La software house torinese si appresta a festeggiare i suoi primi 20 anni di vita. Durante questo periodo – come ricordano Giovanni Scavino e il CTO Mauro Sturaro – la crescita della piattaforma, nella quale vengono costantemente reinvestite significative percentuali dei ricavi, non si è mai interrotta. «Io e Mauro, amico del liceo, insieme a mio fratello Alberto, laureato in Economia, avevamo già maturato esperienze nell’ambito delle soluzioni verticali di tesoreria, in particolare nella gestione del rischio finanziario» – racconta Giovanni Scavino. «Le cicatrici accumulate allora su progetti che andavano faticosamente in porto, proprio a causa della mancanza di qualità e della difficoltà nel reperire i dati che avrebbero dovuto alimentare i nostri motori di calcolo, ci fecero intuire le grandi opportunità di una piattaforma end-to-end che potesse affrontare, e risolvere, proprio quel tipo di problemi». Ceduta questa prima attività, i tre danno vita a Irion nel 2004. L’anno dopo, al trio si uniranno altri due soci, Renato Valera e Michelangelo Rosso. Fin dai primi riscontri di mercato, l’idea di una suite ad ampio spettro e al tempo stesso flessibile e modulare si rivela vincente. «All’inizio – prosegue Giovanni Scavino – l’interesse è concentrato nell’area del controllo dei dati in ambito finanziario, un punto estremamente caldo in un settore iper-regolato come quello dell’industria bancaria».

I clienti capiscono subito la validità dell’approccio utilizzato dalla startup, e investono in progetti che a loro volta garantiscono a Irion le risorse da reinvestire nell’allargamento e nel potenziamento del loro software. Nonostante la carica innovativa, che poggia su una logica di programmazione molto solida, Irion EDM non è un esercizio teorico. «E neppure un manifesto ideologico del software» – osserva Mauro Sturaro. «Al contrario, parte da esigenze molto concrete e vuole dare una risposta pragmatica, in piena ottica di problem solving».

DATI SORPRENDENTI

Il CTO si sofferma su uno dei principali fattori differenzianti della proposta di Irion: «È la tecnologia che deve adattarsi ai problemi». L’idea di una piattaforma per l’Enterprise Data & Analytics Management è nata dalle esigenze concrete di una serie di interlocutori, sia tecnici che di business. Gestire i dati è infatti un’attività complessa, soprattutto quando sono tanti e in fonti molto diverse: al crescere della complessità di un’organizzazione, le operazioni manuali e ripetitive sui dati diventano sempre più onerose, sia in termini di maggiori costi sia di tempi. Da qui la necessità di creare una serie di tecnologie per ridurre l’effort manuale e liberare tempo per attività a maggior valore aggiunto, riducendo di conseguenza anche i costi, grazie all’automazione e superando i limiti dei tradizionali fogli di calcolo, spesso disallineati e sparsi in azienda.

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E fin dai primi contatti avuti con i potenziali clienti, l’evidenza più chiara della validità dell’approccio di Irion viene dalle reazioni suscitate nel corso delle demo. «Quando prendevamo contatto con una banca che voleva implementare una certa riconciliazione o dei controlli – racconta Mauro Sturaro – i nostri interlocutori chiamavano i colleghi di un altro settore e ci facevano ripartire da capo. Avevano capito che Irion poteva servire per fare molte altre cose». Del resto, l’effetto sorpresa è il destino di tutti i Davide davanti al gigante di turno. «Eravamo perfettamente consci che non potevamo rispondere alla concorrenza, restando su un piano puramente quantitativo. Bisognava inventare qualcosa di diverso» – aggiunge Giovanni Scavino. «Lo abbiamo fatto, approcciando problematiche tradizionali senza omologarci, trovando la nostra voce originale per cantare fuori dal coro». Se le altre soluzioni ETL utilizzano modelli procedurali, costringendo l’utente a scrivere di proprio pugno una buona ricetta di integrazione, attraverso il mantra “Everything as a Table”, Irion riesce a disaccoppiare il dato e il suo formato originario. «EasT è una sorta di virtualizzatore – spiega Scavino. «Una lingua franca che permette di far lavorare insieme dati di provenienza diversa, XML, NoSQL e così via». Un’altra invenzione originale è la cosiddetta tecnologia Isoldata. «Con Isoldata, i dati disaccoppiati vengono inseriti in vere e proprie sandbox isolate di dimensioni virtualmente infinite, dove tra un’operazione e l’altra non può verificarsi il fenomeno della “contention”, della discordanza, che tende quasi inevitabilmente a crearsi quando si lanciano più procedure ETL che finiscono per pestarsi i piedi a vicenda, con effetti facilmente immaginabili». E per finire, la terza arma vincente di Irion è la tecnologia DELT – Declarative Extract, Load, Transform – i cui algoritmi fungono da orchestratore per il coordinamento dei flussi di elaborazione e controllo dei dati. «In pratica, DELT capisce le cose da fare – continua Giovanni Scavino – e costruisce di conseguenza una mappa delle interdipendenze tra un dato e l’altro. In questo modo, il data engineer di una soluzione deve pensare solo al suo obiettivo perché la rotta, per quanto complessa, viene tracciata da Irion EDM».

L’unione di queste tre tecnologie distingue nettamente questa piattaforma ed è il motivo per cui un gruppo bancario di importanza nazionale lo ha scelto per un progetto di data quality da 8 miliardi di controlli su milioni e milioni di record, che soluzioni più convenzionali non erano riuscite a elaborare. «Col tempo, le nostre scelte differenzianti ci hanno premiati e ci hanno consentito di acquisire a livello nazionale una leadership in tutta una serie di settori» – rileva ancora Giovanni Scavino. «Tutte le principali banche e assicurazioni, con pochissime eccezioni, tra le top 10, utilizzano Irion. Già diversi grandi attori dell’energy si servono di una tecnologia italiana che viene sviluppata nel quartier generale di Torino, con tutto il supporto al cliente. Anche altre importanti realtà in ambiti diversi – pubblica amministrazione, manifatturiero, retail – stanno acquisendo la nostra tecnologia». E se ne sono accorti anche gli analisti di Gartner che hanno assegnato a Irion due prestigiose menzioni d’onore nei Magic Quadrant Data Quality Solutions e Data Integration Tools.

APERTI AL FUTURO

La stessa cura e un’identica filosofia differenziante si trovano nelle modalità con cui Irion EDM evolve nel tempo. Giunta alla major release numero sette, la piattaforma è stata riscritta per la versione a 64 bit di Microsoft .Net Core. «È come ristrutturare completamente le fondamenta di un grattacielo senza che gli inquilini del trentunesimo piano possano percepire la minima vibrazione» – afferma Mauro Sturaro. Il balzo in avanti sia in termini di potenza, sicurezza e stabilità, sia in direzione di un cambiamento architetturale radicale, sempre più aperto al mondo del cloud, della containerizzazione e dei microservizi, non va a inficiare un’altra carta vincente di Irion: la retrocompatibilità. «Questo aspetto viene curato in modo maniacale» – precisa il CTO di Irion. «Molti nostri competitor applicano un criterio “rivoluzionario” alle nuove release. Chi vuole adottare una nuova funzionalità spesso deve riscrivere le sue applicazioni. È come costringere qualcuno a riscrivere completamente un documento perché il word processor nel frattempo è cambiato. Le soluzioni che i clienti hanno creato con le versioni precedenti di Irion, invece, si possono utilizzare senza radicali modifiche». Questo, grazie a una metodologia di sviluppo agile diversa dalle altre. «La verifica della retrocompatibilità delle nuove versioni – spiega Sturaro – si basa su test di regressione automatizzati sviluppati dai nostri esperti. La procedura viene resa ancora più efficace da un’organizzazione che prevede il lavoro parallelo di quattro team di sviluppo autonomi, che rendono possibile il controllo incrociato della qualità, riducendo al minimo la presenza di errori e incompatibilità. E questo rappresenta un’ulteriore protezione degli investimenti del cliente».

Foto di Gabriele Sandrini