Debora Guma, il valore delle differenze

Debora Guma, CIO del Gruppo De’ Longhi. Talento e impegno tra numeri, lettura e cinema indipendente. Una voce fuori dal coro che abbatte le barriere di genere nel mondo dell’ICT

Debora Guma incarna una combinazione unica di vivacità e saggezza, spirito partenopeo e pensiero analitico. Nata a Napoli, 56 anni, CIO del Gruppo De’ Longhi, vive e lavora tra Milano e Treviso dove ha sede il quartier generale dell’azienda. Fin dai primi anni della sua formazione, Debora ha dimostrato un talento innato per i numeri. Dopo essersi laureata in Matematica con indirizzo Applicativo numerico, ha continuato ad affinare le sue competenze. Attualmente, sta frequentando un Executive MBA che terminerà il prossimo settembre. Assertiva, eclettica, coraggiosa. L’ironia non le fa difetto. Ma c’è molto di più. La lettura ha plasmato la sua anima fin dalla più tenera età, grazie all’influenza della madre.

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Amante della buona cucina, ma non lagnosa gourmet. Cibo e vino per Debora sono sinonimi di cultura e convivialità, un modo per unire le persone e condividere momenti speciali. Appassionata di videogiochi vintage e film d’autore. Dal 1995, è attivamente coinvolta nell’organizzazione di festival di cinema indipendente a regia femminile. Non una vera sportiva, per sua stessa ammissione. La bicicletta è il suo mezzo di trasporto preferito. Tifosa moderata di fede azzurra e della sua squadra di pallanuoto preferita, la Canottieri Napoli. Ma non si può parlare di Debora Guma senza menzionare la sua determinazione nel promuovere il valore delle diversità. Femminista convinta, crede con tutta se stessa che l’inclusione e l’accettazione delle differenze siano fondamentali per aprire le porte a una cultura di equità e opportunità per tutti, superando gli stereotipi di genere, anche in azienda.

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Da dove cominciamo?

Sono madre adottiva di due stupende cagnoline e amo leggere di tutto, passione che mi ha trasmesso mia madre facendomi vivere fin da piccola in mezzo ai libri. Mi diverto a giocare ai videogame Arcade: all’inizio, da adolescente, per curiosità e ora per stimolare diversamente le sinapsi. Mi piace il cinema, non solo mainstream, ma dal 1995 anche tramite l’organizzazione di festival dedicati al cinema indipendente a regia femminile.

Come trascorri il tempo libero?

Il primo pensiero quando mi sveglio è leggere almeno qualche pagina di un buon libro, ma subito dopo viene il pensiero legato al buon cibo. Prima di tutto, però, l’immancabile passeggiata con le cagnoline. Se è bel tempo e non ho una delle lezioni dell’Executive MBA: spero che settembre 2023 arrivi presto così anche questa è fatta! La “passeggiata” si trasforma in lunghe corse al parco. Dopo, mi dedico finalmente alla cucina e si mangia. Dopo un po’ di relax, si organizza la serata con gli amici: cena, aperitivo con cinema o uno degli infiniti eventi culturali milanesi.

Qual è il tuo rapporto con lo sport?

Non faccio nulla, o quasi, se non l’andare in ufficio in bicicletta. Treviso in tal senso è perfetta, ma lo facevo anche a Milano, a rischio della vita. In televisione, seguo poco lo sport, ma nel cuore mi sono rimaste le squadre napoletane di calcio – quest’anno più che mai –  e di pallanuoto: la Canottieri, non il Posillipo!

Preferenze per le vacanze?

Dedico alle vacanze almeno un paio di settimane tra febbraio e marzo, con destinazione oltreoceano, e un paio a luglio. Evito con cura agosto, ogni volta che è possibile. Per me una vacanza può definirsi tale solo se è itinerante e in posti non turistici, immancabilmente insieme ad amiche “avventurose come me”. Una delle settimane la dedico alla vacanza stanziale al mare con le mie cagnoline. Preferisco di gran lunga il mare alla montagna e preferibilmente all’estero, se la settimana “stanziale” è in un periodo canonico, per cui i luoghi di mare italiani diventano orge di folla e confusione.

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Come combattere gli stereotipi di genere in azienda?

Sono femminista e credo nella necessità di dare valore alle diversità di ogni tipo, prima tra tutte quelle tra uomo e donna che insieme possono creare un mondo migliore, dandosi reciproco valore e supporto. Auspico un modello di valutazione delle risorse umane nelle aziende che tenga conto delle differenze e quindi non penalizzi le donne e le altre diversità, perché ancora permeato di una cultura fondata sul maschio eterosessuale, bianco, abile e machista.


Luciano Guglielmi CIO, direttore comitato di Indirizzo per la Fondazione per la Sostenibilità Digitale – senior advisor di PwC – Board member and ambassador di CIO AICA Forum