Spyware e monitoraggio ai media considerati un pericolo per la “sicurezza nazionale”
Gli Stati membri dell’UE hanno approvato un progetto di legge che potrebbe consentire ai governi di spiare i giornalisti in nome della “sicurezza nazionale”. Nei giorni scorsi, il Consiglio Europeo ha pubblicato una bozza dell’European Media Freedom Act (EMFA) che estenderebbe i poteri di sorveglianza dei media, inclusa la collocazione di spyware sui telefoni dei giornalisti. Lo scopo originario dell’EMFA era salvaguardare l’indipendenza e il pluralismo dei media. Presentato per la prima volta dalla Commissione lo scorso settembre, l’atto è stato salutato come un importante passo avanti per la tutela della libertà di stampa. Ma all’inizio di questo mese, la Francia ha introdotto un’eccezione al divieto di dispiegare spyware contro i giornalisti, a condizione che sia utilizzato nell’interesse della sicurezza nazionale.
L’esenzione consentirebbe agli Stati membri di hackerare i telefoni dei giornalisti se sospettano che le loro fonti possano parlare con criminali coinvolti in qualsiasi attività lo Stato percepisca come una minaccia. Un’ampia gamma di reati, che vanno dall’omicidio al furto e alla pirateria musicale, sarà considerata una giustificazione legale per l’utilizzo di software di sorveglianza sui giornalisti. I sostenitori della libertà di stampa hanno avvertito che questi cambiamenti dell’ultimo minuto potrebbero “aprire la porta a tutti i tipi di abusi”. La Federazione europea dei giornalisti, che rappresenta circa 320.000 giornalisti di 45 paesi, si è detta “turbata” dalle “pericolose scappatoie” della proposta del Consiglio. I delegati dell’UE porteranno il progetto di legge al vaglio del Parlamento europeo che ne analizzerà il testo. La Commissione europea ha accolto con favore l’accordo degli Stati membri del blocco e ha chiesto che il progetto di legge diventi presto legge.