Dati e sostenibilità: le 7 sfide dell’ESG Reporting

Dati e sostenibilità: le 7 sfide dell'ESG Reporting

Iconsulting illustra le prove che le aziende dovranno affrontare per effettuare la transizione green

L’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) stanno spingendo le aziende a ragionare in una prospettiva di lungo periodo con l’obiettivo di raggiungere uno sviluppo sostenibile. Proprio per questa ragione negli ultimi anni sono stati definiti nuovi obiettivi di sostenibilità a livello sia internazionale che europeo in ambito ESG al fine di fornire un contributo tangibile al percorso comune verso una maggior sostenibilità ecologica, inclusione e parità sociale.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

In particolare, recentemente sono state introdotte importanti novità da parte dell’UE in materia di regolamentazione: nel dicembre 2022 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova Direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sulla rendicontazione societaria di sostenibilità che sancisce l’obbligo di pubblicare bilanci non finanziari e i dati sull’impatto delle proprie attività su ambiente, persone e pianeta per grandi aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, grandi imprese, aziende quotate ad eccezione delle microimprese e imprese extracomunitarie.

Affrontare la transizione sarà, dunque, un dovere per molte organizzazioni e, per portarla a compimento, è essenziale elaborare una strategia a lungo termine. Ed è qui che entra in campo l’ESG reporting, il resoconto degli effetti di un’impresa su ambiente, società e governance, un’operazione che richiede pianificazione e costanza nel monitoraggio day-by-day. Iconsulting, principale azienda di consulenza italiana focalizzata sulla creazione di valore strategico partendo dai dati, ha individuato le 7 sfide con cui confrontarsi nella realizzazione di questa attività:

  1. Commitment: è fondamentale rendere consapevoli tutte le persone coinvolte dell’influsso che esercitano attraverso il proprio operato, per questo è necessario un ingente impegno e sponsorship a livello corporate per garantire il successo delle iniziative ESG.
  2. Governance: l’ESG reporting presuppone un governo robusto degli stakeholder interni come contributori al raggiungimento della strategia ESG, sia nella fase di raccolta dei dati a supporto dei processi di monitoraggio, sia nella loro analisi per migliorare i processi interni. Per condurre a buon fine l’operazione è indispensabile che tutte le funzioni dell’impresa lavorino come un unico team.
  3. Regulation: flessibilità deve divenire la parola chiave per fronteggiare le modifiche legislative e i cambiamenti della strategia aziendale. Oggi, nello specifico, è richiesto un grande sforzo per adattare il lavoro effettuato sui framework precedenti alle nuove direttive europee.
  4. Data Quality: i dati a supporto dei processi sono spesso imprecisi o interpretati e non risiedono all’interno dei sistemi, per questa ragione è meglio gestire la qualità del dato fin da subito, per evitare un effort maggiore nella fase di reporting. Attivare un processo per cui i dati che provengono dalle più disparate fonti aziendali siano certificati e soggetti a controllo prima di entrare nel sistema di reporting è una fase fondamentale per ottenere un sistema privo di incongruenze ed errori. La qualità del dato non riguarda però soltanto la sua esattezza, ma è altrettanto importante classificare le informazioni aziendali nel modo corretto secondo la definizione dei framework ESG.
  5. Automation: i processi ESG raccolgono dati su tutto l’operato dell’azienda e riguardano molte sorgenti informative, alcune delle quali non strutturate; è fondamentale quindi limitare il livello di manualità nell’acquisizione dei dati necessari per rendere il più possibile automatizzato e veloce questo iter che coinvolge diversi attori e richiede un effort importante.
  6. Data e Metadata Management: i processi di raccolta e rendicontazione data intensive esigono una gestione strutturata dei dati multi-sorgente. Poiché sono coinvolti diversi attori e varie fonti informative, articolate e non, tutto deve essere documentato, tracciato e impostato per risultare intelligibile agli stakeholder interni ed esterni e alle figure aziendali che utilizzano i dati per definire i KPI.
  7. Innovation: effettuare ESG reporting non deve essere concepito solo come un obbligo normativo, ma anche come un’occasione per evolvere i processi interni e per ottenere un vantaggio concreto con i consumatori che in questo modo divengono shareholder del valore generato in ambito sostenibilità.
Leggi anche:  IBM presenta il processore quantistico di nuova generazione insieme all’IBM Quantum System Two

“Il rating ESG rappresenta oggi un fattore determinante per le organizzazioni tanto che le scelte di investimento includono sempre più spesso tra i propri criteri decisionali la sostenibilità. Iconsulting supporta le aziende nel percorso trasformativo verso la sostenibilità con una propria solution che permette non solo di gestire in modo efficiente ed efficace le esigenze di monitoraggio ma anche di introdurre innovazione nei processi interni e verso gli stakeholder esterni.  Iconsulting, da sempre al fianco delle aziende nell’implementazione della data governance, rinnova ancora una volta il proprio impegno favorendo il raggiungimento degli obiettivi in ottica ESG. Un contributo questo che permetterà di ottenere un vantaggio sia in termini di impatto ambientale, sia di crescita per le imprese sul lungo periodo”, afferma Vasil Tabaku, Director di Iconsulting.