Nasce il primo data center green nel cuore della montagna

Con la firma per la costituzione formale del partenariato pubblico-privato “Trentino Data Mine” prende forma in questi giorni il progetto da oltre 50 milioni di euro finanziato con fondi PNRR. La srl, guidata dall’Università di Trento, è composta da Covi Costruzioni, Dedagroup, GPI, e Isa

Nuovo passo avanti nel progetto Trentino Data Mine (TDM), l’infrastruttura finanziata dal PNRR per la creazione e il successivo sviluppo di un polo strategico di innovazione in valle di Non. Questa mattina è stata costituita in Rettorato a Trento la SRL Trentino Data Mine che gestirà le attività previste dal progetto di realizzazione di un data center “green” nella miniera dell’azienda Tassullo.

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Il partenariato pubblico-privato vede protagonista l’Università di Trento come soggetto attuatore, che ha anche la responsabilità e la guida scientifica, e un raggruppamento temporaneo di imprese, selezionato tramite gara pubblica, formato da Covi Costruzioni, Dedagroup, GPI e ISA. La società pubblico-privata si occuperà della progettazione e della realizzazione dell’infrastruttura, oltre che dell’acquisizione e della dotazione dei macchinari e delle attrezzature per il data center e per la relativa gestione.

Il progetto rientra nell’ambito del PNRR Missione 4 “Istruzione e ricerca – Dalla ricerca all’impresa” e ha una durata di 36 mesi. Il costo totale di 50,2 milioni è finanziato da risorse pubbliche per 18,4 milioni e private per circa 31,8 milioni. La voce più consistente dell’investimento (circa 18 milioni) sarà riservata alla realizzazione degli impianti tecnici nella miniera. Il ritorno dell’investimento è atteso nell’arco di 15 anni dall’avvio del progetto (2023-2037).

Gli oltre 80mila metri quadrati della miniera dell’azienda Tassullo già ospitano celle ipogee ricavate dall’estrazione di dolomia che sono utilizzate per la conservazione di mele, la fermentazione di spumante e altre applicazioni dove la temperatura costante è un fattore chiave. Nel data center potranno essere svolti in sicurezza e in condizioni ottimali servizi legati all’ICT che sfrutteranno tutte le potenzialità dell’intelligenza artificiale, del calcolo ad elevate prestazioni, dell’edge computing e della sicurezza informatica inclusa la crittografia quantistica. La conformazione rocciosa del sito, naturalmente protetto da centinaia di metri di roccia viva, garantisce inoltre sicurezza elettromagnetica, protezione da eventi naturali, risparmio di suolo, sostenibilità e possibilità di utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili.

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Un ecosistema dell’innovazione

Nel caso di Trentino Data Mine si parla di creazione di un ecosistema. Il data center potrà infatti essere punto di riferimento per soggetti pubblici e privati per la gestione e conservazione di propri dati e per il supporto alle varie fasi del ciclo di innovazione in una logica, il più possibile, di open source: l’analisi delle tecnologie emergenti e la definizione di una roadmap di sviluppo tecnologico; la verifica e la validazione di nuove applicazioni commerciali o lo sviluppo di prototipi in ambiente protetto; la validazione tecnologica di prodotti, processi e servizi. Il modello proposto è basato sulle migliori pratiche ed esperienze di Open Innovation & Open Integration (vale a dire la capacità combinata di aprire e integrare flussi di conoscenza esterna e interna) e sulla rete tra i diversi attori del territorio, a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico verso il mercato.

La presenza di Trentino Data Mine permetterà inoltre di potenziare la rete di collegamento già esistente tra le istituzioni di ricerca, le aziende, le infrastrutture tecnologiche e le facilities presenti sul territorio, in particolare nell’ambito della salute, della sicurezza digitale, della gestione dati e finanziaria. Oltre all’Università di Trento, capofila del progetto, tra i partner pubblici a forte competenza nel settore ICT avranno un ruolo importante la Fondazione Bruno Kessler e EIT Digital. Saranno anche coinvolti la Fondazione Hub Innovazione Trentino e Trentino Sviluppo.

Trentino Data Mine offrirà anche un’opportunità di lavoro a personale con alta specializzazione proveniente da ambiti diversi: dal management dell’innovazione alla ricerca, dalla consulenza imprenditoriale all’expertise tecnico, per accompagnare i processi di crescita industriale delle aziende che parteciperanno all’ecosistema. La struttura organizzativa vedrà la presenza in sinergia di un comitato scientifico e di uno industriale che faranno riferimento al consiglio di amministrazione composto da partner pubblici e privati. A dirigere le operazioni sarà un “infrastructure manager” come previsto dal progetto.

Rettorarto, firma accordo Trentino Data Mine. Da sinistra Dennis Bonn ISA, rettore Flavio Deflorian, Roberto Covi Costruzioni, Oscar Fruet GPI, Roberto Loro Dedagroup

I campi di applicazione

Tra quelli strategici sicuramente le scienze della vita (e-health, prestazioni sanitarie, diagnostica e medicina di precisione) l’intelligenza artificiale (industria 4.0, manifattura smart, agricoltura digitale e smart, finanza digitale), la transizione energetica (città smart, mobilità smart, 5G e servizi pubblici). Aree di interesse che si intrecciano per molti aspetti con iNEST, un altro progetto strategico ad alto impatto finanziato con fondi PNRR che prevede la creazione di un ecosistema del Triveneto dedicato all’innovazione e in cui è coinvolta l’Università di Trento.

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Le quattro aree di interesse

L’intelligenza artificiale e il suo impiego in ambito commerciale e industriale. Ad esempio, nell’analisi dei big data, nella manutenzione predittiva (per individuare il tempo residuo prima del guasto soprattutto in strumenti e impianti), nell’automatizzazione dei processi, nella computer vision (per ricavare informazioni da immagini o video) o nella AI spiegabile (un processo che consente di testare la correttezza e la precisione delle decisioni prese con l’intelligenza artificiale).

L’High Performance Computing, la capacità di elaborare i dati ed eseguire calcoli complessi ad alta velocità. E mettere poi a disposizione grandi quantità di informazioni per svolgere servizi ad alto impatto nei più vari settori.

L’Edge computing, un modello di calcolo distribuito nel quale l’elaborazione dei dati avviene il più vicino possibile a dove questi vengono generati. Una soluzione tecnologica che consente una più veloce gestione delle informazioni con una riduzione di traffico dati e una maggior resilienza in caso di interruzione nella connessione.

La cybersicurezza che, grazie a nuovi avanzamenti nel campo della crittografia quantistica, punta ad adottare il paradigma “Zero-trust”. Vale a dire creare un perimetro di rete attendibile, in base al quale ogni transazione di rete deve essere autenticata prima che possa essere processata.

Il contesto

Grazie alle innovazioni prospettate in questi ambiti, il progetto punta a creare in Trentino Data Mine un punto di riferimento su scala europea per l’innovazione digitale, in grado di attrarre investimenti internazionali. Gli spazi all’interno della miniera potranno essere inoltre messi a disposizione a imprese e enti pubblici per le proprie attività ICT.
Quello dei servizi di consulenza nel settore del business digitale è un mercato molto promettente. Secondo le stime di Confindustria (luglio 2021) i servizi in cloud e per la gestione dei big data e della cybersicurezza sono stati l’asse portante degli investimenti negli ultimi anni. I servizi in cloud sono cresciuti del 18,8% nel 2020 e hanno raggiunto un volume globale di circa 4 miliardi di valore, mentre i big data dell’8,7% pari a 1,2 miliardi di euro. Un trend che non accenna a diminuire, dal momento che le stime per i prossimi cinque anni prevedono un’ulteriore crescita del 10,8% nei servizi di consulenza per il business digitale (fonte: Gartner’s research “Forecast Analysis: Digital Business Consulting Services, Worldwide”, dicembre 2020).

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I partner privati

Nel progetto di partenariato pubblico-privato, le aziende coinvolte portano il valore delle rispettive competenze.

Covi Costruzioni (sede a Predaia in Val di Non) con l’azienda Tassullo – che dal 1909 realizza prodotti in calce idraulica naturale per il restauro e l’edilizia – coniuga l’esperienza artigiana dei fondatori alle più moderne tecnologie di progettazione ingegneristica per realizzare costruzioni di alto livello e rispettose della sostenibilità edilizia.

Dedagroup (quartier generale a Trento) è il polo di aggregazione delle eccellenze italiane del software e delle soluzioni As a Service (Saas) che dal 2000 porta nel Paese e nel mondo la qualità degli applicativi italiani per favorire e accelerare la transizione digitale distribuendo valore su tutto il territorio. Dedagroup può contare su un’importante esperienza maturata nei servizi di gestione dei dati grazie a Deda Cloud, il Managed Cloud & Security Services Provider del Gruppo.

GPI (quartier generale a Trento) è la società di riferimento per la trasformazione digitale della Sanità. Quotata in Borsa sul Mercato EXM, accompagna le organizzazioni socio-sanitarie pubbliche e private nel miglioramento continuo dei processi e nell’innovazione dei modelli di assistenza, cura e prevenzione. L’offerta si compone di soluzioni software, tecnologie e servizi per abilitare percorsi di cura sostenibili ed efficienti e dare adeguate risposte alle nuove esigenze di salute e benessere delle persone. Nell’ambito delle proprie attività si occupa inoltre di Cybersecurity, con un’apposita business unit.

ISA (Istituto Atesino di Sviluppo, con sede a Trento), holding di partecipazioni che opera da più di 90 anni in Trentino-Alto Adige e nelle zone limitrofe, conta oltre 50 partecipazioni in diversi settori con un patrimonio netto consolidato di circa 165 milioni di euro. La mission di ISA è quella di investire in iniziative finalizzate a creare opportunità di crescita e sviluppo del territorio.