World Press Photo Contest prima accoglie poi esclude i lavori generati con l’IA

World Press Photo Contest prima accoglie poi esclude i lavori generati con l’IA

La categoria Open Format non contemplerà più l’invio di lavori creati o modificati con software di intelligenza artificiale

Il World Press Photo Contest ha aggiornato le sue regole di partecipazione per escludere sin da adesso immagini generate dall’intelligenza artificiale. La World Press Photo Foundation inizialmente aveva informato che avrebbe accolto con favore le proposte di lavori creati con l’IA ma si è dovuta ricredere. Il motivo? La decisione aveVA incontrato il parere contrario di molti fotoreporter che hanno affermato come il consentire immagini create artificialmente in un concorso del genere sarebbe stato “un anatema per tutto ciò che fa il nostro settore”. Ecco allora che la fondazione ha ritirato l’apertura, aggiornando le regole in particolari quelle relative alla partecipazione in Open Format, la categoria che avrebbe dovuto accogliere l’IA. “Grazie al feedback onesto e ponderato degli ultimi giorni, abbiamo deciso di modificare le regole per la categoria Open Format del nostro concorso ed escludere le immagini generate dall’intelligenza artificiale”, ha affermato la World Press Photo Foundation in una dichiarazione pubblicata sul suo sito web. “Sia il riempimento generativo che le immagini completamente generate dall’IA saranno vietate”.

Per contribuire a chiarire cosa sia una fotografia nell’era dell’intelligenza artificiale, la World Press Photo Foundation ha contribuito a sviluppare una “serie di chiari standard etici” insieme a istituzioni di fotogiornalismo, giornalisti visivi ed “editori con interesse e competenza nell’argomento”. Tutto con lo scopo di garantire che le fotografie siano “rappresentazioni corrette e accurate di ciò a cui il fotografo ha assistito” e non prodotte in un modo che possa fuorviare il pubblico. La tecnologia AI è sempre più presente nelle fotocamere e nei software di editing, quindi è facile capire perché la World Press Photo Foundation stia cercando di rendere più trasparente il concorso. Molte app come Adobe Photoshop e Lightroom dispongono di strumenti di editing assistiti dall’intelligenza artificiale progettati per semplificare la vita ai fotografi, automatizzando attività noiose e ad alta intensità di manodopera come mascherare oggetti o perfezionare i dettagli dei capelli. E sempre più spesso, l’intelligenza artificiale alimenta i sistemi di imaging sui moderni smartphone, con il nuovo Magic Editor di Google e le funzionalità Best Take utilizzate sui Pixel 8.

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