Dopo X anche Meta rischia un crollo nelle sponsorizzazioni

Instagram testa la funzione repost

Diversi marchi hanno già ritirato le loro campagne a seguito di post dai contenuti osé

Dopo la controversia pubblicitaria di X riguardante contenuti antisemiti, ora è il turno di Meta. Il colosso guidato da Zuckerberg viene messo sotto i riflettori per il suo algoritmo che, secondo un esperimento condotto dal Wall Street Journal, fornirebbe attraverso i video brevi, o Reels, “filmati osé anche ai minorenni”. Tutto questo, attraverso la “scusa” che il soggetto sia rappresentato da influencer adolescenti e preadolescenti, tra cui giovani ginnaste e cheerleader. A peggiorare le cose, tali contenuti osceni pare siano mescolati con annunci che rappresentavano importanti marchi statunitensi come Disney, Walmart, Pizza Hut, Bumble, Match Group e persino lo stesso Wall Street Journal. Il rapporto aggiunge che il Centro canadese per la protezione dell’infanzia ha ottenuto risultati simili con propri test. Mentre Walmart e Pizza Hut apparentemente hanno rifiutato di commentare, Bumble, Match Group, Hims e Disney hanno ritirato i loro annunci da Meta, facendo pressione sull’azienda per affrontare il problema. 

Considerando la vicenda di X, gli inserzionisti sono ovviamente ancora più sensibili riguardo al tipo di contenuti mostrati accanto alle loro pubblicità, soprattutto per Disney spesso sotto l’occhio attento delle organizzazioni in difesa dei minori. In risposta, Meta ha riferito di aver avviato delle indagini a riguardo “per determinare la frequenza con cui gli annunci di un’azienda appaiono accanto a contenuti che considera inaccettabili”. Nonostante si possa affermare che i test condotti non rappresentino per forza di cose un utilizzo reale e univoco dei social, la tendenza di Instagram ad aggregare contenuti considerati troppo per un pubblico infantile è sempre stato un problema noto, anche prima del lancio dei Reels. Sentiti dal Journal, alcuni dipendenti avrebbero suggerito che una soluzione efficace richiederebbe il rinnovamento degli algoritmi responsabili della distribuzione dei contenuti correlati agli utenti. Detto questo, i documenti interni visionati dal giornale affermano come Meta abbia reso difficile per il team di sicurezza implementare cambiamenti drastici, per paura di un calo del traffico, per una fascia di pubblico ritenuta critica nella corsa ai social più remunerativi.

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