La cassetta degli attrezzi della sostenibilità digitale

Reti si conferma tra i leader della sostenibilità 2024

Modelli di business, metodologie di sviluppo e framework tecnologici per favorire la gestione del cambiamento, la collaborazione e l’innovazione organizzativa

Il 27 e 28 ottobre, a Bologna, si è svolta la seconda edizione degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, la Community costituita dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale che conta ad oggi oltre 100 top manager – tra CIO e CInO – delle più importanti imprese pubbliche e private del nostro Paese, sostenuta da aziende come Deda Next, DXC Technology, Engineering, Oracle, OverIT e R1 Group. Quello di quest’anno è stato un incontro particolarmente importante, nel corso del quale si è messo al centro la condivisione delle esperienze e la definizione di un percorso comune di sviluppo della sostenibilità digitale.

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Nel corso della due giorni, ampio spazio è stato dedicato alla presentazione del DiSI Corporate, il primo e più importante strumento europeo attraverso il quale le aziende potranno valutare la propria sostenibilità digitale rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030. Al centro della discussione della community, c’è stata la Prassi UNI/PdR 147:2023, il documento sviluppato a partire dal DiSI Corporate dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale e UNI con il supporto di enti e aziende, tra le quali Enel, ACI Informatica, CISCO, Bludigit – Italgas, MM: i lavori, nello specifico, si sono concentrati sull’individuare in maniera condivisa le migliori strategie implementative della Prassi, prima in Europa nel suo genere. Per facilitare l’adozione della Prassi, la Fondazione ha realizzato poi la DiSI Corporate Platform, la piattaforma sviluppata e messa a disposizione per supportare le aziende che vogliono implementare i propri progetti facendo della sostenibilità digitale una leva di valore, a partire dalle indicazioni fornite nella prassi UNI appena rilasciata. Sono previsti, inoltre, dei servizi a supporto, che la Fondazione per la Sostenibilità Digitale sta finalizzando per consentire alle imprese di utilizzare al meglio sia la Prassi che la DiSI Corporate Platform.

Il DiSI Corporate sarà fondamentale per tutte le aziende del Sistema Paese Italia, poiché consentirà loro di raggiungere, attraverso l’alleanza sugellata durante questa edizione degli Stati Generali, non solo la compliance con la normativa europea Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) che si estenderà all’intera catena di fornitura a monte e a valle dell’impresa, ma anche un nuovo modello di sviluppo basato su collaborazione e condivisione tra tutte le imprese e gli enti pubblici che operano nei diversi settori di mercato. Tra i principali risultati di questa seconda edizione c’è stata poi la definizione di un “CIO toolbox”, un insieme di attività e best practice pronte da usare, progettate utilizzando la competenza e l’esperienza della vasta community degli Stati Generali. Una “cassetta degli attrezzi” che include modelli di business, metodologie di sviluppo e gestione dei progetti, framework per la valutazione e la selezione delle tecnologie, approcci per la gestione del cambiamento e strategie per promuovere la collaborazione e l’innovazione all’interno delle organizzazioni. Tutto ciò è stato definito durante i due giorni di attività, nell’ambito dei quali è stato dato vita a tavoli di lavoro che nei prossimi mesi attiveranno i soci e i partner della community per la realizzazione di iniziative comuni.

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«La collaborazione tra i top manager degli Stati Generali porta molti vantaggi a chi oggi si occupa di gestire le strategie di innovazione e di trasformazione digitale delle grandi imprese: dall’ottimizzazione dei tempi e dei costi all’aumento dell’efficacia delle azioni intraprese, dalla creazione di processi comuni e standardizzati al moltiplicarsi delle possibilità di confronto, di aiuto tra pari e, quindi, una maggiore incisività. Il tutto guardando a come trasformazione digitale e sostenibilità debbano diventare veri e propri driver di sviluppo per le aziende italiane, e non essere, semplicemente, degli “obblighi” ai quali adeguarsi» – spiega Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

A cura di Fondazione per la Sostenibilità Digitale