L’UE vuole vederci chiaro nel rapporto OpenAI-Microsoft

OpenAI e Google avrebbero usato video di YouTube per addestrare i modelli di IA

Il ruolo di Redmond nelle decisioni aziendali sembra essere più determinante di quanto sembri

La recente soap di OpenAI ha attirato l’attenzione dei regolatori globali. Bloomberg ha riferito che la Federal Trade Commission (FTC) sta esaminando l’investimento di Microsoft nella società guidata da Sam Altman nel merito delle leggi antitrust statunitensi. La presidente della FTC, Lina Khan, ha scritto in un editoriale del New York Times all’inizio di quest’anno che “l’adozione crescente dell’intelligenza artificiale rischia di bloccare ulteriormente il dominio del mercato delle grandi aziende tecnologiche storiche”. Il rapporto di Bloomberg sottolinea che l’indagine della FTC è preliminare e l’agenzia non ha avviato un’indagine formale. Ma secondo quanto riferito, Khan e la compagnia stanno “analizzando la situazione e valutando quali sono le opzioni”.

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Cosa succederà Un fattore complicante per la regolamentazione è che OpenAI è un’organizzazione senza scopo di lucro e le transazioni che coinvolgono entità non aziendali non sono obbligate per legge a essere segnalate. Inoltre, l’investimento di 13 miliardi di dollari di Microsoft non le dà tecnicamente il controllo su OpenAI agli occhi della legge, un altro fattore nel determinare quale azione un’agenzia governativa potrebbe essere in grado di intraprendere.

Tuttavia, la recente espulsione e riassunzione di Altman – e il ruolo fondamentale svolto da Microsoft nel riportare quei pezzi degli scacchi alle sue posizioni preferite – suggerisce che la mancanza di controllo sull’organizzazione no-profit è più un aspetto tecnico che l’essenza di fondo della relazione. Prima della FTC, l’autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA) aveva sottolineato di star valutando la possibilità di indagare sulla relazione tra i due attori dominanti dell’IA. “La CMA esaminerà se la partnership ha comportato un’acquisizione di controllo, ovvero se il rapporto si traduce in una parte che ha un’influenza materiale, un controllo di fatto o più del 50% dei diritti di voto su un’altra entità”.

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