Dime, le innovazioni di reti e sistemi al servizio del cliente

Dime, le innovazioni di reti e sistemi al servizio del cliente

Fabio Loiacono, Head of Cybersecurity di Dime, racconta l’ascesa del system integrator e le nuove sfide della sicurezza

I sistemi di comunicazione e di sicurezza hanno vissuto, nell’ultimo decennio, un’evoluzione senza pari. L’esplosione del web, il cloud, l’IA continuano a cambiare bisogni e risposte, probabilmente con una velocità maggiore di quella che gli stessi utenti possono comprendere. E lo sa bene Dime Srl, azienda nata nel 1978 come rappresentante di primarie imprese nei settori dell’energia e dell’automazione. Nel corso degli anni, si distingue per l’attenzione e la competenza con le quali segue l’evoluzione tecnologica nel campo della trasmissione dei dati, unendo all’attività di rappresentanza la realizzazione di cablaggi strutturati (1991) e la manutenzione di reti ottiche (1992). In breve tempo, Dime passa alla progettazione, realizzazione e assistenza post-vendita di reti integrate per la trasmissione di dati, fonia, immagini, voce e, in generale, di tutti i segnali analogici e digitali su supporto tradizionale e in fibra ottica. Col crescere delle attività sono parallelamente cresciute l’organizzazione e, soprattutto, il personale, che oggi conta oltre 70 dipendenti.

Le anime operative di Dime guardano a cinque industry: pubblica amministrazione, sanità, settore navale, finanza, industria e servizi. Per ognuno di questi, Dime fornisce progetti peculiari, personalizzati e a valore aggiunto. “A questi aggiungiamo l’implementazione di un SOC che ha la caratteristica di essere multitenant” ci dice Fabio Loiacono, Direttore Marketing di Dime “con l’obiettivo di raggiungere anche le aziende più piccole, quelle che di norma hanno più difficoltà nell’approcciare, in maniera seria, il mondo della cybersecurity. Il gap da colmare è duplice: sia dal punto di vista finanziario che di competenze interne. L’idea è allora di impostare una security-as-a-service per clienti svincolati dalla tecnologia, con un’eventuale copertura assicurativa che dia tranquillità sul lungo periodo”.

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Una visione olistica della system integration

Nel Dna di Dime c’è il servizio a 360 gradi. Basti pensare che l’azienda oltre a offrire software personalizzato alle pubbliche amministrazioni, ad esempio per monitorare l’abbandono dei rifiuti, permette anche di liberare il cliente dall’onere di guardare ore e ore di filmati per capire se e quando è stato commesso un illecito legato all’ambito specifico. “Negli anni, abbiamo imparato che le piattaforme a servizio possono davvero rappresentare un modello vincente sul mercato, sia per i fornitori che per gli utenti”.

Un altro esempio è il cablaggio intelligente. Dime fornisce una tecnologia per il cablaggio che è in grado di monitorare il collegamento tra apparati e rete per svolgere attività di manutenzione e sicurezza, nel caso di criticità “fisiche”. Per anni, Dime ha venduto l’installazione di tale sistema, la semplice vendita dell’asset non ha riscosso la sperata risposta commerciale. “Tutto è cambiato quando a questo abbiamo associato il servizio”. Solo allora il mercato si è aperto. La tecnologia va molto più avanti di quanto si pensi e anche se soddisfa esigenze specifiche, c’è sempre bisogno di accompagnare le persone verso le innovazioni disponibili”.

In periodo Covid, Dime ha vissuto un’ascesa peculiare. “Mentre una società dallo spirito puramente commerciale vende la confezione e poi passa ad altro, il beneficio di Dime è stata la capacità di seguire il cliente e di fornire un servizio continuativo, anche a soggetti di importanza fondamentale, come gli ospedali. Anche se Loiacono tende a non basare il successo della sua compagnia solo sul fatturato, vale la pena considerare la crescita esponenziale di Dime. Chiuso il 2019 con 6 milioni di euro di valore della produzione, nel 2020 ha visto un valore pari a 7 milioni, diventato 9 milioni nel 2021 e 12 milioni nel 2022. La chiusura del 2023 è stata ancora più alta, oltre i 15 milioni di euro.

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I trend del futuro

L’IA è un trend su cui si lavora da anni. Basti pensare al mondo della sicurezza informatica: “Ricordo il cambio di passo rappresentato dalla possibilità di inviare, centralmente, file da analizzare a sistemi di machine learning, per avere un risultato più veloce e con meno errori. L’analisi comportamentale, basata sull’IA, è ciò che ha innalzato il livello di complessità delle piattaforme di cybersecurity, applicando modelli avanzati a vari aspetti della produzione dei dati in azienda. Quello che stiamo facendo come Dime è prendere gli allarmi multipli che vengono dal campo e condensarle in una piattaforma, un SOAR, che possa tradurre gli avvisi, ossia gli allarmi, in azioni concrete. Abbiamo bisogno non solo di software che generino notifiche ma di strumenti che suggeriscano le azioni da intraprendere”.

Uno scenario che non è delegato del tutto all’IA se pensiamo alla mancanza di competenze nel nostro Paese. “Nella cybersecurity, le skill cambiano molto velocemente. I nostri dipendenti passano il 40% del loro tempo alla formazione e all’analisi. Questo pone un’importanza evidente sul doversi affidare a professionisti della sicurezza, costantemente formati e pronti ad agire. Come Dime portiamo avanti una missione: introdurre alla cybersecurity quei soggetti che, ad oggi, ne sono esclusi, sia per motivi interni, di costi, che di cultura aziendale”. Nel futuro di Dime, oltre alla forte spinta dell’iniziativa SOC c’è dell’altro: “Un mercato da esplodere è quello della Building Automation” conclude Loiacono. “Integrare soluzioni per rendere gli edifici più intelligenti è non solo interessante dal punto di vista commerciale ma anche sfidante da quello tecnico. L’integrazione di piattaforme e servizi è qualcosa su cui bisogna ancora lavorare, con la certezza di poter ottenere ancora più valore dall’interoperabilità di strumenti e soluzioni”.

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