Oracle, il tour CloudWorld per la prima volta in Italia

Il successo dei clienti muove il business di Oracle. Se ne parla a Milano

Proprio in questi giorni, Oracle festeggia in Italia i suoi primi 32 anni di attività. “Direi che in questo tempo abbiamo fatto tante cose – spiega Carlota Alvarez Pedreira, vice presidente e country manager Italia di Oracle – portando innovazioni tecnologiche per i nostri clienti e per il Paese stesso. Eppure il meglio deve ancora arrivare”. Il World Tour di Oracle si svolge in diversi mercati mondiali, nel giro di vari mesi. L’Italia è, per la prima volta, protagonista di una tappa, unico Paese in Unione Europea. “Questo ci rende orgogliosi perché è l’ennesima dimostrazione di come il gruppo tenga al mercato italiano, anche con investimenti sostanziosi. L’Italia è un’opportunità per Oracle”.

La strategia di Oracle

La giornata comincia con Doug Kehring, Executive Vice President of Corporate Operations di Oracle, che delinea la strategia del gruppo. “Quello che ci interessa maggiormente è che i nostri clienti raggiungano il successo. Per far sì che questo sia possibile, lavoriamo affinché l’automazione diventi il centro delle operazioni delle compagnie”. Alla base del percorso seguito da Oracle ci sono tre pillar: la tecnologia di Fusion unita alle Industry App, i dati, l’infrastruttura. L’azienda ha una governance su ognuno di questi flussi, così da offrire piattaforme end-to-end che massimizzino le prestazioni, adattandosi al contesto.

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Ovviamente, il trend odierno è tutto incentrato sull’intelligenza artificiale. “Molti dimenticano che un buon software di IA deve basarsi su un database di qualità. I nostri esperti di dati aiutano i clienti a trarre il meglio da queste innovazioni. Il tutto nativamente integrato e consolidato all’interno del proprio business”. Le capacità del cloud di Oracle permettono di realizzare soluzioni di IA di livello entreprise, con l’obiettivo di raggiungere tutti. Oracle conta oltre 13 mila use case a livello globale e più di 105 paesi supportati. Un modus operandi, quello di Oracle, che si delinea su 4 fasi: pianifica, implementa, opera, innova. Un processo continuo, che continua nel tempo per portare sempre innovazioni all’interno delle imprese.

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I casi d’uso

Marco Barioni, CEO di Reale Group, è uno dei clienti che Oracle ha scelto per raccontare come l’adozione delle sue tecnologie abbia aiutato uno dei principali gruppi assicurativi italiani a vincere le sfide del futuro. “Siamo il primo gruppo assicurativo in Italia che ha scelto di adottare pienamente una strategia multicloud. Ci troviamo nel mezzo della trasformazione che completeremo nei prossimi due anni, anche grazie alla consulenza di Accenture. Guardiamo non solo alle iniziative attuali e in corso ma anche alle prossime. Sappiamo che l’IA è una vera rivoluzione per l’IT e di certo penseremo ai modi di integrarla nei nostri servizi, interni e rivolti all’esterno”.

Sulla stessa falsariga Paolo Trevisan, CTO e CIO del Polo Strategico Nazionale. “C’è un tema di condivisione e disponibilità del dato che apre alla necessità di più integrazione delle informazioni, senza dimenticare la sicurezza delle reti. Ecco che uno dei traguardi a cui guardiamo è sul come rendere sicuro l’accesso al dato, lavorando presso le amministrazioni pubbliche nostre clienti”.

Il Polo mette a disposizione sei diversi di consulenza, sfruttando anche le tecnologie di Oracle per immettere i propri servizi sul mercato. Anzi, proprio nelle ultime ore, il Polo Strategico Nazionale ha aperto la Region italiana con cui può gestire in maniera sicura e controllata lo stack dedicato ai clienti, per la prima volta con un focus sul territorio nazionale”. Cosa nel futuro? Ridurre le emissioni delle novità tecnologiche è una priorità “anche perché progetti come ChatGPT consumano una quantità impensabile di energia che non possiamo sopportare senza un’adeguata attenzione”.

A chiudere la carrellata di use case è Giuseppe Maifredi, Group Chief Data Officer di Bper Banca. Nel passato, il gruppo ha approcciato il cloud per la gestione dei dati in campo non produttivo, un primo approccio che oggi vede Bper declinarsi sull’innovazione tecnologica a servizio dei clienti ma anche dei dipendenti, ossia del supporto al capitale umano. “In un contesto di modernizzazione, abbiamo voluto utilizzare strumenti voluti per curare il benessere dei colleghi, sempre partendo dai dati”. Secondo il manager siamo alle porte di una trasformazione in cui non è più l’IA a essere la rivoluzione ma i modi con cui la si usa, soprattutto come parte embedded dei processi. “E il valore di una partnership, come quella con Oracle, si basa proprio su questo: poter contare su esperti che non solo seguono le innovazioni ma le aiutano a permeare, giorno dopo giorno”.

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