Mobilità a zero emissioni? La chiave è l’efficienza

L’AD di BMW Italia Massimiliano Di Silvestre: «Il futuro è circolare, digitale e in gran parte elettrico, ma non solo»

Massimiliano Di Silvestre, presidente e amministratore Delegato BMW Italia, definisce con chiarezza le parole chiave della mobilità del futuro a zero emissioni. Dal 2035, infatti, in Europa saranno vendute esclusivamente auto a impatto zero, che includono veicoli elettrici, a idrogeno e alimentati con carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuel. BMW sta investendo in tutte e tre queste tecnologie con un approccio molto pragmatico. «Crediamo fermamente che l’elettrificazione sia una strada di fondamentale importanza e stiamo dedicando a essa ingenti risorse» – spiega Di Silvestre. «Ma crediamo anche nell’efficienza del motore endotermico e nei biocarburanti. L’elettrico puro pesa al momento i 5-6% del mercato. La componentistica acquistata dalla filiera vale due miliardi di euro. Bisogna costruire le filiere a supporto del motore elettrico ma preservare anche il valore di quelle esistenti. L’obiettivo è carbon zero ma la strada è un mix di soluzioni».

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Nel contesto globale, il dibattito sul commercio e le politiche industriali si intreccia con quello della trasformazione digitale e della transizione energetica. Di Silvestre chiarisce la posizione del gruppo automobilistico tedesco, sottolineando l’importanza dei liberi scambi per il futuro dell’industria europea.

«L’Europa deve puntare su liberi scambi. Come BMW Group, sosteniamo fermamente il libero commercio a livello globale. L’importazione di auto cinesi in Europa non è una minaccia» – Di Silvestre.

Tuttavia, la scelta europea di imporre dazi alle importazioni di auto cinesi potrebbe essere un boomerang per l’industria europea non solo lungo tutta la supply chain dell’auto elettrica, ma anche sulla componentistica dell’eolico e del fotovoltaico. In questo momento, deve prevalere un approccio pratico: «La continuità può essere garantita solo con la cooperazione cinese».

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Sulle auto di piccola cilindrata, il vantaggio dei cinesi non può essere sottovalutato. A parità di prestazioni, l’auto cinese costa un terzo nei segmenti di basso di gamma (dati AlixPartners). L’obiettivo deve essere quello colmare il gap e portare a casa il know-how. Dopo la decisione di Bruxelles, anche la joint-venture tra BMW e Great Wall per un modello di MINI elettrica è destinata ad avere contraccolpi.

Massimiliano Di Silvestre, sul futuro della mobilità, delinea un panorama in cui digitalizzazione, sostenibilità e innovazione tecnologica convergono. La visione della mobilità di BMW si basa su una sostenibilità circolare che include un elevato livello di digitalizzazione, in grado di soddisfare le esigenze di una mobilità moderna e rispettosa dell’ambiente. «Dal nostro punto di vista, il futuro della mobilità sarà sicuramente digitale, circolare e in gran parte elettrico, ma non solo. La digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale: le nostre autovetture sono altamente digitalizzate, permettendo una comunicazione fluida tra veicolo e conducente. Questo aspetto non è solo rilevante, ma determinante» – afferma Di Silvestre.

«Nel 2024, abbiamo introdotto nuovi modelli dotati di avanzati sistemi operativi, integrando anche il machine learning. Questi sistemi apprendono le preferenze del conducente e degli occupanti, offrendo suggerimenti proattivi per migliorare l’esperienza di guida».

BMW è molto impegnata nel processo di elettrificazione della gamma. «Attualmente, abbiamo 20 modelli di auto elettriche, ma non ci fermiamo qui. Il futuro è elettrico e anche elettrificato. Le soluzioni Plug-in Hybrid e l’idrogeno elettrico rappresentano altrettante eccellenze. L’anno scorso, a Venezia, abbiamo presentato la prima BMW X5 a idrogeno elettrico in concomitanza con l’apertura della prima stazione di rifornimento di idrogeno elettrico di Eni».

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BMW continua a investire anche nelle motorizzazioni tradizionali, puntando sulla loro massima efficienza. «Motorizzazioni altamente efficienti significano basse emissioni e capacità di essere alimentate con i biocarburanti. Questo è un aspetto cruciale, specialmente in Italia, dove Eni si distingue per le sue best practices nella proposta di biocarburanti».