Cisco, la nuova sede a Milano e i piani per il futuro

Cisco, la nuova sede a Milano e i piani per il futuro

Per festeggiare i 30 anni di attività in Italia, l’azienda inaugura i suoi nuovi uffici in una delle più iconiche piazze del capoluogo: ambienti futuristici, pensati per esaltare il potenziale e il benessere delle persone

Dieci metri sopra la strada, circondata da giochi di luce e acqua e da alcuni dei più spettacolari grattacieli milanesi. Piazza Gae Aulenti è senza dubbio l’epicentro della modernità, del business e dell’innovazione urbanistica di Milano e non c’è dunque da stupirsi che Cisco – in occasione del suo 30esimo anniversario in Italia – l’abbia scelta come dimora per la sua nuova sede: perché similmente, l’azienda, spiega l’Amministratore Delegato Gianmatteo Manghi, «vuole rivestire il ruolo di fulcro principale dell’innovazione tecnologica per il Paese». Un’innovazione quanto mai necessaria per stare al passo con la rivoluzione dettata anche dalla sempre più forte presenza dell’IA nel mondo del lavoro. «Si parla spesso di AI generativa perché è quella che reca con sé le novità più apparenti», continua Manghi, «ma l’IA esiste già da tempo e si utilizza in svariati ambiti. Quello che emerge dalle nostre ricerche è che il 97% delle aziende italiane nutre interesse nell’applicarla ai propri processi produttivi, ma di queste solo il 14% sono attualmente dotate dei mezzi per implementarla. Ecco, perciò, che la nostra priorità diventa creare infrastrutture adatte a sfruttarne a pieno tutte le potenzialità».

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La rete, sempre più centrale

Con le recenti acquisizioni – in particolare quella di Splunk, conclusa lo scorso marzo – Cisco ha consolidato il proprio ruolo di leader globale nel networking. Per penetrare il mercato italiano, la multinazionale ha individuato tre aree in particolare su cui strutturare la propria offerta. Una di queste, illustra Manghi, «è quella che chiamiamo “digital resilience”, ed è tra i nostri principali obiettivi nei prossimi 12 mesi. Si tratta di sfruttare l’IA per migliorare la qualità e l’affidabilità dei sistemi che utilizziamo, tanto sotto l’aspetto della cybersecurity quanto da quello dell’ottimizzazione dei processi. Un’altra riguarda invece i data center, che puntiamo a rendere pronti a utilizzare tutti i tool che l’IA può mettere a disposizione dei nostri clienti. Infine, vogliamo rivolgere grande attenzione agli spazi di lavoro, inclusi quelli digitali e da remoto, in modo che continuino a essere fruibili negli anni futuri». Un’attenzione che risulta evidente già a una prima occhiata alla nuova sede milanese: moderna, ecologica e pensata per garantire il benessere di chi vi lavora. «In questi 30 anni», annuncia, «abbiamo assistito e partecipato noi stessi alla progressiva trasformazione digitale del business. Il prossimo passo sarà continuare a contribuire all’evoluzione di tutti i settori: dalla pubblica amministrazione al manufatturiero, dalla sanità alla finanza, dalla moda alle infrastrutture. Cercando sempre di allinearci e rispettare le normative vigenti a livello europeo».

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Non chiamateli più “uffici”

Per quanto lo smart working sia ormai divenuto un elemento imprescindibile nel mondo del lavoro, Cisco continua a credere nell’importanza dei luoghi e del business face to face. Il nuovo modello d’ufficio sfrutta la piattaforma Cisco Spaces per mettere a disposizione degli utenti un’interfaccia che permetta loro di sfruttare al massimo gli spazi. Grazie a un sistema di rilevazione cloud, non solo è possibile verificare in tempo reale quali zone siano disponibili e quali siano occupate, ma si possono verificare anche numero di persone presenti, qualità dell’aria, umidità e livello di inquinamento acustico. Al tempo stesso, i nuovi spazi mirano a ottimizzare l’esperienza anche per chi lavora da remoto, senza creare distinzioni tra partecipanti “di serie A” o di “serie B”: le sale riunioni, ad esempio, sfruttano sistemi di diffusione sonora e telecamere reattive per offrire costantemente una visuale frontale dello speaker e far sentire ognuno alla stessa distanza.

Tutti i sistemi, dalle singole postazioni a luci, tapparelle e condizionamento, sono alimentati da un’unica rete, nell’ottica di limitare quanto più possibile la dispersione energetica. «“Uffici” suona quasi obsoleto», commenta Manghi, che preferisce chiamarli “spazi di collaborazione”. Una definizione piaciuta anche al Sindaco Beppe Sala, presente per il taglio del nastro, che si dice intenzionato a copiarla: «la userò anch’io per convincere la gente a venire in Comune», scherza. «L’esperienza di Expo e la sua scia», conclude il primo cittadino, ringraziando Cisco, «ci hanno insegnato quanto crescere e innovare siano obiettivi fondamentali per diventare – anche e soprattutto a livello internazionale – il “place to be”».